Prosecco: Cloni
di Marco Merotto
Il successo del Prosecco negli ultimi
anni è motivo d'impulso per il rinnovo degli impianti viticoli dell'area
Doc, ossia ConeglianoValdobbiadene.
Questo è favorito dal Piano di Sviluppo Rurale, alla voce Piano di
Ristrutturazione e Riconversione dei Vigneti. Con l'ultima modifica
del Disciplinare di Produzione, datata 2000, sono stati reinseriti
in coltivazione i più antichi vitigni autoctoni coltivati in Provincia
di Treviso: Bianchetta, Perera e Verdiso, patrimonio genetico di estrema
importanza per la viticoltura delle Colline Trevigiane. In pratica
il Disciplinare permette ora di piantare una max 15% tra Bianchetta,
Perera, Verdino e Prosecco Lungo e il restante 85% di Prosecco Tondo.
Secondo quanto scritto da Dalmasso e Dell'Olio in un loro lavoro scritto
del 1937 indica coltivati nella zona di produzione dei vini bianchi
tipici dei Colli Trevigiani diversi vitigni:
" nella sottozona di Valdobbiadene (63% Prosecco e 25% Verdiso, Bianchetta
5%, Pavarise 2% e 5% tra Malvasia Trevigiana e Riesling Italico);
" nella sottozona di Conegliano (60% Verdiso, 25% Prosecco, 5% Malvasia
Trevigiana, 5% Bianchetta, e 5% tra Riesling Italico, Pignolo, Trebbiano
di Toscana).
65 anni dopo la varietà dominante è il Prosecco mentre le altre assumono
sempre più ruoli marginali. |
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PROSECCO TONDO
Vitigno che probabilmente sarebbe originario del Carso Triestino, dove ne
esiste uno del tutto simile chiamato Glera, coltivato dal Castello di Duino
fino alle porte di Trieste ed esiste pure il paese di Prosecco. Con il nome
Serprina viene invece coltivato sui Colli Euganei.
Glera ==> Carso Triestino
Serprina ==> Colli Euganei
Prosecco ==> Colli Trevigiani
Non si sa come e in che
modo sia arrivato sui Colli Trevigiani, dove peraltro ha trovato il
suo ambiente ideale per la sua affermazione. In una indagine effettuata
da Vianello e Carpenè del 1874 si evidenzia come il Prosecco Tondo
fosse coltivato solamente in quattro comuni: Maser, Susegana, San
Pietro di Barbozza e Valdobbiadene. All'interno del Prosecco Tondo
esistono due Biotipi: il "Balbi" più spargolo e il "Cosmo" più compatto.
Molto spesso la differenza relativa alla compattezza del grappolo
è imputabile all'influenza di alcune virosi (soprattutto il fleck)
più che a differenze genetiche. La compattezza può essere influenzata
dalle condizioni di vigoria generale della pianta e, all'interno dello
stesso ceppo e anche dello stesso capo a frutto sono presenti grappoli
delle stesse tipologie. Il grappolo del Prosecco Tondo è grande, allungato,
piramidale, alato, con acinellatura quasi sempre presente; l'acino
è rotondo di dimensioni diseguali e a maturazione assume un colore
giallo dorato. Il vino Prosecco è leggero, con poco corpo e acidità,
ma con un caratteristico inconfondibile profumo fruttato. |
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VERDISO
Questa varietà è coltivata da tempo remoto nella nostra zona, tanto
da ritenersi indigena. Per dare il meglio di se questo vitigno necessita
di terreni magri, collinari con buona esposizione.
Se coltivato in luoghi adatti ha grappolo di grandezza media e di
colore giallo verdastro. In annate particolarmente umide in prossimità
della vendemmia evidenzia una particolare suscettibilità agli attacchi
di marciume. Il vino presenta un fine e delicato profumo, unitamente
ad una buona acidità che lo rendono ideale completamento del Prosecco. |
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BIANCHETTA
Coltivata da tempo remoto nella Provincia era fino alla gelata del
1709 il vitigno più diffuso e consigliato nella nostra zona essendo
considerato di qualità superiore.
È ancora abbastanza coltivato nella zona di Maser, Belluno e tra Feltre
e Arsiè.
Ha grappolo non molto grande, abbastanza compatto, alato con una ala
molto lunga. L'acino rotondeggiante, prende una colorazione giallo
dorato, tendente all'ambrato nella parte esposta al sole. Matura prima
del Prosecco, e vinificata in purezza da un vino alcolico, sapido,
di buona acidità e struttura. |
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PERERA
È conosciuta anche con il nome di Pevarise nella zona di Valdobbiadene.
Era un tempo molto presente nella zona intorno a Valdobbiadene, soprattutto
a Santo Stefano e a San Pietro di Barbozza ed era particolarmente
ricercata dai vendemmiatori per la bontà delle sue bacche. Ha grappolo
grande, spargolo, con acini di dimensioni uniformi; l'acino subrotondo
è a maturità di colore giallo dorato ed ha la polpa un po' consistente.
