Olio d'oliva…grande bluff
Com'è bello far la spesa nei supermercati,ci si ubriaca di luci, colori,offerte
promozionali,il regno della convenienza:ma acquistiamo un prodotto o una
semplice etichetta?
Guardiamo mai oltre quella striscia di carta?
Possiamo leggere gli ingredienti,ma sarà poi vero o almeno comprensibile
quello che c'è scritto? Quello che sembra un paese dei balocchi è una
foresta di streghe e lupi,intrigata e buia.
Parleremo dell'oro giallo,un prodotto fondamentale,esempio di una diffusa
propensione dei produttori alimentari a immettere sul mercato prodotti
a prezzi competitivi in deroga ai canoni di qualità.
Vivo in Puglia,il regno dell'olio,nel Salento vi sono ulivi piantati dai
Greci duemila anni fa ancora in piena produttività.
-Non si campa con le vulie- dice Michele olivicoltore,il contributo della
Comunità Europea ammonta a circa 1.25 € al litro sia che si produca olio
lampante o olio extravergine.
Viene da chiedersi Michele produrrà olio di qualità o meno?
L'olio lampante è prodotto con olive raccolte per terra dopo la loro caduta,senza
scuotitori,frante magari dopo più giorni ottenendo cosi' un olio molto
acido,usato in passato nelle lucerne;tecnica che abbatte notevolmente
i costi a scapito della qualità.
Per l'olio extravergine il discorso è più complesso,le olive sono raccolte
a mano o tramite scuotitori,lasciate cadere su reti e frante dopo poche
ore dalla raccolta,costi elevati che si coniugano in un olio di qualità
con acidità quasi nulla. Michele produrrà olio lampante,è ovvio,raccogliere
olive per un olio extravergine gli costerà almeno 5 € per ogni litro prodotto
e siamo in pianura, pensate un po' sui terrazzamenti liguri o del lago
di Garda dove i costi raddoppiano.
Tomasi,un altro olivicoltore dice - Io non raccolgo le vulie da cinque
anni i miei figli non se ne fregano niente ccattamu l'olio extravergine
alla Standa a 3€ al litro- . Un momento,c'è qualcosa che non va,se solo
per la raccolta l'olio extravergine costa 5€ al litro come lo si può comprare
al supermercato a soli 3€ ?
Quindi o non è olio extra o è prodotto in paesi dove il costo della manodopera
è ridotto.
Acquisteremo cosi' un prodotto che almeno sia italiano,che sia in ogni
caso conveniente,ci indirizziamo verso grandi aziende nazionali quali
Carli (ligure,vende olio per corrispondenza), Bertolli(toscana,con l'olio
più venduto al mondo), Carapelli(toscana,con oli di nicchia), Sasso(ligure)….Fregati.
Carli non utilizza olio ligure,Bertolli è della multinazionale Unilever
e acquista solo il 20-30% di olio nazionale,Carapelli dichiara un 30%,Sasso
(Nestlè) utilizza il 40% di olio italiano,ma nemmeno una goccia di quello
ligure!
Questo per citare solo alcune grandi aziende.
Da dove proviene la restante e più considerevole percentuale di olio che
arriva sulle nostre tavole?
Tunisia,Turchia,Spagna,Israele; a me potrebbe anche star bene,è olio extra,prezzo
conveniente, anche se in etichetta non si parla della provenienza ed io
ho sempre creduto di acquistare olio italiano(unica eccezione è l'olio
COOP che dichiara in etichetta la provenienza dei diversi olii) I produttori
si difendono dicendo che la legislazione italiana non prevede tali specificazioni
,il Ministro dell'Agricoltura in carica dichiara che la modifica di tale
legge sarebbe uno shock per l'industria olistica italiana,non ancora pronta.
Va bene sarò costretto a comprare quell'olio,sarà d'importazione,ma ci
sarà un organismo preposto al controllo che farà arrivare sugli scaffali
olii extravergini veramente tali,almeno sicuri,che non ci intossichino
l'esistenza.
Ma si,c'è l'ufficio repressione frodi,il Nucleo Antisofisticazioni dei
Carabinieri,ma i sistemi di analisi sono vecchi e le tecniche di sofisticazione
e frode sempre più evolute.
L'olio partiva dalla Turchia e da Israele come olio di nocciole dopo una
sosta in qualche porto compiacente sbarcava a Monopoli o a Barletta magicamente
trasformato in olio extravergine d'oliva!
Le indagini sono complesse e il più delle volte ci si ritrova con un pugno
di mosche poiché,potendo usare come prova i soli documenti di viaggio
non europei, ci si trova davanti la legge sulle rogatorie internazionali,che
strizza l'occhio a tutti quei reati compiuti fuori del nostro territorio.
Anche il gigante buono della Comunità Europea ci mette lo zampino:vieta
i trattamenti chimici dell'olio.
E quelli fisici? Il talco è largamente usato in Spagna per rettificare
gli olii!
Per fortuna ci sono i prodotti D.O.P.,certamente costano tanto,ma ci garantiscono
quella sicurezza alimentare oggi dimenticata dal mondo globale,facendo
perdere la gioia del rapporto rispettoso con la terra che è l'unica cosa
che fa valere il lavoro dei contadini,riconsegnando al consumatore il
gusto della buona tavola ed un prodotto sano e prezioso come una volta.
Si auspica che l'indirizzo della Comunità Europea sia più deciso nei confronti
dell'olio extravergine,privilegiando il prodotto vero,siamo stanchi dell'Italia
metallurgica,lasciateci morire contadini.
Ridateci il gusto di produrre olio d'oliva,attraverso una maggiore coscienza
del consumatore,la vecchia regola del "poco,ma buono", tramite scelte
comunitarie più volte verso il prodotto di qualità ed etichette più chiare
e precise o almeno sincere.
Fiorenzo Garzia
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