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          Esperto Lorenzo Greco


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Verticale di Friuli Isonzo Doc Pinot Grigio Dessimis di Vie di Romans
di Lorenzo Greco

"Un buon viticoltore è come un bravo marinaio: non basta conoscere i venti, le attrezzature, le vele, la cosa più importante è avere un porto in cui arrivare." Così esordisce Gianfranco Gallo, titolare ed enologo dell'azienda " Vie di Romans", infatti già dai primi anni ottanta aveva chiaro in mente il suo obiettivo. Nella sua lungimiranza ha fatto in modo di non vendere tutte le bottiglie disponibili nelle varie annate, permettendo così di ritrovarci a fare questa importante verticale di uno dei suoi vini di punta: Friuli -Isonzo, pinot grigio Dessimis . Il pinot grigio è una mutazione genetica del pinot nero, spesso accade che in un vigneto di pinot nero si trovino alcune piantine di pinot grigio. Questo ci dice che si tratta di un vitigno delicato, con grappoli piccoli, molto compatti di difficile lavorazione in vigna, ma capace di donare eleganza e complessità.

Il pinot grigio è un classico vitigno internazionale, coltivato in tutto il mondo , soprattutto nelle regioni con climi temperato-freddi. Una sua caratteristica è una grande variabilità che può essere un punto di forza ma anche il suo punto debole, perché se coltivato in maniera poco attenta o cercando la quantità, tende ad esprimersi in maniera uguale in tutti i territori. In Italia è coltivato soprattutto nel nord-est. Nel nuovo mondo si sta diffondendo velocemente con le metodologie "copiate" proprio qui da noi. Infatti chiamano il loro prodotto "pinot grigio".

Il territorio di cui parleremo è la doc Isonzo del Friuli Venezia Giulia. Il clima può essere considerato doppio, sia continentale dovuto alla latitudine ed alla vicinanza delle montagne, che mediterraneo in quanto molto vicino alla costa adriatica. Soprattutto beneficia di venti secchi e freschi, provenienti da nord-est (venti di bora) per quasi due terzi dell'anno. Questo comporta una specie di equilibrio climatico che dà ai vini l'assenza di eccessi. I terreni dell'azienda sono ben drenanti e poveri di fertilità. L'azienda non vuole produrre un vino "modaiolo", cercando negli anni la stabilità e certe caratteristiche comuni . I vini in questione sono stati presi a caso, non scegliendo le annate migliori.

2004 : annata con estate piovosa fino ad agosto, poi clima ideale con buone escursioni termiche. Il vino è un giallo paglierino con riflessi dorati, cristallino, consistente. I profumi sono abbastanza intensi e complessi, si distinguono pere, fiori gialli, burro fuso, vaniglia. All'assaggio si presenta molto morbido, subito equilibrato e abbastanza persistente.

2003 : l'estate è quella torrida che tutti ricordano, con vendemmie anticipate, ecc. Il vino è più lucente del 2004, anche se all'esame olfattivo è meno intenso, mentre in bocca è più persistente. Sembra un vino mediterraneo, solare, anche dopo parecchi minuti rimangono i profumi di pera .

2002 : estate fresca, poco sole, conosciuta dai viticoltori come l'annata dei problemi. All'aspetto visivo il colore è più intenso, quasi una controtendenza rispetto agli altri vini. Sicuramente più minerale di quelli già trattati, ma dopo qualche minuto si è completamente chiuso.

2001 : al naso risulta sempre troppo chiuso, eccede solo l'alcol. All'assaggio è più persistente e minerale.

1997 : anno contraddistinto da un inverno freddo, un'estate fresca ma poco piovosa, ricordata comunque come una buona annata. I profumi sono complessi, si percepiscono sentori balsamici, forti note tostate, etereo, colpisce soprattutto l' aroma di miele intenso. 1996 : è l'annata che mi ha colpito di più. Al naso ha una particolare finezza, si percepiscono aromi di idrocarburi, molto speziato, etereo e ritornano i profumi di confettura di pera. All'assaggio è molto equilibrato, molto minerale, un vino austero e molto fine, sicuramente in grado di competere con i migliori Montrachet.

1995 : tende a rimanere sempre un po' chiuso all'olfatto. I profumi sono di idrocarburo puri. In bocca è ancora equilibrato ma molto minerale.


Tutti i vini presi in esame sono di un colore giallo da paglierino a dorato, più o meno intensi. Tutti hanno colpito per la loro grande morbidezza ed equilibrio e procedendo a ritroso con le annate aumentava la mineralità.
Si è trattato di un'esperienza rara ed indimenticabile che lascerà in tutti noi la consapevolezza che una delle massime espressioni del pinot grigio al livello mondiale si trova nel vigneto chiamato Friuli e che grazie a persone come Gianfranco Gallo viene perpetuata.


Lorenzo Greco