Matura contemporaneamente al Prosecco e vinificata assieme conferisce
al vino un particolare caratteristico profumo, sapidità e morbidezza.
È molto sensibile alla flavescenza dorata e al diffondersi di tale
malattia è praticamente scomparsa. |
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PROSECCO LUNGO
È un vitigno quasi completamente sconosciuto nella zona di Conegliano,
è discretamente diffuso nel comune di Valdobbiadene ed a Col San Martino,
frazione di Farra di Soligo, nel periodo prefilossera. Nella ricostituzione
dei vigneti non è più stato riutilizzato nei vigneti del Trevigiano.
Il grappolo del Prosecco Lungo è di media grandezza, piramidale, alato;
gli acini di dimensioni uniforme ed a maturità prendono un colore
giallo carico. Dalla vinificazione si ottiene un vino di ottima struttura
con buon corpo e buona acidità con profumi vegetali e speziati. |
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DIFFERENZE TRA PROSECCO TONDO E PROSECCO LUNGO
Il lavoro compiuto dall'Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano
insieme all'Istituto Sperimentale per l'Enologia di Asti ed i Vivai Cooperativi
di Rauscedo ha permesso di caratterizzare queste varietà dal punto di vista
ampelografico, enologico e della struttura biomolecolare, evidenziando che
trattasi di due varietà molto diverse tra loro soprattutto a livello di
prodotto enologico. Si è così provveduto ad iscrivere al Registro Nazionale
nel 2000 la varietà Prosecco Lungo.
" Fenologia: il Prosecco lungo germoglia alcuni giorni dopo il Prosecco
tondo. Pressoché coincidente l'epoca della maturazione.
" Germoglio: nel Prosecco lungo è molto tormentoso, per cui diventa biancastro,
ma con orli intensamente colorati (rossi). Il germoglio del Prosecco tondo
è verdastro con orli leggermente carminati.
" Foglia: nel Prosecco lungo è grande, con lembo di colore verde scuro,
contorto, poco bolloso; il seno peziolare è da poco aperto a chiuso con
lobi leggermente sovrapposti.
" Grappolo e acino: il Prosecco lungo ha grappolo di media grandezza, di
forma tronco-piramidale, raramente alato; mediamente compatto. L'acino è
di forma ellittica, di dimensioni uniformi e con buccia abbastanza spessa
di colore giallo dorato carico. Il grappolo del Prosecco tondo è più grande,
allungato, piramidale, alato; l'acino è rotondeggiante, di dimensioni spesso
non uniformi per presenza di acinellatura; la buccia, sottile, è di colore
giallo dorato.
" Vigoria: notevole ed evidente la maggiore vigoria del Prosecco lungo.
PROSECCO TONDO (MIN. 85%)
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Varietà |
Clone |
Fertilità |
Peso Grappolo |
Cont. zuccheri |
Acidità |
Vigoria |
Prosecco |
ISV ESAV 10
ISV ESAV 14
ISV ESAV 19
VCR 101 |
Superiore
Superiore
Superiore
Medio sup. |
Medio
inferiore
Medio
Medio |
Superiore
Medio
Superiore
Superiore |
Media
Media
Media
Media |
Buona
Buona
Buona
Buona |
VITIGNI MINORI (MAX 15%)
|
Varietà |
Clone |
Fertilità |
Peso Grappolo |
Cont. Zuccheri |
Acidità |
Vigoria |
Verdiso |
ISV-V 2
ISV-V 21 |
Medio sup.
Media |
Medio
Superiore |
Superiore
Superiore |
Media
Media |
Buona
Buona |
Perera |
|
|
|
|
|
|
Bianchetta |
|
|
|
|
|
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Prosecco Lungo |
ISV 2
1SV 3
VCR 50
VCR 90
VCR 40 |
Media
Superiore
Superiore
Superiore
Superiore |
Medio
Superiore
Medio
Medio piccolo
Medio piccolo |
Superiore
Superiore
Superiore
Superiore
Superiore |
Buona
Buona
Buona
Buona
Buona |
Media Vigoria
Media Vigoria
Media Vigoria
Media Vigoria
Media Vigoria |
PROSECCO - PROVA CLONI - 1996/2000
|
|
ISV ESAV 10 |
ISV ESAV 14 |
ISV ESAV 19 |
Produz. Uva/Vite Kg
N Grappoli/Ceppo
Peso med. grapp. g
Titolo zucch. %
Acidità titol. %
PH
Peso legno/vite Kg |
6.9
36
207
15.9
7.8
3.21
1265 |
7.2
32
231
15.7
7.9
3.22
1210 |
8.2
35
242
15.7
8.1
3.22
1429 |
SCELTA DEL CLONE
La vite è coltivata in ambienti e climi molto diversi, grazie alla vasta
gamma varietale. L'aspetto del clima più importante da considerare è rappresentato
dalle temperature, in relazione al ciclo vegeto-produttivo della varietà.
