La vinaccia
di Filippo Giovannelli
La buccia, la polpa ed i vinaccioli, questa è la composizione dell'acino
d'uva. Una volta che i grappoli d'uva vengono pigiati nelle apposite macchine
diraspatrici e pigiatrici e quindi viene separato il liquido dalla parte
solida, si ottiene il mosto. E a questo punto è d'obbligo una distinzione,
quella del sistema di vinificazione.
Vinificazione in bianco: Spremitura dell'uva, otteniamo mosto e delle
parti solide che sono composte da buccia e vinaccioli (il raspo era già
stato tolto dalla macchina diraspatrice).
La parte solida costituisce la Vinaccia vergine: si tratta di vinaccia
non fermentata che è caratterizzata dal possedere zuccheri che a contatto
con i lieviti, normalmente selezionati ed immessi all'interno, portano
alla fermentazione alcolica, trasformazione degli zuccheri in alcol. Essa
viene di norma fatta fermentare in contenitori d'acciaio. La fermentazione
necessita di un controllo preciso e costante, se ne controlla la velocità
fermentativa che influisce moltissimo nella qualità finale della materia
prima fermentata.
Vinificazione in rosso: Spremitura dell'uva, otteniamo mosto e delle parti
solide che sono composte da buccia e vinaccioli (il raspo era già stato
tolto dalla macchina diraspatrice).
La parte solida e la parte liquida vengono fatte fermentare insieme a
contatto l'una con l'altra per ottenere il vino rosso, ciò costituisce
la Vinaccia fermentata quando viene tolta dai tini di fermentazione e
che contiene già la propria quantità di alcol formatosi all'interno dei
tini di fermentazione insieme al mosto.
Questa tipologia di vinaccia fermentata può essere immessa nel processo
di distillazione direttamente appena tolta dai tini di fermentazione del
vino, essa ha già subito il processo di trasformazione degli zuccheri
in alcol. Può anche essere conservata per brevi periodi con scrupolosi
accorgimenti attenti alla non alterazione.
La vinaccia in percentuale:
100 Kg di uva si ricavano:
80-85Kg di mosto,
3-4Kg di raspi,
12-14Kg di vinaccia di cui 3-4Kg di vinaccioli.
Composizione chimica della vinaccia:
Per descrivere la composizione chimica della vinaccia si deve in premessa
tenere conto che più di 300 sono i componenti descrivibili e riconoscibili,
che sono superiori di numero a quelli che si ritrovano nel vino.
In un'ottima distillazione, la maggioranza dei componenti volatili passa
nel distillato e di norma quelli che danno caratteristiche olfattive e
gustative positive. Non è comunque difficile trovare nei distillati anche
componenti volatili di scarso valore. I vari costituente volatili sono
di numero e di qualità differenti a seconda di come la vinaccia è stata
conservata. Durante questo periodo, più o meno lungo, si producono processi
chimici e biologici che trasformano alcune tipologie di molecole presenti
e ne creano di nuove dando luogo ad altri vari componenti
Nel complesso si possono distinguere in:
- acqua;
- alcoli: etilico, metilico, propilico, butilico, glicerina e altri
alcoli superiori;
- acidi: acidi organici
o Volatili: acetico, butirrico, propionico, ecc.
o Fissi: che non passano nella Grappa e restano all'interno della vinaccia
esausta;
- aldeidi: acetica, isovalerianica, propionica, butirrica ecc;
- esteri: acetato di etile, lattato di etile, isobutirrato, caprilato,
isovalerianato di etile, ecc;
- componenti aromatici: provengono soprattutto da vitigni aromatici
(moscato, traminer, ecc);
- polifenoli: sono le sostanze coloranti dei vini rossi ( antociani
), dei vini bianchi ( flavoni ) e dai tannini, essi non passano nel
distillato in quanto è incolore.
- Altri componenti: proteine, cellulosa, pectine, sali minerali, residui
di zuccheri.
La vinaccia esausta
La " vinaccia esausta " è ciò che rimane all'interno della caldaietta
dopo la prima distillazione. Essa contiene oltre a tutta la parte solida,
anche un piccolo residuo di alcol, quello che non è riuscito ad essere
estratto dal processo chimico-meccanico. Non ha una funzione specifica,
nel suo complesso può essere usata come componente non esclusivo per la
preparazione di mangime destinato all'alimentazione animale; oppure i
vinaccioli possono essere utilizzati per produrre olio di semi di vinacciolo
o ancora come combustibile insieme ai raspi per il riscaldamento. In passato
veniva utilizzata anche come concime organico.
Cattiva conservazione delle vinacce
Si possono avere difetti e puzze all'interno del distillato anche se le
vinacce vengono conservate in maniera errata. Buona norma di conservazione
è quella di non far venire in contatto le vinacce con l'aria. Ottimo metodo
il sottovuoto e comunque l'insilamento che è quello ancora più usato.
Si può verificare l'idrolisi delle pectine per via enzimatica che porta
alla produzione di alcol metilico, tossico per l'uomo e regolamentato
dalla legge come quantità massima all'1%.
Causa di alterazioni sono da ricercare nell'attacco della materia prima
da parte di batteri. Ad esempio la trasformazione di alcol in acido acetico
che essendo volatile lo ritroveremo all'interno della Grappa. Esso insieme
ancora all'alcol etilico forma un estere, l'acetato di etile che ha una
certa pungenza ed è facilmente riconoscibile dalla sensazione olfattiva
assimilabile all'aceto. Altri batteri danno vita ad acidi grassi come
il butirrico attaccando direttamente l'acido tartarico presente in discrete
quantità. Stesso procedimento quando attaccano l'acido malico che lo trasformano
in acetico, butirrico e ad altri composti ammoniacali.
Alcuni tipi di lieviti poi, possono dare trasformazioni di zuccheri in
alcuni composti in cui è presente zolfo conferendo odori sgradevoli di
uova marce e solforosa.
Quanto vale?
Il giudizio sul valore economico della vinaccia si basa sulla sua composizione
e sulla qualità valutata come materia prima e non sul risultato che se
ne ottiene. Dal punto di vista macroscopico la si può distinguere in presenza
dei raspi o dei vinaccioli. Visto che di norma non si distilla vinaccia
con raspi, maggiore considerazione viene data quando sono assenti. Viene
conferita alla distilleria anche vinaccia senza raspi e senza vinaccioli,
è della migliore qualità. E' ormai noto che in fase di distillazione le
parti legnose rilasciano componenti sgradevoli. Altro macrocomponente
da valutare è il contenuto di umidità. Essa può essere maggiore o minore
in base alla pressatura che ha avuto la vinaccia nel momento della vinificazione,
più è stata pressata meno contenuto in alcol sarà presente. Al momento
dell'arrivo in distilleria si effettua anche una misurazione del grado
zuccherino e del grado alcolico della materia prima. Questi parametri
sono fondamentali per attribuire un valore economico congruo.
Filippo Giovannelli
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