Ragusano Dop
di Riccardo Collu
Il Caciocavallo Ragusano, localmente chiamato anche
"Scaluni o Provoloni" per la sua forma a parallelepipedo è uno dei formaggi
storici Siciliani e uno dei punti di riferimento dei prodotti caseari
italiani.
Già in alcuni testi del 1515 viene riportato tra gli alimenti per cui
vengono richiesti i dazi a dimostrarne l'importanza che già aveva assunto.
La pezzatura del formaggio pare che sia praticamente raddoppiata da circa
8 kg a poco meno di 20 nel periodo del dopoguerra, questo anche per agevolare
il trasporto dei Caciocavalli in America destinati agli emigranti che
avevano lasciato le terre in gestione. La pezzatura grande aveva così
due vantaggi, riuscire a raggiungere il quintalaggio del pagamento in
natura con meno pezzi e riuscire a controllarli meglio durante il viaggio
rendendo più difficile il furto date le maggiori dimensioni. D'altro canto
però sembra che la pezzatura maggiore avesse anche una qualità inferiore,
oggi, non è più così, grande cura viene dedicata alla lavorazione del
prodotto a partire dalla scelta del latte, questa ricerca di qualità e
mantenimento delle tradizioni hanno portato al conferimento della dop
nel 1996.
Alcune aziende hanno comunque ripreso e affiancato alla produzione dello
scaluni, quello delle pezzature più piccole.
La attuale zona di produzione, si estende dagli altopiani Iblei ai comuni
di Scicli, Chiaromonte, Vittoria, Comiso, Modica e adiacenti a Ragusa
e Palazzolo, Noto, Rosolini e Acreide a Siracusa. Il formaggio viene ricavato
da latte vaccino, dove l'eccellenza è rappresentata dalla razza Modicana,
maggiormente diffusa negli altopiani iblei dove l'alimen tezione è anche
ricca di erbe aromatiche. Il latte, crudo, viene fatto acidificare naturalmente,
riscaldato a poco meno di 35° c e aggiunto di caglio di capretto o agnello,
che lo porta alla coagulazione in circa 70 - 90'. La consistenza della
cagliata viene valutata introducendo un bastone di legno nella massa se
questo rimane in piedi la consistenza giusta è raggiunta.
Viene così rotta alla grandezza di una lenticchia con la rotula, dopo
la prima rottura viene aggiunta acqua calda e lasciata sul fondo ad pacificare
naturalmente.
Raggiunto il giusto grado si acidità, la pasta viene estratta dalla caldaia,
e fatta scolare su tavoli o in appositi stampi, dopo di che si può procedere
alla filatura. La pasta viene tagliata in listarelle, introdotta nei tradizionali
mastelli di legno e viene addizionata di acqua alla temperatura di 80°c.
La filatura avviene operando con un bastone fino che la pasta non ha raggiunto
la giusta elasticità, quindi viene posta in tavoli formatoi con un asse
scorrevole che conferiscono la classica forma a "Scaluni".
La forma così modellata viene salata per circa 48 ore in salamoia e in
seguito posto ad asciugare in locali ventilati e a stagionare legato in
coppia a cavallo di un asse come si conviene al nome.
Le forme che vengono scelte per una maturazione prolungata, anche 6 mesi
e oltre, possono essere sottoposte a "Cappatura" ovvero unte con olio
di oliva. Il Ragusano dopo la stagionatura si presenta con forma a parallelepipedo
irregolare, nel centro circa il segno della corda le facce piane, lisce,
lucide, il colore è un giallo paglierino che può avere riflessi marcati
e qualche venatura di scuro nelle venature della crosta. La pasta all'interno
è giallo chiaro intenso, si notano i segni della filatura, a volte può
essere presente una piccolissima occhiatura. Olfattivamente la percezione
è intensa e persistente, fieno, erbe aromatiche, in alcuni casi floreale.
Al gusto e negli aromi questo formaggio dà il meglio di sé, la sapidità
e la nota piccante lo caratterizzano, senza offuscare sentori di mandorla
tostata e a volte di frutta candita.
La particolarità del ragusano lo rende anche un componente essenziale
in cucina, lo stagionato è usato da grattugia e conferisce unicità ai
piatti in cui viene usato. Viene anche gustato impanato e fritto.
L'abbinamento ai vini è preferibile farlo con vini rossi strutturati,
interessanti abbinamenti con Nero d'avola o per un curioso finale di pasto
assieme a mandorle secche tostate e un Marsala giovane.
Riccardo Collu
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