Armagnac, la migliore acquavite del mondo
di Mariella Belloni
Cenni storici
L'Armagnac è una regione della Francia sud-occidentale; i suoi confini
si inscrivono curiosamente e simbolicamente nei contorni precisi di una
foglia di vite. L'Armagnac è anche la più antica acquavite di vino del
mondo, distillata e consumata già nel XV secolo. Può essere anche la più
nobile. Incontestabilmente è la più misteriosa, la più affascinante e
la meno conosciuta. Negli archivi dell'Alta Garonna, un documento del
1411 parla di un certo "Antoine, distintosi a Tolosa" per la distillazione
di vino, dal quale otteneva l'allora chiamata "aygue ardente" o "aygordent"
(acqua ardente). Vent'anni più tardi i coniugi Nouvel, sempre a Tolosa,
si fecero apprezzare per il loro talento di distillatori e per la qualità
del loro prodotto.
Sempre del 1411 è il famoso manoscritto di Auch; in dialetto guascone
descrive una trentina di utilizzazioni possibili per l'acquavite di vino:
si tratta del primo scritto che ne indica il consumo e i suoi effetti
euforizzanti contro la malinconia: "se l'uomo la beve, essa vivacizza
l'ingegno e l'allegria". L'esistenza di questa acquavite è anteriore al
Whisky, citato per la prima volta nel 1494, e al Cognac, la cui nascita
ufficiale è collocata attorno al 1600.
La Regione
La regione dell'Armagnac è costituita da tre Dipartimenti: Gers, una parte
di Lot et Garonne e una parte delle Landes. Vi scorrono l'Adour e la Garonna
che, con i loro affluenti, formano un ventaglio: Douze, Mindouze, Arros,
Riberette che sfociano nell'Adour, e Osse, Auzone, Izante, Gèlise, Beise
e Gers che sfociano nella Garonna. Il territorio dell'Armagnac si divide
in tre zone: Tènaréze, Bas - e Haut - Armagnac.
L'Haut-Armagnac è caratterizzato da colline basse e scozzese, divise da
valli asimmetriche che offrono un paesaggio veramente singolare.
La Tènarèze ha un rilievo meno accentuato. Vi appaiono le prime foreste
e la vigna copre i dolci rilievi.
Il Bas-Armagnac presenta un paesaggio dalle forme basse e arrotondate,
ove si alternano vigne e foreste. Ai piedi dei pendii vengono coltivati
i cereali, a mezza altezza le vigne mentre, sulla sommità delle colline,
ci sono boschi di querce. Al posto delle colline, dei corsi d'acqua, delle
vigne e delle foreste, inizialmente nella regione c'era il mare che, quando
si ritirò, diede luogo alla formazione nella zona tra Agen e Condom di
grandi laghi che lasciarono sedimenti lacustri e fluviali. In questa zona
si depositarono sabbie marine che sono all'origine delle "sabbie rossicce"
del Bas-Armagnac.
I tre "Crus"
Il decreto del 25 maggio 1909 che delimita la zona di produzione e riconosce
il diritto della regione alla denominazione "Armagnac", distingue tre
zone che corrispondono ai tre "crus" dell'Armagnac.
Bas-Armagnac: E' situato nella parte occidentale della regione.
Il paesaggio è sabbioso e uniforme; il terreno è argillo-siliceo, povero
di calcare. Le sabbie sono ricche di "ostrea crassisima", mentre ossidi
di ferro le colorano di bruno chiaro dando loro una tonalità "rossiccia";
si tratta di un suolo leggero e facile da lavorare. Accanto alle sabbie
rossicce c'è un suolo limoso di formazione più recente.
Il Bas-Armagnac deve il nome di "Armagnac Nero" alle grandi foreste di
querce dal fogliame scuro. Nel Bas-Armagnac si producono le acquaviti
più fini, più profumate, le uniche in grado di migliorare ulteriormente
dopo 15 anni di fusto.
