Tigullio Vino Homepage Home TigullioVino.it Blog Blog Vinix

> Operatori
» Registrazione operatori
» Operatori già registrati
» Club
» Pubblicità
» Newsletter
» Annunci vino-cibo
» Aggiungi ai Preferiti

> News e iniziative
» News ed eventi di rilievo
» Eventi locali, degustazioni
» Terroir Vino

> Contenuti e risorse
» Naviga per regione
» Vino & Olio
» Aziende testate
» Rubriche
» Tgv Blog
» Doc e Docg
» Recensioni Ristoranti
» Esperti
» Strade del Vino
» Parchi italiani
» Viaggi
» Video
» Contatti
» Faq

> Interagire col sito
»
Invia campionatura vino
»
Invia campionatura olio
» Segnala eventi
» Invia comunicati stampa
» Associati al Club
» Recensioni ristoranti
» Invia ricette


> Iscrizione newsletter
Iscriviti alla newsletter di TigullioVino.it per ricevere settimanalmente gli aggiornamenti via e-mail con le degustazioni, le news e gli approfondimenti della Redazione.
La tua e-mail :



> Pubblicità

> Siti e blog del Network
TigullioVino (Magazine)
Vinix (Social Network)
VinoClic (Pubblicità)


Aggiungi alla barra di Google
Il Blog Network di TigullioVino.it
VinoPigro
A Modest Proposal, di Riccardo Modesti
Rotfl! il Blog di JFSebastian usenettaro 2.0
Rotfl! il Blog di JFSebastian usenettaro 2.0

TigullioVino.it ©
E' vietata la copia, anche parziale, senza esplicita autorizzazione della Redazione.
Mappa del sito
Chi siamo / curiosità
Links
Privacy
Contatti







          
                      


          Viaggi enogastronomici


           Vai all'archivio viaggi

           Segnala questo articolo ad un amico


          Singapore, il mondo in un'isola
          di Enza Bettelli


          Il colpo d’occhio è imponente: una distesa di grattacieli di vetro e acciaio allineati 
          lungo gli ordinatissimi viali e sulle sponde del fiume Singapore, ma subito si 
          notano anche le antiche case coloniali che qua e là spezzano questa simmetria 
          ultra moderna. E percorsi i viali fino in fondo, ecco materializzarsi variopinti 
          quartieri: Little India, Chinatown, il Geylang Serai malese o le cupole dorate della 
          moschea di Arab Street, con botteghe, bancarelle, gente in abiti tradizionali e le 
          biciclette-risciò che fanno lo slalom tra le limousine. Ma non è finita.

          
 
          Il tempio cinese di Thian Hock Keng o Tempio della Felicità Celeste è vicino ad 
          Amoy Street a Chinatown, una volta proprio di fronte al mare, ed è stato eretto 
          dagli immigrati della Provincia di Fukien come ringraziamento per la felice 
          conclusione della loro traversata. 
          Guardandosi intorno ci si accorge che il tempio indiano è vicino a quello cinese 
          o che la moschea si erge in pieno quartiere cinese. Contraddizioni? 
          No, un perfetto amalgama di mondi con infinite possibilità di shopping, divertimento 
          e cultura, per non parlare della gastronomia che a Singapore è praticamente… lo 
          sport nazionale. Infatti, per gli abitanti di Singapore mangiare è soprattutto un 
          divertimento e chi arriva da fuori fa molto in fretta ad adeguarsi alle abitudini del luogo.
          D’altra parte l’offerta è vastissima e allettante, sia come tipologia di locali, alcuni 
          dei quali sono aperti fino a tarda notte se non addirittura per 24 ore, sia come 
          gamma di proposte di piatti di tutte le cucine del mondo: ben 14 orientali oltre a 
          quelle occidentali più significative, italiana compresa.

