Pure'
di patate: buono dall'inizio..
di Stefano Buso
Pure'
di patate: fragrante crema gialla dal sapore inconfondibile e inimitabile…e
che altro? Ecco certamente, delizia senza tempo onnipresente sulle nostre
tavole ed inoltre bontà unica, insostituibile per tutti i secoli dei secoli!
Eccessivo? Non direi. Forse lievemente altisonante, ma questo piatto (troppo
spesso minimizzato) racchiude in pochi cm2 bontà, nutrimento, conforto,
duttilità culinaria, par condicio e tantissimo altro ancora! Siamo quasi
a Natale e dal punto di vista culinario non mancheranno le portate che
presenteranno come abbinamento, guarnizione o "base" il pure' di patate!
Desiderato da piccini e adulti, da pargoli e nonnini, oramai è presenza
confortante a partire dalla rigida dieta ospedaliera sino a quella intimo-domestica!
Certo
un pure' di cavoli, non è proprio cosa alla pari, né buono altrettanto,
su questo dubbi non ce ne sono! Spunta come un'apparizione in diversi
menù sia da solo che sotto spoglie di "fumante" giallo accompagnamento.
Ben triste sarebbe immaginare qualcosa di diverso dal ghiotto pure' che
non sia appunto lo stesso. Latte, burro e naturalmente la patata lessata,
passata ancor rovente con decisa energia attraverso lo schiacciapatate,
sono i celebrati protagonisti per realizzare uno dei piatti più buoni
in assoluto; una volta pronto, lasciatelo pure "sonnecchiare" su un bagnomaria
leggermente coperto con latte tiepido, eviterete così che si formi quell'odiosa
crosticina in superficie e che tanto ricorda la corteccia di un albero!
Pregiato "tappeto" per carni, intingoli, brasati, stracotti, spezzatini,
bocconcini e tantissime altre ghiottonerie, non sfigura però nemmeno come
portata singola; a conferma, in molti paesi del globo, è servito come
piatto unico!
Condito
con formaggio, uova, salse, salsine o spezie è nutriente e saporito, ma,
l'apice della goduria, avviene senza dubbio, quando è presentato con carni
infinite a lunga cottura, arroste, bollite o meglio, brasate. Quanto profumo,
che sapore, che bontà! È un intenso intrigo cerebrale mescolato a genuino
piacere poter "inzuppare" una generosa, calda forchettata di pure' su
un sugo di carne profumato! L'idea del pure' coccola e tenta, quasi fosse
la carezza di un'amante lussuriosa dalla quale è arduo resistere ma, come
da manuale, alla fine si cede, travolti da vulcanica passione. Così avviene
anche con il pure': prima una forchettata, poi un'altra ed un'altra ancora,
desiderando che il tutto, non debba mai arrivar alla fine. Avanti dunque
con il pure'e con il gusto, ben vengano le tradizioni a tavola e i piatti
semplici, perché la bontà non ha né tempo né colore e resiste stoicamente
alle temibili bordate dell'innovazione. Tra infinite invenzioni culinarie,
e relativi sofismi i vari, una bontà sostituta ufficiale del pure' di
patate non è ancora stata inventata e sarà ben arduo che prossimamente
lo sia..
Tecnica in cucina:
il latte caldo per preparare il pure' di patate, non è un virtuosismo
inutile. Non è saggio né tecnicamente consigliabile, usare latte
a temperatura ambiente o, peggio, freddo da freezer! Il rischio
di provocare "grumi" è alto ed inoltre, usando il latte caldo, il
composto si lavora meglio e il calore del latte unito a quello della
patata calda, riesce ad amalgamarsi con il burro, rendendo alla
fine un ottimo risultato. Com'è noto in cucina bisogna rispettare
le regole di esecuzione per poi alla fine, godere di piatti deliziosi.
|
Terminologia di cucina
Zoccolo
o base:
si usa spesso questa nomea. Per zoccolo o base s'intende appunto
una pietanza (in questo caso il pure')che viene usato da "lettone
a due piazze" e ben morbido per adagiare poi uno zampone, un cotechino
delle fette di carne etc. etc.
