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          Esperto Fiorenzo Garzia


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Il Salento è "Primitivo"

La' dove la penisola italiana diventa ancora più peninsulare è il Salento,dove l'acqua è preziosa e dove scorre il succo di un'uva antica che ha dato sollievo e nutrimento alle genti per secoli.
E' questo il Primitivo vinificato qui da sempre , ma venduto come vino da taglio per sostenere produzioni povere e spente. Poi si guardò oltreoceano e ci si accorse che i Californiani con il loro Zinfandel ( più accattivante denominazione dello stesso vitigno) producevano vini che facevano arrossire anche i più aristocratici vini di Borgogna , cominciò cosi' una sfida alla riscoperta del vitigno pugliese più legato al terroir .
Ci si innamora a guardare quei vigneti,di solito pianeggianti spesso in riva al mare nella rena colture ad alberello vecchie di settant'anni e da qualche anno preparate a dare il meglio di se stesse.
In questo senso l'impegno delle aziende salentine è profondo si propongono,quindi ,prodotti di grande personalità che si presentano,nella loro tipicità,in più sfaccettature legate a tipologie di suoli differenti e ad un disciplinare la Doc di Manduria che consente di vinificare il Primitivo in più versioni: secco,liquoroso secco, dolce naturale e dolce liquoroso con gradazioni che spaziano dai 16° ai 18°. Inoltre vi sono le varie esperienze ,sempre validissime, dei Primitivi I.g.t. del Salento e del Tarantino.
Il Primitivo rientra nell' uvaggio di altri vini pugliesi,il più delle volte in modo rilevante,dando vita a rossi(spesso fuori dalle D.o.c.) di gran pregio,pieni e ben strutturati, fatti da enologi che hanno ben compreso la versatilità di questo vitigno nobile e resistente (spesso a piè franco ,cioè non innestato su vite americana).
E' un vino da far nascere con grande attenzione dato il vigore e le asperità che lo caratterizzano,ma quando c'è la competenza di grandi e piccole aziende si arriva a produzioni eccellenti che non richiedono uno sforzo immane al portafogli dell'acquirente in enoteca.
A conquistare sono lo speziato, le note di ciliegia sotto spirito, l'affascinante robustezza e la quasi impenetrabilità di quel rosso porporino.
Arrosti ,formaggi piccanti e noci ,selvaggina ci vanno a nozze, nella versione Dolce Naturale come vino da meditazione accompagna pasticceria secca e pecorini stagionati. Il sangue del Salento è il Primitivo ,lo hanno capito in molti e molti si affacciano oltre la Linea Gotica "annusandone l'odore",i lettori perdoneranno il mio campanilismo ,ma non dobbiamo lasciare andare via ciò che è nelle radici della nostra terra per semplice pigrizia: continuate su questa linea ,produttori del Salento,con la modernità nella tradizione, per donare a tutti attimi di gioia dei sensi conservate in quelle bottiglie di nettare impenetrabile alla luce.


Fiorenzo Garzia