          La cucina cinese

          La cucina più diffusa è quella regionale cinese, soprattutto cantonese e nonya; 
          quest’ultima è la variante delicata e aromatica tipica dei Peranakan, cioè i 
          discendenti dei primi cinesi insediatisi a Singapore che si unirono alle donne 
          Malesi residenti sull’isola. La cucina nonya si può gustare soprattutto nei 
          ristoranti del quartiere di Katong ma anche alle molte bancarelle che offrono cibo.  
          Abbina ingredienti cinesi a spezie e salse malesi ed è insaporita con il rempah, 
          un mix di peperoncino, scalogno, lemon grass (un’erba dall’intenso aroma di limone), 
          curcuma, bacche e gamberetti essiccati, oltre che con il latte di cocco. 
          I crostacei, abbondanti e freschissimi, sono uno dei principali ingredienti della 
          cucina di Singapore; da non perdere l’ottimo granchio al chili, in piccante salsa di 
          pomodoro e servito coreograficamente con un piccolo martello per romperne il 
          guscio. Tra le altre preparazioni tradizionali, la carne di maiale in umido con soia 
          e spezie (babi pong tay), lo stufato di pollo con noce nera (buah beluak byam) 
          e un mix di una decina di vegetali diversi cucinati nel latte di cocco speziato 
          (chap chye lemak), Il laksa, una zuppa piccante di latte di cocco, tagliolini, tofu 
          e germogli, e il pollo con riso a vapore sono probabilmente i piatti più diffusi. 
          I dessert sono molto colorati, forse un po’ troppo dolci e appiccicosi per il 
          gusto occidentale, molto spesso preparati con il durian, l’enorme frutto dall’odore 
          particolare. 
          Di grande diffusione, infine la New Asia Singapore Cuisine, una deliziosa e 
          delicata fusione dei sapori orientali con quelli occidentali. 

          Le altre propote gastronomiche

          A Singapore si può mangiare thai, vietnamita, coreano, australiano, irlandese,
          italiano e così via, anche se le cucine più diffuse dopo quella cinese sono quelle 
          delle etnie più numerose sull’isola: la malese e l’indiana. 
          La cucina malese, che risente di una certa influenza indonesiana, è molto 
          speziata, ricca di erbe e radici aromatiche; ha riso e latte di cocco come ingredienti 
          fondamentali ed è insaporita dal belacan, una pasta di gamberetti essiccati resa 
          piccante dal peperoncino. La preparazione più tipica sono gli spiedini grigliati 
          (satay) di manzo, pollo o agnello infilzati su canne di bambù e serviti con cipolla e 
          cetriolo affettati, salsa alle arachidi e sformatini di riso (ketupat). 
          Nella versione della Malacca gli spiedini sono serviti con uova di quaglia, 
          spinaci e altri ingredienti ancora, in un insieme assai ricco e appetitoso. 
          Non è invece prevista la carne di maiale, in osservarza alla religione islamica. 
          Ugualmente popolare il nasi padang di carne, pollo, verdure e riso mentre il 
          rendang è un denso curry e il soto ayam una zuppa speziata con pollo, 
          germogli e crocchette o sformatini di riso. 
          La gastronomia indiana si ispira prevalentamente a quella del Nord dell’India, 
          la cucina Tamil, speziata ma soprattutto aromatica e non eccessivamente 
          piccante, temperata da yogurt e ghee, il burro chiarificato. Il tandoor, il 
          caratteristico forno verticale d’argilla, è utilizzato per la preparazione di 
          moltissimi piatti, dal pollo ai vari tipi di pane simili a focaccine piatte. 
          Naturalmente non mancano i piccanti curry del Sud dell’India: nel dubbio 
          basta controllare il nome del piatto e se comprende il termine masala è 
          sicuramente piccante. 
          Altre specialità sono il murtabak, pane farcito con agnello o pollo, e il nasi 
          biryani, uno speziato piatto di riso allo zafferano con montone o pollo. 
          La cucina indiana offre inoltre squisiti piatti vegetariani, e questo semplifica 
          la scelta del cibo per i più osservanti dato che ogni religione proibisce un 
          alimento: la musulmana il maiale, la hindu il manzo e la buddista ogni cosa 
          vivente, comprese le uova. 