Passare al setaccio:
anche questo è un termine di cucina frequente. Negli ultimi tempi
si passa di più al passaverdura, al mixer; in effetti il vecchio
passatutto di legno con retina incorporata è divenuto un utensile
d'antan. Le patate conviene passarle ben calde con lo schiacciapatate,
mi raccomando.
Lasciare in bagnomaria:
nelle cucine professionali esiste una vasca termica dove le casseruole
e le pentole vengono lasciate in caldo dopo la cottura. A casa invece,
si usa riscaldare dell'acqua su una casseruola e introdurre all'interno
la pietanza da tenere in caldo.
Frase celebre
Non basta saper fare razzia di pesci costosissimi al banco della
pescheria, se poi non si sa a quale particolare salsa accompagnarli,
né il modo di arrostirli per sollecitare l'appetito di un conviviale
già sazio.
Orazio
|
Mistero del vino
Mito e storia della bevanda sacra agli dei
recensione di Stefano Buso
AUTORE: Louis Charpentier
COLLANA: Uomini, storia e misteri
PAGINE: pp. 224
ILLUSTRAZIONI: ill. No
PREZZO: € 19,00
ISBN: 978-88-7136-270-0
Accadono nella vita eventi verso ai quali si rimane attoniti, senza
parola alcuna, come impotenti spettatori di fronte a solenni ed
immutabili meccanismi che magnificano e dettano ordine alla nostra
fragile esistenza o altresì la mortificano sino a renderla fredda,
simile a tremenda e gelida sofferenza. La vita e il concetto riconducibile
alla stessa, evocano ragionamenti e pensieri che non hanno un'immediata
e logica spiegazione.
Louis Charpentier autore di questo libro è un importante scrittore
esoterico e della tradizione, autore di tanti libri autorevoli tra
i quali ricordiamo, Il mistero di Compostela.
|
 |
In quest'opera, " Il Mistero del Vino", il vino è elemento di congiunzione
tra il sacro e il profano, astratto promontorio tra l'umano mortale
e il divino irraggiungibile. Bevanda che con la sua evidente simbologia
e con il suo legame con il sangue diventa elemento basilare per tutte
le religioni del pianeta. L'autore con abilità, percorre in maniera
brillante una sorta di "viaggio" lungo la storia del vino, bevanda
per antonomasia sacra e preziosa. Viaggio che parte da Noe' primo
navigatore con la sua provvidenziale Arca, durante il diluvio universale
ma anche protagonista della prima grande sbronza della storia; altra
importante figura evocata è l'Ulisse, icona di chi osa, temerariamente
sfida e non si accontenta di una sola verità; non a caso, nell'opera
di Omero, il vino scorre sempre a fiumi e in abbondanza.
Un sentiero complesso, un iter intricato ma affascinante che arriva
infine alla coppa del Graal che metaforicamente, racchiude tutto lo
scibile conosciuto, verità inviolabili nonché il segreto dell' l'immortalità
ed anche di più forse, ma oggettivamente, il Graal contiene vino.
Dant animos vina: il vino infonde coraggio fu scritto sulle tavole
della storia e dal vino si trae la verità e, grazie ai suoi poteri,
si carpiscono persino i segreti divini dell'Olimpo! Il vino, il più
grande dono che fecero gli dei agli uomini scrisse Platone e come
non dargli torto. Un libro dove si raggiunge l'apoteosi delle emozioni
per come viene descritto il nobile concetto del vino quale mezzo privilegiato
per comprendere ermetiche verità, palesemente ultraterrene.
Arrivo alla fine e l'emozione è forte, pulsante a tratti compulsiva:
sono all'ultima pagina ma vorrei essere ancora al punto di partenza
per poterlo rileggere e la mia mente è molto stimolata, confortata.
Non verità banali quindi, non spiegazioni che sconfinano nel non-naturale,
ma il privilegio d'esser entrati grazie a Louis Charpentier in una
dimensione mai immaginata. Una domanda semplice, trasparente, forse
ingenua: che cosa sarebbe la nostra storia e cultura senza il vino?
Un libro da non perdere e da leggere senz'altro.. " |
Stefano Buso
|