Molte ricerche dimostrano l'influenza del terreno nell'espressione delle
caratteristiche genetiche del vitigno. Le Doc e Docg classificano i vini
sulla base delle caratteristiche podologiche oltre che di quelle climatiche.
La conoscenza delle caratteristiche pedologiche e del clima (indici bioclimatici)
permette di redigere le carte vocazionali viticole.
Le caratteristiche chimico-fisiche e biologiche del terreno influenzano
la nutrizione minerale ed idrica della vite condizionandone:
" Nei terreni con buona dotazione idrica e fertili di pianura le viti vegetano
molto e a lungo (elevata vigoria), sottraendo zuccheri al deposito nei grappoli;
in tali condizioni l'invaiatura viene ritardata e la maturazione è incompleta,
in quanto la fase erbacea della bacca si può prolungare fino alla vendemmia.
" Al contrario, i terreni poveri, parzialmente disidratati nel periodo invaiatura-vendemmia,
attenuano la vigoria ed arrestano l'accrescimento vegetativo prima dell'invaiatura,
consentendo un migliore accumulo di zuccheri ed altri componenti organici
delle bacche.
La vite vive in quasi tutti i tipi di terreni ma i risultati migliori si
ottengono escludendo dalla viticoltura i terreni anomali e combinando appropriatamente
le caratteristiche del vitigno, con quelle pedoclimatiche e dell'obiettivo
enologico.
In italia la scelta del vitigno è regolamentata: in ogni provincia vi sono
degli elenchi delle varietà raccomandate e ammesse a coltura, oltre alle
eventuali Doc: la scelta del vitigno è quindi vincolata. Nell'ambito della
varietà è possibile scegliere i cloni o il clone
Attualmente si consiglia di piantare più cloni nello stesso vigneto per
aumentare la variabilità genetica che comporta:
" Maggiore stabilità nel tempo alla quantità e qualità
" Completamento e integrazione delle caratteristiche tra i cloni.
Portainnesto |
Calcare |
Compatt. |
Siccità |
Salinità |
Assorb. |
Vigore |
Fenologia |
110 Richter |
Discreta |
Discreta |
Ottima |
Buona |
Mg Alto |
Forte |
Tardiva |
1103 P |
Discreta |
Buona |
Ottima |
Buona |
Mg Alto |
Forte |
Tardiva |
775 P |
Discreta |
Discreta |
Discreta |
Buona |
Scarso K |
Buono |
Media |
Kober 5 BB |
Buona |
Discreta |
Discreta |
Mediocre |
Scarso Mg |
Forte |
Tardiva |
S0 4 |
Discreta |
Discreta |
Scarsa |
Mediocre |
Scarso Mg |
Forte |
Tardiva |
420 A |
Buona |
Buona |
Buona |
Mediocre |
Scarso Mg |
Discreto |
Precoce |
110 Richter viene utilizzato in impianti fitti e con cloni meno produttivi;
420 A viene utilizzato in nuovi impianti, non da rimpiazzo perchè soffre
il problema ristoppo ed esige terreno vergine.



BARBATELLE DI PROSECCO TONDO |
Terreno |
Portainnesto |
Vitigno |
Ciottoloso Ghiaioso |
1103 Paulsen
775 Paulsen
420 A |
ISV ESAV 10 o 19
ISV ESAV 10 o 19
ISV ESAV 10 o 19 |
Ciottoloso / Ghiaioso ben esposto |
1103 Paulsen |
ISV ESAV 10 o 19 |
Silice / Limoso |
110 Richter
SO4 |
ISV ESAV 10 o 19
ISV ESAV 10 o 19 |
Silice / Limoso ben esposto |
110 Richter
Kober 5BB
SO4
420 A |
ISV ESAV 10 o 19
ISV ESAV 10 o 19
ISV ESAV 10 o 19
ISV ESAV 10 o 19 |
Argilloso / Calcareo |
1103 Paulsen
Kober 5BB |
ISV ESAV 10 o 19
ISV ESAV 10 o 19 |
Argilloso / Calcareo ben esposto |
1103 Paulsen
Kober 5BB |
ISV ESAV 10 o 19
ISV ESAV 10 o 19 |
Argilloso |
Kober 5BB
SO4
420 A |
ISV ESAV 10 o 19
ISV ESAV 10 o 19
ISV ESAV 10 o 19 |
Argilloso ben esposto |
Kober 5BB
SO4
420 A |
ISV ESAV 10 o 19
ISV ESAV 10 o 19
ISV ESAV 10 o 19 |
NB: scelta in funzione della resistenza alla siccità dall'alto al
basso in funzione del tipo di terreno.
(nota tabella 3)
Marco Merotto
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