          A tavola con la tradizione

          Se si vuole respirare l’amosfera più genuina di Singapore bisogna mangiare in un 
          Hawker. Ce ne sono tantissimi, posti per lo più alla base dei grattacieli e degli 
          edifici che ospitano gli Shopping Centre e anche se non sono più le bancarelle 
          di una volta lo spirito è rimasto lo stesso. In ogni locale, di solito molto vasto, 
          sono allineate le varie postazioni, minuscole ma ciascuna con angolo cottura e 
          con in mostra le proprie specialità, reali, di plastica o in fotografia. Basta indicare 
          con il dito cosa si desidera e nel giro di pochi minuti il piatto scelto viene realizzato, 
          pescando velocemente gli ingredienti già predispositi, e quindi servito con un sorriso. 
          Il costo è davvero conveniente e di solito il cibo è ben cucinato e abbondante. 
          Ugualmente buoni e economici sono i cibi che si possono acquistare presso i 
          vari mercati della città: Chinatown, Little India, Arab Street e soprattutto in quello 
          malese di Paya Lebar. Per la prima colazione si può scegliere tra la piccante 
          cucina indiana o la più delicata cinese. 
          Nel primo caso viene servito riso speziato con verdure fritte, polpettine, pesce 
          o carne, pane indiano, salsine fresche e piccanti, il tutto servito su una larga 
          foglia di banano che dà all’insieme un delizioso tocco naturale. Da bere tè 
          speziato che, prima di essere servito, viene versato più volte da un bicchiere 
          all’altro perché “prenda aria”. Per la colazione nonya è d’obbligo una tappa 
          da Kopitiam in Killiney Road. Pochi tavoli molto rustici ma la migliore kaya 
          della città, una conserva artigianale di uova, noce di cocco e foglie di pandano 
          da spalmare sul pane. La colazione comprende anche french toast, cioè 
          pane inzuppato nell’uovo, fritto e spalmato con burro e kaya e abbondante 
          caffè, che è d’uso versare nel piattino perché si raffreddi in fretta. 
          Chi avesse ancora fame può chiedere il nasi lemak, una specialità malese a 
          base di riso cotto nel latte di cocco, con pesce, arachidi e chili chiuso in una 
          foglia di banano. La foglia di banano è ricorrente come sostituzione del 
          piatto in molti locali che vengono per l’appunto chiamati Banano Leaf Restaurants. 

          I ristoranti

          Sono tantissimi e con una gamma infinita di offerte gastronomiche e di prezzo. 
          Molto spesso sono situati a un piano di un grattacielo, che ospita abitualmente 
          anche albergo, negozi e Hawker Centre. Per esempio l’elegante ristorante indiano 
          Rang Mahal, al terzo piano del Pan Pacific Singapore, con luci soffuse, 
          sottofondo di musica tradizionale con suonatori in costume tipico. 
          Il menu è delizioso e chiude con un assortimento di spezie da masticare, per 
          rinfrescarsi il palato, presentate in un bellissimo contenitore di legno intagliato. 
          Assolutamente da mettere in lista una sosta presso l’Imperial Herbal 
          Restaurant, nel Metropole Hotel, unico ristorante-erbario di tutta l’Asia e 
          forse del mondo, dove i cuochi sono anche farmacisti. Dopo avervi guardato 
          negli occhi e tastato il polso suggeiscono i piatti più adatti e li preparano 
          secondo antiche ricette cinesi, con erbe e spezie di provate virtù salutari che 
          fanno bella mostra sugli scaffali della cucina. Il pesce è una specialità dei locali 
          affacciati sul Boat Quay, vivacissimo soprattutto la sera. Tra questi il Blue 
          Lobster, moderno e con un bancone sul quale fanno bella mostra crostacei 
          e molluschi perché il cliente possa scegliere; lo chef provvederà poi a 
          cucinarli in modo del tutto personale e con risultati insoliti ma piacevoli.

