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Benvenuti Toscani
Le Anteprime del Chianti Classico, Nobile e Brunello
di Kate Maciejewska

Non si può negare l'importanza di uno degli eventi più prestigiosi e più attesi nel mondo del vino italiano, che apre in Italia la sempre più lunga stagione delle presentazioni dei vini. Parlo ovviamente delle anteprime delle nuove annate dei vini toscani: Chianti Classico, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino. È anche un ottimo esempio della felice collaborazione tra i Consorzi, che riescono in questo modo ad attirare l'attenzione di tutto il mondo sui loro vini e in generale sui vini italiani.


Montepulciano - benvenuti tra i Nobili.


Queste ultime, svoltesi dal 15 al 19 febbraio, sono state più che soddisfacenti, non tanto per il sempre difficile andamento del mercato del vino (specialmente proprio quello toscano), ma per le belle promesse per il futuro. Con un cenno alla strategia da parte di tutti i Consorzi interessati, così necessaria in questi tempi duri, dopo tanto (troppo) tempo passato addormentati sugli allori, seguito poi da un caos totale e da accuse reciproche. Per fortuna ci stiamo tutti convincendo sempre di più che il libero mercato va comunque "guidato e monitorato" in maniera programmata e precisa e che niente più può essere lasciato al caso. Una sorta di capitalismo comunista insomma (mi rendo conto che è abbastanza difficile per l'Italia abbandonare il binomio destra - sinistra, ma personalmente credo che sia l'unico modo di sopravvivere nella pluralistica società moderna, che non ha niente a che fare con il modelli del passato).

Ritornando ai nostri protagonisti toscani, è importante sottolineare che dopo gli ultimi anni, non proprio felicissimi, la vera sorpresa si è rivelata l'annata 2004, giudicata una delle migliori in assoluto. E cosi il massimo di 5 stelle sono state assegnate al Brunello di Montalcino e ben 4 al Nobile di Montepulciano. Niente stelle assegnate invece al Chianti Classico, rivelatosi anch'esso molto promettente.
Il Chianti Classico, dopo gli anni di enorme successo mondiale seguiti dalla profonda crisi del mercato, si trova attualmente nella fase di riflessione e della ricerca d'identità che lo legherà più strettamente al territorio, considerato uno dei migliori terroir del Mondo. In questa fase non è facile dare un giudizio generale, anche perché le aziende del Consorzio presentano vini molto diversi tra loro, sia dal punto di vista di stile che qualitativo, perciò risulta abbastanza difficile, specialmente per un consumatore medio, orientarsi tra i prodotti delle numerosissime cantine chiantigiane.

Le anteprime hanno confermato la valenza dell'annata 2004, presente con 58 vini, tra i quali spiccavano le aziende di Carpineto, Castello di Verrazzano, Le Corti Corsini-Le Corti e Tenuta di Bibbiano-Montornello. Tra i vini dell'annata precedente 2003 ho notato i prodotti di Querciabella, Villa Cafaggio, Le Corti Corsini-Le Corti, Spadaio e Piecorto-Piecorto, Castello di Fonterutoli-Fonterutoli e Agricoltori del Chianti Geografico-Contessa di Radda. Quest'ultimo vino è risultato per me anche uno dei più piacevoli Chianti Classico della discussa annata 2002 proposta quest'anno dal Consorzio.


L'anima del Consorzio del Gallo Nero - Giovanni Ricasoli-Firidolfi e Silvia Fiorentini.


Mentre nell'annata 2001, senza dubbio migliore, si distinguevano i vini delle cantine Spadaio e Piecorto, Castello di Cacchiano e di uno dei migliori ambasciatori dei vini italiani di qualità: il Castello di Fonterutoli. Alla vecchia Stazione Leopolda a Firenze, dove si sono svolte le presentazioni dei ben 269 vini del Chianti Classico, non potevano mancare anche le nuove Riserve 2001, tra le quali ho notato i piacevolissimi vini della La Sala, Badia a Coltibuono, Castello Vicchiomaggio-La Prima e Fattoria di Petrolio.
Ho trovato molto "completi" anche alcuni Riserva 2000, come il Carpineto, già da me notato durante le scorse Anteprime e il Picchio di Castello di Querceto -quest'ultimo presentato soltanto a partire da questa edizione. Un vero piacere si è rivelato anche un assaggio dell'unica Riserva 2002 presentata - Le Cellole della cantina San Fabiano Calcinaia.

