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WineTrotter ![]() Buttafuoco ed altre curiosità dell'Oltrepò di Kate Maciejewska Nel panorama della viticoltura italiana l'enologia dell'Oltrepò Pavese si presenta davvero curiosa. Quasi nessuno (se non gli esperti del settore, e neanche tutti) la immagina per com'è veramente. Tantissimi non sanno nemmeno dove si trova l'Oltrepò Pavese, pochi riescono a immaginarlo in fila con le altre affermate realtà vitivinicole del Bel Paese. È buffo, ma anche gli addetti ai lavori evitano di parlarne o chiudono subito il discorso con affermazioni del tipo "che vuoi che ci sia lì". Eppure io lì ho trovato un sacco di buoni vini e non mi vergogno di dire che uno di questi, la stupenda Bonarda del 2003 (si, non è uno sbaglio!), è stata un indiscusso protagonista del passato Natale a casa mia. Finalmente qualcosa che ho bevuto con il puro piacere di bere un buon vino senza immaginare di che…, di chi… e di quanto! ![]() Vigneti in Oltrepò Pavese È davvero difficile immaginare la concentrazione di vigne che troviamo nel territorio relativamente piccolo dell'Oltrepò Pavese, un triangolo posto nella parte meridionale della Provincia di Pavia. Per decenni, centinaia di piccoli e medi viticoltori presenti su questo angolo della Lombardia un po'dimenticato, lavoravano per le grandi città lombarde creando una serie di vini che costituivano un'alternativa ai più costosi vini piemontesi. La sfida quotidiana tra l'Oltrepò e il Piemonte si giocava prima di tutto con il Barbera, ben presente in questo territorio sin dall'inizio dell'800 (oggi più di 2 mila ettari coltivati), dal quale nell'Oltrepò si otteneva anche una curiosa versione frizzante. Si, perché nella tradizione locale, il buon vino doveva possedere una capacità di esplodere in una spuma compatta al solo versarlo! Per sfruttare tutto lo spazio a disposizione, i contadini dell'Oltrepò hanno quasi completamente cancellato altre colture, come l'ulivo e piante da frutto, creando una sorta d'unico grande vigneto, diviso soltanto dalle costruzioni delle cantine, che, tra l'altro, spesso fanno parte delle loro case. Tra le vigne dell'Oltrepò sorgono anche ben 38 castelli, che rendono questa zona molto interessante dal punto di vista turistico. È un aspetto ancora poco sfruttato, a parte la recente attività STRADA DEL VINO E DEI SAPORI DELL'OLTREPÒ PAVESE nata cinque anni fa (www.stradadelvino.org).
Ma il vitigno-simbolo di questa terra e la versatilissima Croatina, che è la base di uno dei più curiosi vini italiani - la Bonarda, esistente già nell'800. La Croatina, usata per la produzione di ottimi vini vivaci …e di grandi vini invecchiati, è diffusa in modo omogeneo in tutto il territorio dell'Oltrepò, occupando più di 2 mila ettari di vigne. Il vino Bonarda , che ha ottenuto la DOC nel 1970, può essere fermo, vivace, frizzante, secco, amabile, dolce e anche affinato in legno (ovviamente nella sua versione ferma e secca). Grazie alla sua buona struttura e la presenza di anidride carbonica, che pulisce e deterge bene le papille gustative, la Bonarda è adatta anche ai piatti dei gusti intensi e grassi come la trippa. Nell'Oltrepò è spesso servita con gli ottimi salumi locali, i risotti mantecati e i tipici agnolotti con sugo di brasato. Non per caso proprio sulla Bonarda punta molto il Consorzio di Tutela, che da un paio d'anni diffonde in Italia e nel mondo la campagna "Bonarda Style", con lo scopo di creare un vero e proprio stile di