Armagnac-Tènarèze: E' al centro della regione. Si tratta di una
zona di transizione il cui suolo è formato dalla decomposizione dei depositi
di molassa e dei calcarei miocenici. Vi si trovano terre argilloso-calcaree,
decomposizioni di marna, di molassa, di limo argilloso e di qualche sabbia
rossiccia. In questa regione si trova la citta di Condom, capitale del
commercio dell'Armagnac. Gli Armagnac di questa regione, piuttosto "duri",
hanno un profumo che ricorda la violetta.
Haut-Armagnac: Si estende a Sud e ad Est della regione. Il suolo
è argilloso-calcareo e a banchi calcarei; ci sono soprattutto terre forti.
E' una regione dai rilievi pronunciati, molto adatti, grazie all'ottima
esposizione al sole ed al suolo argilloso, alla coltivazione dei cereali
e della vigna.
Contrariamente ai vini da tavola, quella della distillazione sono qui
meno ricercati: la produzione di Armagnac in questa zona rappresenta meno
del 2% del totale.
I vitigni
Assieme alla morfologia del territorio, alla composizione del terreno
ed al clima, i vitigni rappresentano un elemento fondamentale per la qualità
dell'Armagnac. I vitigni atti a produrre vini per la distillazione con
profumi modificati dalla maturazione, dando origine ad acquaviti neutre,
piatte e non tipiche. I vitigni ottimali sono di media precocità e danno
origine a vini con bassa gradazione alcolica ed elevata acidità.
Le uve autorizzate a produrre vini per la distillazione sono state stabilite
con un decreto del 1936 e sono: Folle blanche e jaune, Picpoul, Saint-Emilion,
Colombard, Jurancon, Blanquette, Mauzac, Clairette, Mesliers e Baco.
Il Saint-Emilion, detto anche Ugni blanc, è attualmente il vitigno più
diffuso; originario dell'Italia, corrisponde al Trebbiano, ed è anche
dominante nel Cognac; interessanti qualitativamente e ancora diffusi sono
soprattutto la Folle blanche, il Colombard e il Baco. Alcuni "propriètaries"
distillano e invecchiano separatamente queste varietà con risultati di
grande interesse.
La distillazione
Fin dall'inizio del 1900, verso la metà di novembre, per le strade dell'Armagnac
si incontrava una sorta di locomotiva in rame, tirata da una coppia di
buoi: era l'alambicco ambulante, che era portato nelle diverse proprietà.
Questi alambicchi ambulanti, allora un centinaio, sono oggi sostituiti
da apparecchi fissi nelle distillerie. L'alambicco dell'Armagnac è interamente
in rame, metallo in grado di resistere agli attacchi degli a cidi del
vino. La sua caratteristica è la distillazione continua, senza ripasso.
La distillazione tradizionale avviene a 52/56 gradi alcolici.
L'invecchiamento
L'invecchiamento trasforma notevolmente l'acquavite a causa dell'azione
di tre fattori: il legno del fusto, il tempo, il cantiniere. Il giovane
Armagnac trae varie sostanze dal legno del fusto in cui viene sistemato
appena distillato: il tannino, che ne determina il colore, e la lignite
che, insieme all'alcool, produce molte sostanze aromatiche. Le botti devono
essere perciò fabbricate con un legno particolare e con uno specifico
procedimento. Attraverso la parete del fusto, una parte dell'acquavite
evapora (2/4% all'anno), il grado alcolico si abbassa (poiché l'alcool
evapora più velocemente dell'acqua) e l'aria ossida il distillato, trasformandone
alcune sostanze.
Nei suoi primi tre anni, l'acquavite è considerata "adolescente". Il distillato
è sistemato in una botte nuova e dal legno acquista un colore giallo paglierno
e un profumo piacevole ma ancora vicino a quello originario.
Dai 3 ai 10 anni, l'acquavite è nella sua "età adulta". Le sostanze cedute
dal legno poco a poco si trasformano, il colore giallo paglierino diventa
oro, nel profumo si incominciano a distinguere sensazioni di frutta e
fiori, ma ancora leggere; il gusto diventa piacevole e non più amaro.
