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articoli de Il Vino nel carrello ![]() Il Vino nel carrello - Curiosando tra gli scaffali della GDO di Elisabetta Tosi Per chi si occupa di comunicazione del vino, avere l'occasione di parlare di vini "grandi", "grandissimi", buoni e buonissimi è facile e gratificante, quando questi vini incontrano i propri gusti. Il guaio è che raramente incontrano anche quelli del…proprio portafoglio. A tutti piacerebbe poter pasteggiare ad Amarone, Barolo, Vintage Tunina, Petrus, Romanée Conti o simili, se non esattamente tutti i giorni, certamente molto spesso. Il problema è che la maggior parte di noi non può permetterselo, perché si tratta di vini tanto eccellenti quanto costosi. Per la tavola quotidiana è impensabile spendere dai 50 euro in su a bottiglia, così come normalmente non si entra in enoteca per comprare il vino "di tutti i giorni" (il cosiddetto daily wine), ma si passa dal solito supermercato e, tra un pacco di pasta e un etto di prosciutto, si mette nel carrello anche una bottiglia di vino, e che non costi, possibilmente, più di 2-3 euro. Così fanno la maggior parte degli italiani: non a caso, oltre il 60 per cento delle vendite di vino sono veicolate dal cosiddetto "canale moderno" o grande distribuzione organizzata (GDO). Un tempo guardati con la massima diffidenza dalle aziende, che ritenevano mortificante vedere esposte le proprie bottiglie tra lo scaffale del caffè e quello delle bibite, oggi molti supermercati e affini dispongono di spazi espositivi studiati appositamente per il particolare "prodotto vino"; le stesse case vinicole hanno capito che i grandi numeri (e i fatturati) si fanno qui. Ecco allora che negli ultimi anni si sono moltiplicate etichette e proposte, italiane e straniere, ai prezzi più disparati: l'offerta si è ampliata al punto che… ora il consumatore ha solo l'imbarazzo della scelta. Noi, nel nostro piccolo, e sempre nell'intento di dare un servizio ai nostri cyber-lettori, abbiamo pensato d'inaugurare una nuova rubrica, che mensilmente presenterà un vino "da carrello della spesa". Vi diremo com'è, se ci è piaciuto oppure no, e soprattutto se vale il prezzo che l'abbiamo pagato. Per sceglierlo ci faremo guidare dai criteri che in genere - così dicono gli studi di settore - condizionano questo tipo di spesa: la marca, la confezione, la zona di produzione, il prezzo, il nome, l'occasione, il piatto da abbinare. Non sarà sempre un best buy, "il migliore affare", come dicono gli americani, ma qualche sorpresa ci sarà sicuramente… Elisabetta Tosi |