          Ricetta riso fritto cinese

          

          Ingredienti: 200 g. di riso a chicco lungo, 2 cucchiai di olio di semi, 1 costa 
          di sedano, 1 piccola cipolla rossa, 2 uova, 2 cucchiai di salsa di soia chiara, 
          150 g. di polpa di granchio, 6 steli di erba cipollina, 2 cucchiai di pisellini già 
          cotti, 1 peperoncino rosso, sale. 
          Preparazione: lessare il riso in acqua salata, scolarlo, farlo intiepidire poi 
          coprire e lasciare in frigorifero per almeno mezza giornata. Scaldare l’olio in 
          una larga padella antiaderente o nel wok e farvi appassire a fuoco dolce il 
          sedano e la cipolla tritati.   
          Battere le uova con la salsa di soia, versarle nella padella, mescolare finché 
          si sono rapprese, quindi unire il riso, la polpa di granchio sminuzzata, I piselli 
          e il peperoncino a pezzetti. Mescolare a fuoco vivace per 2-3 minuti, unire 
          anche l’erba cipollina tagliuzzata, mescolare ancora e servire.

          L’ora del te'

          Il locale più famoso e vecchio di Singapore è la Pasticceria Katong & Co., 
          dal 1925 in East Coast Road, nel quartiere Peranakan. 
          Aperta solo di pomeriggio, tranquilla e con una semplice atmosfera d’altri 
          tempi, è gestita da due fratelli assai anziani e ormai curvi che si aggirano a 
          passi leggeri tra i tavoli portando tè, caffè e pasticcini preparati secondo le 
          più tradizionali ricette nonya e britanniche.
          Le spezie sono fondamentali nella cucina indiana; per preservarne l’aroma 
          oggi non vengono  più vendute sfuse ma in contenitori dosati e sigillati e 
          si è quindi persa la parte più caratteristica delle botteghe e dei mercati 
          In tutta la città le tea houses offrono spuntini e per tutto il pomeriggio anche 
          il dim sum che corrisponde al britannico high tea. Ravioli a vapore e fritti, involtini,  
          gamberi fritti, riso a vapore, verdure e salsine sono la proposta cinese, ma 
          vengono offerte anche ghiottonerie dolci e piccanti sia europee sia degli altri 
          Paesi asiatici. Presso le tea houses si può anche limitarsi a gustare dell’ottimo
           tè verde, acquistarlo o seguire un corso sulla difficile arte cinese della sua 
          preparazione. Un indirizzo conosciuto è la Yixing Xuan Teahouse in Tajong Pagar 
          Road dove è possibile farsi leggere la mano e ricevere un ventaglio con il proprio 
          nome scritto in cinese.

          

          Mangiare allo zoo

          Enorme e affascinante lo zoo di Singapore è un’esperienza da non perdere. 
          Vi si possono fare delle vere e proprie escursioni a piedi o visitarlo comodamente 
          con il trenino elettrico. In entrambi i casi ci si può imbattere in ogni momento negli 
          animali non pericolosi che entrano ed escono liberamente dal territorio a loro assegnato. 
          Soprattutto il Night Safari, con il trenino silenzioso e buio, è una emozione irrinunciabile. 
          Nel pomeriggio, chi volesse provare un contatto più diretto può fermarsi per un 
          aperitivo sperando che qualche animale arrivi incuriosito a guardare nel bicchiere, 
          oppure sedersi per l’abbondante e ottimo High Tea, osservando gli oranghi che si 
          dondolano pigramente a pochi metri. 
          Prenotando per tempo si può trovare posto a uno dei tre tavoli per il Lunch con i leoni 
          che davvero vengono a guardare nel piatto perché separati solo da una spessa 
          lastra di vetro. Per la sera, ci si sposta allo Jurong Bird Park, 8.000 volatili di 
          600 specie, per un delizioso buffet di pesce faccia a faccia con i pinguini. 
          E già che si è in tema natura, notevole la collezione di orchidee dei Mandai 
          Orchid Gardens, vicino allo zoo, e del National Orchid Garden alla fine della 
          famosa Orchard Road.