Il nostro tour giornalistico annuale alla scoperta delle novità dell'enologia toscana è proseguito fermandosi nella suggestiva Fortezza di Montepulciano per assaggiare i vini del Nobile di Montepulciano 2002 e le corrispondenti Riserve 2000. Una sorta di piacevole sorpresa è stata l'annata 2002 - così temuta, ma per fortuna "salvata" alla grande dagli ottimi produttori di Montepulciano, impegnatissimi nel loro lavoro, che hanno confermato la loro bravura anche con la piacevolissima Riserva 2001. Tra quegli ultimi spiccavano vini delle aziende Le Berne, Il Conventino, Romeo, Boscarelli, Tenuta di Gracciano della Seta e della Fattoria del Cerro. Invece tra 25 Nobili del 2002 ho notato molto positivamente i vini delle cantine Salcheto, Boscarelli, Le Berne, Villa S.Anna e Tenimenti Angelini.


Peter Weller con la sua sobria formella.


Dopo gli ottimi Nobili, passiamo ai Brunelli. Così il nostro faticoso viaggio si è concluso, come ogni anno, nel sobrio ma funzionale capannone posto all'interno della Fortezza di Montalcino, dove si potevano assaggiare i vini di ben 145 cantine (contro 131 dell'anno scorso).
Montalcino, oltre al suo eccezionale 2004 in Anteprima che uscirà nel lontano 2009 (celebrato dalla tradizionale formella di ceramica realizzata quest'anno da un mitico "Robocop", l'attore e pittore americano Peter Weller, e collocata da lui sulle mura del Palazzo Comunale), ha presentato quest'anno i suoi numerosissimi Brunelli 2000 e le Riserve 1999. Tra queste ultime ho notato i profumati e freschi (le caratteristiche che devo dire mi conquistano di più) vini delle cantine Il Palazzone, Le Gode, Tornesi, Il Poggione, La Lecciaia, La Gerla, La Togata, Altesino, Lisini, Tenuta Greppone Mazzi e Castelgiocondo di Frescobaldi.
Quasi tutte le cantine invece hanno presentato i loro Brunelli 2000, che si sono rivelati in generale molto "bevibili" ed equilibrati (tra l'altro, in linea con le caratteristiche generali della vendemmia 2000 del Sangiovese in Toscana). Qui il mio best è stato il vino di Siro Pacenti seguito da Tornesi, Uccelliera e il molto femminile La Colombina.

In conclusione non si può non nominare la vera delizia del territorio di Montalcino, qua giustamente proposta "al dessert" cioè il vino dolce Moscadello. Testimoni ogni anno del successo di questo prodotto di nicchia sono anche i giornalisti presenti alle anteprime - tanti di loro anche dopo il massacrante tour dei Brunelli non rinunciano all'assaggio di questo vero oro di Montalcino. Peccato soltanto che prodotti di questo calibro vengano proposti solo da pochissime aziende del territorio. Nemmeno io, cosi abituata sin dall'infanzia ai vini dolci del mio nonno, potevo resistere al loro assaggio. Dei sette vini offerti in degustazione quest'anno, mi ha particolarmente colpito il Moscadello del piccolo produttore Mocali, oltre che dai prodotti di La Poderina e Col d'Orcia, ottimi come gli anni precedenti.

Le Anteprime, come sempre, sono state anche un ottima occasione per scoprire le tante novità presentate dai sempre più numerosi produttori aderenti ai singoli Consorzi. Devo dire che quest'anno, oltre all'irrinunciabili Nobile e Brunello, mi sono dedicata anche alle denominazioni di ricaduta e cioè gli ottimi, per quanto riguarda la relazione qualità/prezzo, Rosso di Montepulciano e Rosso di Montalcino, nei quali la potenza del Sangiovese si sposa felicemente con l'immediata freschezza e piacevolezza generale. E così, tra i numerosissimi Rossi di Montalcino 2003, molto diversi tra loro, presentati durante le Anteprime, ho notato i vini delle cantine Uccelliera, Villa Poggio Salvi, Siro Pacenti, Il Poggiolo, Altesino, Barbi, Donatella Cinelli Colombini e della nuova azienda Grancia di Bossi.