vita legato a questo vino così versatile e piacevole. È pensato come uno stile "giovane, moderno, sincero e frizzante" che, nonostante alcune polemiche dei tradizionalisti, sembra cogliere perfettamente il carattere di questo "vino di tradizione che incontra i gusti di oggi"(www.bonarda.it). Le ultime curiose iniziative legate a questo "movimento" sono la creazione della griffe "B*ON" di "Bonarda Style", il marchio di abbigliamento e accessori d'impronta giovanile e "vivace", presentato in passerella milanese lo scorso dicembre e la partecipazione al Salone Italiano del Tessile di Milano proprio di questo mese. Questa curiosa, e perfino un po'esagerata, campagna, è uno dei rari esempi italiani della moderna comunicazione e promozione del vino, che cerca di usare linguaggi molto diversi da quelli a cui siamo abituati, e proprio per questo pùo far nascere un interesse verso un vino che altrimenti rimarrebbe sconosciuto come tanti altri vini autoctoni italiani. Visto la tenacia con la quale il Consorzio propone la "Bonarda Style", rimane solo da sperare che sia un'idea davvero vincente. ![]() Maria Teresa Colombi con figlia Nella zona d'Oltrepò troviamo anche una grande concentrazione del vitigno Riesling giunto lì alla fine dell'800, con la superficie attualmente vitata di ben 1,5 mila ettari. Altre cultivar importanti sono il Pinot Grigio con quasi 700 ettari di vigne, il Moscato con più di 500 ettari di vigne e lo Chardonnay con più di 300 ettari di vigne. In totale iscritti all'Albo Vigneti DOC dell'Oltrepò Pavese sono più di 13 mila ettari, mentre soltanto 1,5 mila ettari appartengono ai vini IGT. Anche se i ricchi disciplinari DOC d'Oltrepò "esauriscono" la maggior parte delle esigenze dei produttori, tanti di loro scelgono di completare la vastissima scelta dei suoi vini anche con dei vini IGT. Questa enorme ricchezza delle tipologie prodotte fa sì, che un tipico produttore di queste zone "sforna" in media una decina di diversi vini - il fatto che dice tanto sull'abilità della viticoltura locale. Un campione in questo senso può essere considerato il Rosso DOC composto dai diversi vitigni locali con base di Barbera e Croatina e aggiunta di Pinot Nero, Uva Rara (Vespolina), Ughetta di Canneto e altre. Sotto questa interessante denominazione, a secondo della scelta del produttore, le tecniche di vinificazione e della specifica zona nascono i vini rosati, i rossi, le riserve e, in due piccole sottozone dell'Oltrepo, i curiosi Buttafuoco e Sangue di Giuda. ![]() Gian Maria Vercesi di Vercesi del Castellazzo Il Buttafuoco, prodotto nel piccolo territorio di comuni di Stradella, Broni, Canneto Pavese, Montescano, Castana, Cigognola i Pietra de'Giorgi è assimilabile alla tipologia del Rosso Riserva e appartiene senz'altro alla tipologia dei vini importanti. Per la volontà di alcuni giovani viticoltori di queste zone nel 1996 è nato IL CLUB DEL BUTTAFUOCO STORICO, che ha il compito di controllare la produzione e promuovere il Buttafuoco prodotto esclusivamente da alcuni vigneti particolarmente vocati alla produzione di questo vino (www.buttafuocostorico.it). Attualmente ne fanno parte una quindicina di produttori per il quali il Buttafuoco è un vino di prestigio prodotto con un indifferente impegno di lavoro visto, che per la volontà di loro stessi: "tutte le pratiche colturali devono mirare alla ricerca della massima qualità e al rispetto dell' ambiente. Le vigne devono essere le migliori, nei versanti ben esposti e