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          Esperto Lorenzo Greco


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Il Carso di Zidarich
di Lorenzo Greco

Il Carso, (il cui nome sembra derivi da una parola celtica che significa paese di roccia) è un altopiano formato da rocce bianco-grigie di composizione calcarea, che circonda la bella baia di Trieste. È un terreno difficile per la coltivazione di qualsiasi coltura, perché è composto da un blocco compatto di roccia. La pochissima terra è di colore rosso vivo e ricchissima di ferro.
Poche sere fa ho conosciuto un produttore nuovo per me: Beniamino Zidarich. Un uomo molto attaccato alla "sua" terra, dice infatti che quelle prima del tramonto "sono le ore più belle da passare in vigna."
Il padre produceva vino ma esclusivamente per uso familiare o per gli amici. Beniamino si appassiona alla viticoltura, e nel '88 impianta dei vigneti nuovi nella zona di Prepotto (Duino-Aurisina) con un'altissima intensità di ceppi per ettaro ed un impianto a spalliera. Sette ettari in un bellissimo terreno a 270 metri s.l.m.. I vigneti sono circondati da boschi e recintati a causa dei numerosi caprioli ghiotti di uva .
Egli crede nel suo territorio e per valorizzarlo al meglio sceglie vitigni autoctoni come vitovska, malvasia Istriana, e terrano. La produzione delle prime bottiglie risale al '93-'94.
La cantina è molto particolare, è scavata nella roccia per circa 5 piani, i lavori, iniziati circa 4 anni fa, non sono ancora finiti. Le pietre rimaste sono state poi riutilizzate nella cantina stessa o nell'azienda.
Particolari inoltre sono i suoi metodi di vinificazione, soprattutto per i vini bianchi. Questo sempre per esprimere al consumatore che cos'è il Carso.

VITOVSKA '04 , 12%
L'uva, con una buccia molto spessa, viene vendemmiata totalmente a mano, diraspata e messa a macerare per 6-7 giorni in tini aperti con 3-4 follature manuali al giorno. Il tutto senza usare solfiti.
Dopo la vinificazione passa 18 mesi in grandi botti di rovere di Slavonia. In Aprile si imbottiglia anche qui senza aggiunta di solfiti e soprattutto senza filtraggi.
Il vino si presenta di colore giallo paglierino quasi dorato non totalmente limpido.
I profumi sono particolari, ricordano la frutta come albicocca, pesca matura, e frutta secca, ma con il tempo diventano più tenui e delicati.
In bocca è intenso, molto sapido e persistente.

PRULKE '04
Questo vino è un uvaggio, composto dal 20% di vitovska, 20% di malvasia e dal 60 % di sauvignon. Anche qui la vitovska e la malvasia subiscono una macerazione lunga di circa 5-6 giorni, mentre per il sauvignon è più breve. Poi viene assemblato e sottoposto allo stesso affinamento della vitovska.
Il nome (prulke) è un toponimo di una zona sotto Prepotto. Nonostante il largo uso del sauvignon, i profumi sono meno intensi della vitovska, ma più ampi e sicuramente più fini, comunque non tipici del vitigno più usato.
All'assaggio è molto morbido, sapido, intenso e persistente, è vellutato al palato, armonico ed equilibrato.

TERRANO '03 , 12.5%

Questo è il vitigno autoctono più caratteristico della DOC Carso. È anche molto difficile da lavorare, in quanto teme molto il sole forte, letteralmente si "scotta".
Questo terrano è un vino un po' diverso da quelli prodotti nella zona, infatti viene affinato per due anni di cui almeno 18 mesi in botti grandi. Molto concentrato, anche per poterlo trasportare sano in varie parti del mondo. Essendo povero di tannini, l'uva viene macerata con le bucce per almeno 30 giorni, sempre con numerose follature manuali giornaliere.
Il colore è rosso porpora tendente al rubino. I profumi sono tipici della varietà, con nette percezioni di mora, mirtillo e ribes, ma è evidente anche una buona speziatura.
Bevendolo, colpisce subito l'acidità, anche questa tipica, ma soprattutto una bella morbidezza anche se nascosta dalla freschezza. Infatti presenta nel bicchiere degli archetti fitti. È intenso, abbastanza equilibrato, e persistente. A differenza di altri terrano della DOC Carso, questo ha la possibilità di invecchiare in cantina ancora per qualche anno.

Qualcuno è contrario ad alterare la "tipicità" di questo vitigno, con l'uso ad esempio delle botti di rovere, ma a mio parere, pur essendo più rotondo, più bevibile e meglio accostabile a vari cibi, il risultato rappresenta comunque il territorio. Infine non dimentichiamoci che il mondo enologico è in continua evoluzione per farci bere vini sempre migliori, quindi ben vengano produttori coraggiosi come Beniamino Zidarich.


Lorenzo Greco