Imbattibili sommelier toscani al servizio di Brunello.


Nonostante la stanchezza legata a degustazioni così impegnative, non ho resistito alla voglia di conoscere più da vicino qualche cantina positivamente notata durante gli assaggi. A Montepulciano la mia scelta è toccata a due aziende che rispecchiano realtà per tanti versi rappresentative, ma molto diverse tra loro: la "Fattoria del Cerro" di Saiagricola e l'Azienda biologica "Il Conventino". La prima ha offerto ai giornalisti, nella bellissima cornice della Villa Grazianella, posta in mezzo agli estesi vigneti aziendali nel cuore della campagna di Montepulciano, la singolare occasione di assaggiare i cinque grandi cru francesi mettendoli inevitabilmente in un curiosissimo confronto con numerosi Nobili di Montepulciano, degustati durante le Anteprime e nei banchi con i produttori.
Sono stati presentati Château Haut-Bailly 2001, Château De Trottevieille 2001, Château Lafite Rothschild 2001, Château Cheval Blanc 1997 e 1996 e "al dessert" Sauternes Château Doisy-Daëne 2001.

Il filo conduttore della degustazione, ideata e coordinata da Guido Sodano ed dall'enologo aziendale Lorenzo Landi, era l'influenza dei differenti terroir presenti nelle diverse zone di Bordeaux, dai quali provenivano i vini presentati. Sono rimasta particolarmente colpita dalla piacevolezza ed equilibrio del giovane Château De Trottevieille 2001 nato nei difficili, ma assolati, terreni di Saint Emillon, mentre ho trovato un po' troppo aggressivi e non proprio "infiniti" i due Château Cheval Blanc 1997 e 1996. Tutti vini senza dubbio eccellenti, ma rispetto ad alcuni ottimi Nobili (come tra l'altro anche Antica Chiusina o Riserva dei padroni di casa) decisamente controcampioni nella categoria qualità/prezzo (1 bottiglia francese al prezzo di 1 cartone dei più cari vini italiani).

La mia seconda visitata a Montepulciano è stata per la piccola, ma molto interessante, azienda Il Conventino (circa 10 ettari di vigne intorno ad un suggestivo ex-convento di campagna) notata da me durante le Anteprime di quest'anno con il loro profumatissimo e fresco Nobile Riserva 2001 (e nella occasione precedente con sempre sorprendentemente fresca annata 1999); è l'unica azienda in zona a dichiarare a produrre vini biologici - dato che oggigiorno viene così ricercata la genuinità, da assaggiare già a partire dal loro correttissimo Rosso di Montepulciano.

A Montalcino invece ho avuto il piacere di visitare la bella e curatissima, dal punto di vista enologico, azienda "Uccelliera" (circa 6 ettari di vigne nella zona vicina all'Abbazia di Sant'Antimo), che oltre a un piacevolissimo Brunello produce anche uno dei migliori olii d'oliva toscani. Anche qua la qualità dei vini prodotti e ben visibile già a partire dal profumato e fresco ma anche ben strutturato Rosso di Montalcino.
Vale la pena notare che durante le Anteprime, affollate da giornalisti provenienti da tutto il mondo (con tanti new entry anche dai paesi emergenti), finalmente lasciati in pace dalle invadenti telecamere delle più svariate reti televisive italiane, si respirava un giusto clima di lavoro; è importante anche ricordare che tra i giornalisti stranieri, con più esperienza quotidiana dei vini provenienti da tutte le parti del mondo, si poteva sentire una non tanto felice affermazione sui grandi vini toscani e italiani in genere: nell'evidente ricerca di produrre i vini standardizzati e ben vendibili (cioè spesso sovraconcentrati sia dai profumi sia del sapore) si sta lentamente perdendo la tipicità dei prodotti Made in Italy, mettendosi nella pericolosissima competizione con i vini "internazionali". Perciò, per mantenersi su un percorso di qualità, nell'enologia italiana dovranno "darsi da fare" con tutte le loro forze proprio i Consorzi, senza lasciare troppo spazio alle idee dei singoli produttori, che risultano a volte abbastanza confuse, portandoli spesso a produrre vini privi di "anima".


Kate Maciejewska