su fondi asciutti posizionati all'interno della zona definita 'storica' e devono essere iscritte all'albo vigneti della CCIAA col loro nome tradizionale. Le forme d'allevamento possono essere solo quelle usuali dell'Oltrepò a vegetazione ascendente. L' uvaggio deve rispettare quello delle vecchie vigne composte da Croatina, Barbera, Uva Rara,Ughetta di Canneto e nessuna altra uva è ammessa dal regolamento del Club. La vendemmia non potrà essere effettuata prima della data stabilita da un'apposita commissione e dovrà essere rigorosamente manuale con attenta cernita dell'uva. La vinificazione e tutte le pratiche concernenti devono garantire la regola d'arte e in tutte le fasi il Buttafuoco in questione deve essere in recipiente separato. Il Buttafuoco deve essere affinato nel legno di rovere e deve raggiungere la tipologia dei grandi vini rossi tranquilli: di colore carico e forte, con grande corpo e struttura, caldo nel gusto e nei profumi. Il punteggio minimo richiesto al vino per potersi fregiare del marchio, sarà di ottanta centesimi secondo la scheda dell'Union International des Oenologues e sarà espresso da una commissione di tecnici". Se aggiungiamo, che il Buttafoco Storico deve essere presentato al pubblico solo dopo 36 mesi dalla vendemmia, vediamo che si tratta di un vino davvero interessante. La sua unicità, caratterizzata da una forte personalità comincia, come spesso avviene nel caso degli ottimi vini, già nelle vigne. Loro altitudine va dal 150 al 300 metri, mentre il clima è caratterizzato da scarse precipitazioni, rigidi inverni ed estati pieni di sole. ![]() Carlo Boatti dell'azienda Monsupello Queste caratteristiche, insieme alla mutevole composizione del terreno e diversa età dei singoli vigneti, fanno sì che ogni vigna abbia caratteristiche uniche e per questo viticoltori del Buttafoco Storico hanno deciso di legare il loro nome ad un vigneto ben preciso. Per darli una fortissima impronta visiva è stato scelto un marchio particolarissimo e davvero indimenticabile che viene "scolpito" su ogni bottiglia: è composto da un ovale che rievoca la botte tipica dell' Oltrepò, sostenuto dalla scritta Buttafuoco dal quale si dipartono due nastri rossi che rappresentano i torrenti Versa e Scuropasso, che delimitano la zona storica di produzione di questo vino; all'interno dell'ovale è rappresentata una sagoma di un veliero sospinto da vele infuocate a ricordare che nella seconda metà del'800 la Marina Imperiale Austro-Ungarica varò una nave dal nome "Buttafuoco". La leggenda locale parla di una battaglia perduta da una compagnia di marinai imperiali, comandati ad operazioni di traghettamento sul fiume Po nei pressi di Stradella. Vi assicuro che dietro quest'immagine che può sembrare un po' esagerata, si trova un vino davvero molto piacevole che possiede un suo inconfondibile carattere destinato ad affinarsi con il tempo. Il Sangue di Giuda, un'alta curiosità dell'Oltrepò, è un vino rosso dolce e, come spesso avviene per i vini locali, frizzante. È nato, come altri Rossi dell'Oltrepò, dal Barbera, Croatina, Uva Rara (Vespolina) e Pinot Nero. Prodotto nelle due versioni, "Amabile" e "Dolce", deve avere un residuo zuccherino di min. 30 grammi al litro e il basso tenore alcolico. Si caratterizza da un intenso profumo fruttato con le noti spezziate, un sapore morbido e la discreta persistenza. È un vino unico nel suo genere, un vero e proprio vino del territorio che, visto il suo gusto inconfondibile non può