Malvasia Doc Colli di Parma, dolcezza e storia
di Pier Luigi Nanni
Con la curiosità che è in noi per la continua ricerca di Bacco, piano
piano ed in punta di piedi per non infastidire l'illustre passato, ci
affacciamo oltre i confini del ducato di Parma che Maria Luigia d'Austria
ha reso unanimemente grande. Dall'alto della personale lungimiranza, la
Duchessa affermava che "… non mi pono il dubbio di non bere il dolce vino
collinare che l'ultimo dei sagrestani beve". La "malvasia di Candia",
leggera aromaticità e dolcezza sublime, poiché è questo il vino bianco
e frizzante di cui ne andiamo alla scoperta.
In tempo andato che fu, Parma era nota come "Città d'Oro" o meglio, CRISOPOLI,
in cui lo splendore era evidente, dovuto forse anche alla dorata malvasia?
Alla fine del '700, la malvasia parmense era conosciuta anche in altre
parti d'Italia, in quanto commercianti di Firenze, Roma ed addirittura
di Napoli, si riforniscono del "…nobilissimum vinum et est grande peccato
che tutta la collina non sia vigna".
La malvasia è uva dalla storia antica ed alquanto movimentata. Citata
per la prima volta a Monemvasia, piccolo porto del Peloponneso, dove era
giunta dall'Asia Minore, da cui "malfasia" ed infine malvasia e da Candia,
città sulla costa settentrionale di Creta, nota per l'abbondate coltivazione.
Grazie al talento marinaro ed enologico dei greci prima e dei commercianti
della Repubblica di Venezia poi, nel breve periodo di qualche secolo,
si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. Inutile dire che le varietà
delle malvasia sono innumerevoli e nettamente diverse da zona a zona:
quella coltivata nelle splendide colline parmense produce un vino di contenuta
alcolicità, aromatica ed è molto fine, in altre parole, unica ed ineguagliabile!!!
Il vitigno, noto come "malvasia di Candia aromatica", è stato riconosciuto
e registrato presso l'albo nazionale, appunto dei vitigni, nel 1970, ed
il vino è diventato DOC nel marzo del 1983.
La zona di produzione comprende il territorio collinare della provincia
di Parma, ed è ottima ovunque, ma risulta sublime quella ottenuta nei
comuni di Traversatolo, Salsomaggiore e Maiatico. La produzione è di 110
q/ha. con resa in vino del 65%. Il germoglio si presenta ad apice espanso,
lanuginoso e verde chiaro con stupende sfumature rosa; foglioline apicali
piegate di color verde bronzeo e lanuginose sulla pagina inferiore. La
foglia è grande, pentagonale sia tri che quinquelobata con lembo leggermente
ondulato e liscio di color verde carico e quasi glabro. Il grappolo è
mediamente grande, alato e semispargolo; acino medio e rotondo, giallo
dorato a buccia sottile e consistente con polpa sciolta dal sapore semplice
ed aromatico, dolce.
Il Bramieri, noto agronomo, già nel 1818 lo cita come "malvagia a grappolo
assai spargolo".
Il vino si produce in varie tipologie: nella tipologia secco, può essere
tranquillo e frizzante naturale, nonché spumantizzato coi metodi charmat
e classico; se dolce invece, frizzante naturale e spumante elaborato esclusivamente
col metodo charmat. Il disciplinare ministeriale relativo alla produzione
prevede che l'uva di malvasia di Candia aromatica sia presente almeno
per l'85% ed il restante, facoltativo, sia di moscato bianco, ma è in
auge vinificare in assoluta purezza, cioè di sole uve di malvasia, che
conferiscono maggior tipicità ed unicità ad un vino già di per sé particolare
ed eccezionale.
Nel tipo secco, sia tranquillo, frizzante e spumante, dal titolo alcolometrico
minimo di 10,5%, si presenta giallo paglierino dai netti e vivi riflessi
verdolini, con evidente perlàge se frizzante e fine, numeroso e persistente
nello spumante. Profumo accattivante in cui l'aromaticità è fragrante
ed invitante, così pure al palato con ottima freschezza e gradevoli sentori
peculiari del vitigno, sapido e leggero di corpo, ma rilevante finale
amarognolo. Si può produrre anche nella specifica tipologia di "Spumante
riserva" dal titolo alcolometrico minimo di 11,5% e, tra rifermentazione
in bottiglia ed affinamento, deve sottostare ad un periodo di almeno dodici
mesi. Perfetto con antipasti alle verdure e piatti a base di uova e pesce,
soprattutto molluschi e zuppe in cui aromi e profumi siano evidenti e
marcati; seconde portate di carni bianche non troppo elaborate ne salsate.
Eccellente alla temperatura di 8-10 °C stappato al momento ed assaporato
in stretti e luminosi calici.
Nella versione dolce, sia frizzante che spumante, è giallo paglierino
tendente al dorato, in cui la fermentazione naturale sviluppa un'effervescenza
copiosa e piacevole. Netti profumi aromatici caratterizzati dalla naturale
dolcezza, armonia e giusto equilibrio; marcate note fruttate in cui la
vinosità, cioè il sapore varietale dell'uva, è predominante. Squisito
per un momento di relax pomeridiano con dolci alla frutta, crostate con
confetture e macedonie poco condite per esaltarne maggiormente l'aroma,
ma è a fine pasto con pasticceria secca o dolci lievitati che se ne magnifica
la gradevolezza, concludendo così un desinare in cui tutto è stato perfetto.
Servire alle stesse modalità del tipo secco e … senza eguali se bevuta
entro 12-15 mesi.
Pier Luigi Nanni
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