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L'Azienda di Dicembre
2004 : Azienda Agricola Barone de Cles Indirizzo : Via Mazzini 18 38017 Mezzolombardo (TN) Telefono : 0461.602673-601081 Fax 0461.601081 E-mail : info@baronedecles.it Campioni inviati Teroldego Rotaliano Doc Maso Scari 2002 Rosso Cardinale Vigneti delle Dolomiti Igt 1999 ![]() ![]() AZIENDA AGRICOLA BARONE DE CLES Come si presenta l'azienda Già nel secolo XIV i Cles, antichissima famiglia anaune, possedevano vigneti sulle balze attorno a Castel Cles, loro feudo ab immemorabili. Nel Castello, tuttora proprietà familiare, essi conservano l'antica cantina con gli attrezzi in legno e fra pregevoli affreschi cinquecenteschi, si può ammirare una curiosa sinopia bassanesca che rappresenta una scena di vendemmia. Lì nacque nel 1485 Bernardo de Cles, il personaggio più famoso della Casa, che divenne Principe Vescovo di Trento e Bressanone, Cardinale di S.R.C. e Cancelliere Supremo di Re Ferdinando d'Austria e che fu un vero Signore del Rinascimento. Sappiamo che Bernardo pose ogni cura nel farsi apprestare nel Magno Palazzo Clesiano - la sua residenza principesca di Trento, sul colle del Buonconsiglio - delle magnifiche cantine, le cui botti teneva ben fornite con i migliori vini delle sue terre; Castel Cles Cardinale Bernardo Clesio e durante le solenni feste per la sua consacrazione a Vescovo - come racconta G.P. Pincio nelle sue " Croniche di Trento " stampate nel 1546 - volle che anche le genti venute di lontano per applaudirlo, assetate per il lungo viaggio, godessero di quel soave liquore, e così da una graziosa fontana costruita avanti il Buonconsiglio - opportunamente collegata con le cantine vescovili - fece zampillare dell'eccellente vino, acchè tutti potessero goderne. In tempi a noi più vicini (1943), i baroni de Cles sono entrati in possesso, per successione in linea femminile del patrimonio della estinta famiglia Sacri di Cronhof, che aveva coltivato l'uva Teroldego nei propri poderi del Campo Rotaliano fin dalla fine del secolo XVII, e la cui cantina , nel centro storico di Mezzolombardo, esisteva già nel 1759. Gli Scari, nel 1833, avevano aggiunto ai vecchi possessi una vasta brughiera sassosa - sita allora lungo il letto del torrente Noce, deviato poi, nel 1852, nell'attuale alveo - che essi, con lavoro costato decenni di sacrifici, bonificarono e misero a cultura. E proprio lì, nel cuore del Campo Rotalino, sorse così un ben ordinato vigneto: il Maso Scari, sacro al Teroldego, un "vino muto che fa parlare", come scrisse nel 1673 M. Mariani nella sua opera " Trento e il Sacro Concilio... ". Dall'amore alla terra delle antiche famiglie Scari Rotalino D.O.C., il Principe dei vini Trentini.
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