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Esperto Giuseppe Marini
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DOC LOAZZOLO VENDEMMIA TARDIVA Incuneato nella bassa langa artigiana, tra la granda cuneese e l'alessandrino, salendo su per la collina provenendo da Canelli si ammira il castello Gancia, mentre divallando dall'altra parte si sentono i primi profumi delle formaggette di Roccaverano. Questo è Loazzolo, piccolo comune di 385 abitanti , il cui nome deriva dal basso latino Lupatiolum (luogo ove scorrazzano i lupi) e che appartenne sin dal XII secolo ai marchesi del Monferrato, che lo cedettero al comune di Asti nel 1200. Nel 1530 l'imperatore Carlo V lo infeudò agli Scarampi, per passare poi nei primi anni del '700 sotto il dominio di casa Savoia, che lo eresse a marchesato per i Cavoretti di Belvedere. Il castello medioevale venne abbattuto durante le guerre del sec. XV. Loazzolo è anche la DOC più piccola d'Italia, luogo di produzione del LOAZZOLO, passito di moscato vendemmia tardiva, vino rarissimo. Questo vino è vinificato e imbottigliato esclusivamente nel comune di Loazzolo (caso unico in italia) e conta 8 produttori per 5-6 ettari complessivi. Legato indissolubilmente al territorio, perché le vigne sono in mezzo a boschi ricchi di una vegetazione intoccata ( sono state rilevate 16 specie di orchiedee selvatiche ), in un'area che diventerà "Riserva naturale speciale" estesa su circa 100 ettari, è DOC riconosciuta dal dpr del 14 aprile 1992 e il rigido disciplinare di produzione prevede una resa per ettaro non superiore a 27,5 ettolitri. Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione del vino "Loazzolo" devono essere quelle tradizionali della zona e, comunque, atte a conferire alle uve ed al vino derivato le specifiche caratteristiche qualitative. Sono considerati idonei unicamente i vigneti ubicati su pendii e dossi collinari soleggiati su terreno a struttura calcarea marnosa tendenzialmente sciolta (Miocene - Langhiano). La giacitura dei terreni vitati, per favorire l'insolazione, deve essere collinare con pendenza minima del 20% con esclusione dei vigneti di basso o di fondo valle, ombreggiati, pianeggianti o umidi. Nei vigneti terrazzati o ciglionati la pendenza deve essere calcolata utilizzando il profilo della collina progresso al terrazzamento. Tenuto conto delle elevate esigenze termiche del vitigno Moscato bianco destinato alla produzione del vino "Loazzolo", sono da considerarsi idonei esclusivamente i vigneti in esposizione solari collocati sui versanti collinari da est a ovest e più precisamente compresi tra 90' e 280' della rosa dei venti. I sesti di impianto devono assicurare nella parte coltivata minimo 4.000 viti per ettaro: le forme di allevamento ed i sistemi di potatura debbono essere quelli generalmente usati (potatura corta Guyot, cordone a sperone) con una carica di gemme a frutto non superiore a 8 gemme per pianta e comunque atti a conferire all'uva ed al vino le specifiche caratteristiche qualitative. E' vietata ogni pratica di forzatura. L'uva prodotta deve essere vendemmiata tardivamente per ottenere una grande gradazione zuccherina (14-15° alla vendemmia) e lasciata appassire per alcuni mesi, su graticci di canne in un apposito locale denominato fruttaio; attaccata dalla muffa nobile, viene successivamente selezionata a mano. Il mosto viene vinificato all'inizio dell'inverno, fatto fermentare lentamente e affinato per 2 anni a partire dal 1 gennaio successivo a quello della vendemmia, di cui almeno 6 mesi in barriques di rovere dalla capacità non superiore a 250 litri, dopodichè viene imbottigliato. Di colore giallo dorato, brillante, presenta odore intenso e persistente, fine ed elegante con sentori di frutta candita e note di agrumi, miele, vaniglia e muschio; il sapore è decisamente dolce, caldo e vellutato, abbastanza fresco, con il caratteristico aroma di moscato. La gradazione alcolica minima è di 15,5 gradi di cui almeno 11 svolti. Il Loazzolo, a mio avviso ancora troppo poco conosciuto, va ricercato proprio per le piacevoli e gradevolissime sensazioni che si possono provare alla sua degustazione. La vendemmia tardiva, l'infavamento delle uve da parte della Botrytis cinerea e l'appassimento regalano a questo vino quelle caratteristiche peculiari di colore, odore e sapore sopra descritte. E' dunque un vino ben strutturato e oserei dire raffinato nel suo complesso, con una notevole persistenza gusto olfattiva. L'epoca ideale per il consumo sono in genere i 2-5 anni e la temperatura di servizio ideale è tra gli 8 e i 10° Gli abbinamenti ideali del Loazzolo sono con la pasticceria secca, con le torte e le crostate alla frutta, ma anche qualche formaggio ben strutturato; ottimo comunque anche da solo o con una allegra compagnia. E' dunque un vino da dessert o da meditazione, da bere in momenti molto speciali: un vero e proprio gioiellino! L'eccezionalità di questo vino che racchiude tutto l'inimitabile ventaglio aromatico delle uve Moscato, ha fatto da volano allo sviluppo turistico del territorio, che offre tra l'altro, oltre ad una valida gastronomia storica, aspetti naturalistici di grande interesse. I periodi ideali per una gita in quel di Loazzolo sono la festa della Madonna della Neve in regione Quartino la prima domenica d'agosto e la "sagra delle Bugie" a fine agosto. Le cascine poi a fine vendemmia organizzano tipiche feste sull'aia per ringraziare tutti i partecipanti, ma coinvolgendo, nella tipica ospitalità langhigiana, chiunque si trovi a passare di là. E' cosi, in effetti che conobbi il Loazzolo e ne diventai amico: girovagando per caso su per la collina, attirato dalla musica e dalla festa sull'aia, dai profumi e dall'allegria. Il 23 giugno 2003 si è tenuto a Loazzolo un convegno dal titolo " LOAZZOLO DOC DIECI ANNI DI SOGNI E REALTA" per rendere omaggio alla tenacia dei produttori di questo vino. Per l'occasione i produttori del Loazzolo hanno chiesto alla ditta Spiegelau di creare un bicchiere da degustazione che esalti gli aromi e i colori di questo vino. Dalla collaborazione è nato un oggetto prezioso che diventerà sicuramente un pezzo da collezione. Buona gita dunque… e buona degustazione. Giuseppe Marini |