sfuggire ai veri appassionati dei vini dolci …e delle fragole con i quali "si sposa" a perfezione. Come possiamo immaginare, tale ricchezza di vini presente nel territorio dell'Oltrepò Pavese non è facilmente "vendibile" al di fuori della regione, anche perché, tutto sommato, questi vini non godono di una fama eccellente. Ne sono consapevoli alcuni produttori di questa terra, che puntando sempre più in alto, creano pian piano una serie di vini d'alta qualità, basandosi sulla ricca tradizione vitivinicola locale. A proposito è da notare un'iniziativa di una diecina di giovani produttori associati sotto il marchio "InOLTRE" che hanno come l'obiettivo di sfidare questi luoghi comuni e non temono il confronto con la concorrenza sempre più spietata nel settore dei vini di qualità (www.fortesi.com/inoltre.html). Ecco un piccolo elenco dei vini che ho avuto occasione di assaggiare in alcune aziende della zona e che si sono rivelati particolarmente interessanti: - IGT Provincia di Pavia Rosso "Bricco Sturnel" e Bonarda (vivace) DOC Oltrepò Pavese "Bria" (Croatina e Barbera) di BELLARIA di Mairano di Casteggio (www.vinibellaria.it); - Riesling Renano DOC Oltrepò Pavese, Rosso DOC Oltrepò Pavese "Podere la Borla" (Barbera, Croatina e Pinot Nero), Cabernet Sauvignon DOC Oltrepò Pavese "Aplomb" e Pinot Nero DOC Oltrepò Pavese (affinato in barrique) di MONSUPELLO di Torricella Verzate (www.monsupello.it); - Buttafuoco (Storico) DOC Oltrepò Pavese "Vigna Solenga" di FIAMBERTI di Canneto Pavese (www.fiambertivini.it); - IGT Provincia di Pavia "Vespolino" (Vespolina 100%) di VERCESI DEL CASTELLAZZO di Montù Beccaria; - Rosso Riserva DOC Oltrepò Pavese "Cavariola" (Croatina, Uva Rara, Ughetta di Canneto e Barbera) di BRUNO VERDI di Canneto Pavese (www.verdibruno.it); - Rosso Riserva DOC Oltrepò Pavese "Marc'antonio - Riserva del Fondatore" (Pinot Nero, Croatina, Barbera e Cabernet) di TRAVAGLINO di Calvignano (www.travaglino.it); - IGT Provincia di Pavia "Uva Rara" (Uva Rara 100%) di AZIENDA VITIVINICOLA FORTESI di Cà Nova di Rovescala (www.fortesi.com); - Riesling Italico DOC Oltrepò Pavese "Kafir" e Rosso DOC Oltrepò Pavese "Bacuco" (Barbera, Bonarda e Uva Rara) di FATTORIA IL GAMBERO di Santa Maria della Versa (www.fattoriailgambero.it); - Chardonnay DOC Oltrepò Pavese di CANTINE FRANCESCO MONTAGNA di Broni (www.cantinemontagna.it); - Bonarda DOC Oltrepò Pavese di PIETRO TORTI di Castelrotto (www.pietrotorti.it) ; - Bonarda DOC Oltrepò Pavese (Leggermente frizzante) "Morgana" di TENUTA SCARPA COLOMBI di Bosnasco (www.colombiwines.com); - Pinot Nero DOC Oltrepò Pavese Vinificato Rosso, Sangue di Giuda DOC Oltrepò Pavese e Pinot Nero Spumante Extra Dry DOC Oltrepò Pavese (metodo Charmat lungo) di VANZINI di San Damiano al Colle (www.vanzini-wine.com); - Riesling DOC Oltrepò Pavese "Roccolo delle Fate", Bonarda (Frizzante) DOC Oltrepò Pavese "Cabella", Sangue di Giuda DOC Oltrepò Pavese e lo spumante Oltrepò Pavese Brut Millesimato "Testarossa" (Pinot Nero e Chardonnay) di LA VERSA di S.Maria della Versa (www.laversa.it); - Metodo Classico Millesimato " Nature - Ecru"( Pinot Nero e Chardonnay), Metodo Classico "Anteo Rose'" (Pinot Nero 100%) e Pinot Nero Brut DOC "Martinotti" (Pinot Nero e Chardonnay) di ANTEO di Rocca de' Giorni (www.anteovini.it); … e tanti, tanti altri. Anche perché, come ho capito, la probabilità di trovare in questa terra dei vini davvero unici e piuttosto alta. Kate Maciejewska fotografie : Kate Maciejewska |