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Esperto Giuseppe Marini
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Gita in Langa, alla scoperta della vendemmia 2004 di Giuseppe Marini Con l'occasione di ritirare del vino ordinato, con gli ormai consolidati amici, seri ed appassionati enogastronomia dilettanti, decidiamo di andare a tastare con mano, nel pieno della vendemmia 2004, le prime impressioni, direttamente dalla voce di alcuni di loro. Si parte dunque, approfittando di uno splendido sabato che ci fa scoprire, complice un cielo terso ed azzurro, un paesaggio mozzafiato delle langhe, circondate dalla corona alpina appena spruzzata dalla prima nevicata. Prima tappa Dogliani, comune fulcro della DOC Dolcetto di Dogliani, un paese che sembra quasi infossato in una gola, circondato com'è dalle regolari colline circostanti, che coi loro filari ordinati e fitti sembrano ancora più imponenti. Chionetti ci aspetta nel cortile della sua casa circondata dalla vigna S. Luigi; vi arriviamo riconoscendo la sua tenuta da lontano per esservi già venuti: infatti non vuole insegne "che richiamano turisti". Questo spiega che non voglio parlare dell'azienda in questo articolo per farne pubblicità; semplicemente Chionetti è uno dei padri del dolcetto di Dogliani e non ne ha bisogno. Semplice e gentile, uomo schietto e genuino, ci racconta ,dietro ad un bicchiere di Briccolero 2003 parte della sua filosofia e le sue impressioni. "Da 2 produttori iniziali (Poderi Einaudi ed io) ora siamo in 60 a lavorare il dolcetto e c'è spazio per tutti. Quello che differenzia la qualità del prodotto è la fedeltà alla produzione naturale. Il vino nasce in vigna, dalla sua coltivazione e dalla sua cura, in stretta dipendenza delle condizioni pedoclimatiche del luogo. Il prodotto vino oggi tira molto e per questo si possono perdere di vista tutte quelle pratiche che garantiscono la bontà e la genuinità del prodotto, pur di raggiungere uno scopo produttivo. Si parte dalla cura del terreno senza usare diserbanti, perché anche l'erba serve per arricchire il frutto di sapore, si passa per la giusta potatura e si arriva alla selezione oculata dei grappoli. Occorre avere il coraggio di eliminare l'eccesso di produzione per mantenere la qualità del prodotto: si producono meno bottiglie di vino, certamente ma l'obiettivo non sono i numeri bensì la qualità. Come nella vendemmia precedente si è avuto il coraggio di eliminare quasi la metà dei grappoli, occorre avere la franchezza di non produrre un determinato vino se non c'è la qualità dell'uva com'è avvenuto per il 2002. Oggi le tecniche enologiche si sono molto evolute e si possono utilizzare lieviti selezionati ed enzimi fermentativi, per non parlare d'altre metodiche più o meno lecite di concentrazione del mosto, tagli con altri vini o altre diavolerie chimiche: così si ottengono i vini francobollo che sono tutti uguali gli uni agli altri!." Gli occhi di Chionetti s'illuminano quando parla della vendemmia 2004 e si dichiara molto soddisfatto e quasi certo che sarà una buonissima annata. Intanto dal bicchiere si sprigionano i profumi esuberanti e pieni del Briccolero con sentori fruttati di marasca e more, seguiti da lievi e piacevoli note speziate. In bocca poi, il gusto fine e piacevolmente tannico indicano l'importanza di questo vino destinato a farci gioire ancora per molti anni e a richiamarci l'anno prossimo per assaporare il nuovo Con questa persistenza che diventa memoria lasciamo Chionettti, per dirigerci nel cuore della DOCG Barolo: a Castiglione Falletto dall'az agricola Fratelli Brovia. Ci precede nell'aia della casa un trattore che trasporta cassette d'uva e mentre parcheggiamo gli operai iniziano la di raspatura. Qui parliamo col genero, dr Sanchez, che pur d'origine straniera ha assunto sicura maestria e competenza. "Quest'uva proviene dalla vigna in zona Rocche una delle più vecchie, capace di fornire un prodotto di grande qualità. La vigna, assieme ad altre 2 in zona Villero è situata nel comune di Castiglione Falletto il cui terreno fornisce per la sua struttura, caratteri più profumati e di eleganza ai vini. Un'altra vigna, da cui traiamo il cru CAMIA, è situata nel comune di Sarralunga il cui terreno fornisce elementi che conferiscono ai vini maggior struttura e li rende forse più atti all'affinamento. Qui potete toccare con mano il prodotto di questa vendemmia: il frutto è stato abbondante e, cosa importante, le piante non hanno sofferto avversità climatiche o siccità come l'anno passato. Il mosto che né deriva dovrebbe essere dunque ben equilibrato e ricco di sostanza con un rapporto polpa/buccia ottimale; la vendemmia sta avvenendo in condizioni climatiche ottimali e i grappoli arrivano sani e asciutti. Tutto ci fa pensare ad una grande annata." Ci fa seguire il mosto sino alle vasche in cemento di fermentazione a temperatura controllata e ci fa vedere le grandi botti in rovere da 500 hl dove il barolo riposerà per 3 anni prima di passare all'affinamento in bottiglia. "Pur mantenendo uno stile produttivo tradizionale, senza l'uso della barrique, abbiamo visto che l'ottimale sono le botti medie da 350 hl perché si riempiono meglio con il vino provenente tutto da un'unica vigna" Anteprima finale: degustazione di 2 vini produzione 2001, spillati direttamente dalla botte: - Barolo Rocche 2001: rotondo e profumato con eleganti aromi fruttati e con tannini ovviamente duri ma già non fastidiosi, note di estrema freschezza. - Barolo Camia 2001: con profumi meno netti e variegali e con tannini spigolosi, di ottimo corpo e di qualità fine; un vino che definirei in fasce ma da grandiose prospettive. Giuseppe Marini |