Centesimino, rarità e curiosità di un grande vino
di Pier Luigi Nanni
Il registro nazionale delle varietà vitivinicole con decreto del 7 maggio
2004 riporta l'iscrizione del vitigno "CENTESIMINO" o "SAVIGNON ROSSO",
che si produce esclusivamente nel faentino e precisamente ad Oriolo dei
Fichi, ridente ed attiva cittadina sita sulle colline a sud di Faenza,
ma vediamone la storicità e curiosità di tale autoctona e particolarissima
vite.
Il territorio di Oriolo, siamo nel cuore della Romagna sanguigna ed operosa,
nel 1057 venne fortificato con un poderoso maniero dall'arcivescovo di
Ravenna, ed appartenne a suddetta curia fino al 1474. Passando di mano
in mano tra le varie signorie che da allora si sono succedute, si è giunti
al 1983 quando, tramite una generosa donazione, la torre ed il parco circostante
sono diventati proprietà del comune di Faenza, che ha provveduto al necessario
restauro.
Fonti scritte ed orali, soprattutto, hanno consentito di verificare che
numerosi vigneti impiantati tra gli anni del 1960 e '70 nella zona, appunto
di Oriolo, derivano da precedenti impianti ottenuti da marze di una longeva
vite scampata alla fillossera, in quanto sita a dimora in un giardino
entro le protettive mura settecentesche di una residenza nobiliare nel
centro storico di Faenza.
Proseguendo con analisi e disquisizioni su tale "strano" vitigno, si è
giunti ad identificarne l'origine nel podere "Terbano" di proprietà di
Pietro Pianori, detto "CENTESIMINO", soprannome del viticoltore che per
primo ne iniziò la coltivazione: ecco da dove ha origine il curioso nome
di questo vitigno!
Sono state necessarie varie ed approfondite analisi da parte di enti preposti
alla ricerca e controlli dei vitigni, tra cui "Istituto Sperimentale per
la viticoltura di Conegliano", "CPRV di Tebano e "Istituto San Michele
all'Adige" che ha eseguito le prove del DNA: ne è risultata l'identificazione
dell'originalità e definitivamente, si è potuto stabilire che è un vitigno
a sé stante.
La foglia è medio-grande con pagina superiore verde scuro e mediamente
bollosa, mentre l'inferiore è quasi glabra e più chiara. Il grappolo,
superiormente tendente ad una leggera alatura, dalla media dimensione
di 230-250 gr., la cui buccia è molle e non eccessivamente colorata anche
se tendente al violetto-bluastro; la polpa è senza particolari sapori,
mentre la produzione è alquanto contenuta a causa della minore fertilità
delle gemme basali. Il germogliamento è, normalmente, posticipato, consentendo
così di sfuggire più facilmente ad eventuali tardive gelate primaverili,
mentre evidenzia una certa sensibilità alla peronospora; la maturazione
avviene tra la fine di settembre ed i primi di ottobre.
La prima ed ufficiale produzione è avvenuta nel 1996 ed attualmente sono
sette le aziende produttrici e ben oltre quaranta i piccoli produttori
privati, per un totale di circa 30.000 bottiglie. Una caratteristica del
"centesimino" è l'ottima tolleranza all'appassimento sulla pianta, permettendo
così l'interessante produzione di vini passiti, inoltre, il vino rosso
ottenuto con la tradizionale vinificazione, è in grado di sostenere un
notevole e prolungato affinamento in bottiglia.
Il vino è rosso rubino cupo, intenso, con riflessi porpora se giovane,
mentre presenta brillanti sfumature granate se evoluto di 6-8 anni; accattivanti
sentori floreali quali, fiori di arancio, rosa appassita e viola, sottili
note speziate di liquirizia ed anice, frutta di bosco, lungo finale tendente
al caramellato e delicatamente vanigliato dovuto ad un ottimo passaggio
in legno. Al palato è secco, sottile freschezza dalla giusta tannicità,
netta ed evidente ma mai aggressiva, di corpo e pieno del piacevole equilibrio
ed armonicità, mentre la morbidezza è ottimale se maturo, note complesse
ed evolute di confettura di frutti di bosco e prugna cotta, sottilmente
speziato e delicato retrogusto amarognolo da rendere il palato pulito.
Da giovane è perfetto con antipasti all'italiana cioè salumi grassi e
saporiti, primi piatti con intingoli di carni, seconde portate decise
di carni al forno e grigliate, mentre se longevo, è unico con grandi arrosti,
cacciagione e per finire…formaggi a pasta dura e molto stagionati, ricchi
di gustosità.
Stappare almeno un'ora prima e servire in ampi calici a 16-18°C.
Pier Luigi Nanni
|