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          Esperto Franco Massa


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ED ECCO A VOI LO SCIACCHETRA'

Dopo aver parlato del Cinque Terre e della sua leggenda non si può non trattare anche della sua versione più nobile, il Cinque Terre Sciacchetrà.
E' prodotto con le stesse uve di cui ho già detto, ma la resa in vino non può essere superiore al 35%, quindi si tratta di far appassire, con sistemi adeguati ed in condizioni particolari, ove la "botritis cinerea" (o muffa nobile) possa degnamente fare il proprio dovere, le uve che una volta trasformate in vino daranno quei particolari sentori e gusti che vedremo.
Dello Sciacchetrà se ne produce una versione "dolce naturale" che deve avere almeno il 4% di zuccheri indecomposti, ed un tipo liquoroso; non può essere immesso al consumo se non dal 1° novembre dell'anno successivo alla vendemmia.
Degustiamolo, allora questo Sciacchetrà; ad un corretto esame organolettico si presenta con un colore giallo paglierino carico con riflessi dorati da giovane, si fa poi dorato carico se mediamente affinato (5/6 anni) e assume colore ambrato se molto affinato (10/15 anni); teniamo presente che può durare anche più a lungo nelle annate migliori ed allora il colore aumenta di intensità fino ad assumere sfumature marroncine. Il profumo è ampio e persistente e qui possiamo cogliere, a seconda dell'età, tutta una serie di interessanti sentori che vanno dalla mela all'albicocca, che diventa confettura di pesca ed albicocca fino alla vaniglia nell'età media, in età avanzata svuiluppa sentori di miele di castagno ed acacia e prugna cotta, tutti profumi di rara finezza e personalità.
Al gusto non si possono che avere piacevoli conferme, dal dolce non dolce, mai stucchevole, sempre caldo e vellutato presenta una notevole persistenza aromatica specie in età avanzata. Ha 17° di alcool complessivi di cui almeno 13,5° svolti, lo servo a 13-14°C. accompagna felicemnete il classico pandolce genovese, ma anche panforte ed altra pasticceria preferibilmente secca.
E visto che siamo in carnevale propongo con la goliardia dei "carmina burana" le celeberrime strofe centrali de "In taberna quando sumus":

"... Bibite hera, bibit herus, bibit miles, bibit clerus,bibit ille, bibit illa, bibit servus cum ancilla, bibit velox, bibit piger, bibit albus, bibit niger, bibit constans, bibit vagus, bibit rudis, bibit magus, bibit pauper, et egrotus, bibit exul et ignotus, bibit puer, bibit canus, bibit presul et decanus, bibit soror, bibit frater, bibit anus, bibit mater, bibit ista, bibit ille, bibunt centum, bibunt mille..."...Prosit ! alla prossima !


Franco Massa