Dai 10 a 40 anni l'acquavite acquista "la forza dell'età". In questo lungo
periodo avvengono moltissime trasformazioni chimiche e l'Armagnac acquista
personalità e si perfeziona. Il colore diventa più scuro, il profumo di
prugne è netto. Oltre i 40 anni inizia il declino. Se l'Armagnac rimane
ancora in botte si accentua la concentrazione dovuta alla continua evaporazione
di alcool e acqua. Il colore diventa bruno scuro, il gusto si attenua
e diventa più dolce poiché alcune sostanze si trasformano in zucchero.
Il ruolo del cantiniere è quello di controllare costantemente tutte le
trasformazioni che avvengono durante il periodo in cui l'Armagnac rimane
nel fusto. Durante i primi anni egli sistema i fusti sotto il tetto della
cantina, dove si hanno notevoli variazioni di temperatura, quindi vengono
spostati sempre in basso fino a raggiungere, definitivamente, il luogo
più fresco e meno areato della cantina.Il cantiniere verifica in continuazione
il grado di tannino acquistato dall'acquavite e, quando lo ritiene sufficiente,
trasferisce l'Armagnac in una vecchia botte che ha già ceduto tutto il
suo tannino. Quando l'Armagnac raggiunge la maturità viene trasferito
in tini di quercia da 10 mila litri, dove le trasformazioni sono molto
più lente. E, quando il maestro cantiniere ritiene che l'invecchiamento
sia sufficiente, dà inizio ai "tagli" o assemblaggi. Questi ultimi risultano
dall'unione armoniosa di diverse acquaviti di origine ed età differenti.
Queste acquaviti vengono commecializzate con una gradazione alcolica minima
di 40% vol.
Le etichette
La denominazione d'origine "Armagnac" è riservata alle acquaviti provenienti
da vini prodotti e distillati nella zona delimitata dal decreto del 25
maggio 1909. In bottiglia, l'Armagnac non evolve più. E' opportuno conservare
la bottiglia verticale affinchè l'alcool non vada ad attaccare il tappo.
Le menzioni di invecchiamento riportate sull'etichetta di un Armagnac
riguardano sempre l'acquavite più giovane che può entrare a far parte
dell'assemblaggio:
Tre Stelle per gli Armagnac con almeno due anni di invecchiamento
nel legno;
V.O., V.S.Q.P o Rèserve per gli Armagnac con almeno cinque anni
di invecchiamento nel legno;
Hors d'age per gli Armagnac con almeno dieci anni di invecchiamento
nel legno.
Possono essere messi in commercio Armagnac con indicazione 10,15,20,25
anni ecc.. Ed infine, l'Armagnac "Millésimée", specificità della regione,
corrisponde esclusivamente all'anno di raccolta menzionato sull'etichetta.
Come si beve l'Armagnac
Per apprezzare un prodotto è necessario riconoscerne la qualità. Per bere
l'Armagnac occorre un bicchiere a "ballon", leggermente chiuso, non grande,
in modo da permettere di concentrare i profumi senza accentuare il ruolo
dell'alcool. Impugnandolo alla base, riempito di un terzo, si fa roteare
il bicchiere accostandolo al naso a brevi e frequenti riprese, ed alla
bocca, con sorsi piccoli e ripetuti, cercando e scoprendo ogni volta sensazioni
diverse. E' alla fine del pasto il momento in cui maggiormente si apprezza
un buon Armagnac: i piccoli sorsi, continui, si alternano all'ascolto
delle sensazioni olfattive, roteando il bicchiere, in silenzio, o conversando,
o ascoltando musica per arricchire con piacevoli sensazioni questi momenti
sereni.
Il Bureau National Interprofessionnel de l'Armagnac, ha sede a Eauze;
è stato creato nel 1941 ma le sue competenze sono state precisate con
un decreto del 1982. Si tratta di un'istituzione privata con funzioni
pubbliche, ed ha molteplici scopi: promuovere iniziative, studi e ricerche
riguardanti l'Armagnac; controllare l'applicazione delle norme vigenti;
fornire assistenza tecnica; effettuare il controllo del prodotto destinato
all'esportazione; verificare gli alambicchi sperimetnali e stabilire il
piano di distillazione annuale in funzione del protocollo d'accordo.
Mariella Belloni
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