          Il Raffles Hotel

          Singapore è ricca di musei, di edifici storici e d’arte, ma il Raffles è Singapore ed 
          è qui che si può ancora immergersi nella vera atmosfera dell’isola. Inaugurato nel 
          1887 e dedicato alla memoria di Sir Thomas Stamford Raffles, che fondò la 
          città nel 1819, è uno dei più belli e lussuosi al mondo, con uno stile coloniale 
          praticamente intatto malgrado qualche restauro. Ha ospitato personaggi famosi 
          come Noel Coward e Somerset Maugham. Non grandissimo, solo 103 suites, 
          comprende un museo, una quindicina di ristoranti, 45 negozi che vendono 
          articoli delle case più importanti del mondo, compresa l’alta moda italiana e 
          francese, un centro benessere, una Culinary Academy dove ogni giorno gli 
          chef dell’albergo insegnano a preparare le ricette orientali, un vasto giardino 
          con circa 50.000 alberi di 82 specie tropicali. Tra i molti bar dell’hotel, famoso il 
          Billiard Bar, perché la leggenda dice che l’ultima tigre dell’isola fu uccisa proprio 
          sotto il tavolo del biliardo. Il Long Bar, tutto in legno e con i ventilatori al 
          soffitto, è invece una tappa d’obbligo per bere un Singapore Sling, il cocktail 
          inventato dal barman Ngiam Tong Boon agli inizi del 1900, e gustare l’antica 
          atmosfera coloniale anche se non ci si può permettere il prezzo di una suite. 
          Il drink (che costa quanto un pranzo intero) viene servito con arachidi non tostate 
          prelevate da un grosso sacco messo in un angolo del locale e l’usanza vuole che i  
          gusci vengano gettati per terra, tant’è che si cammina letteralmente su un tappeto 
          scricchiolante. E questo è l’unico posto dove a Singapore si può gettare qualcosa 
          per terra mentre ovunque le strade e i locali sono pulitissimi, il verde perfetto, 
          i muri immacolati, e via dicendo.

          Uscire la sera

          I centri commerciali sono aperti tutti i giorni per circa 12 ore e i locali dalla mattina 
          presto fino a notte fonda, alcuni per tutta la notte. Complice il clima caldo che 
          concede solo qualche rapido acquazzone di tanto in tanto vivere all’aperto è 
          piacevole e, almeno per gli Europei, a volte più confortevole che stare nei locali 
          e negli edifici in genere dove l’aria condizionata è regolata su livelli polari e richiede 
          la scorta di un golfino da mettere e togliere secondo necessità. La vita notturna 
          è quindi vivace quanto e più di quella diurna. 
          Dopo cena si può andare a bere qualcosa ascoltando musica oppure fare un 
          ennesimo spuntino a Chinatown come a Little India o nella Orchard Road, la 
          più importante via di Singapore. In occasione del Food Festival si può 
          approfittare di una offerta speciale, un “passaporto” per visitare quattro tra i 
          più caratteristici locali: l’antico Wong San’s, l’Eastside, il Siam Supper Club 
          e il Viet café al prezzo di circa 60.000 lire (48 S$). Vino e alcolici non sono molto 
          diffusi, soprattutto per le convinzioni religiose di alcune etnie e per la consuetudine 
          asiatica del tè. Dato il clima, sono molto apprezzati i succhi di frutta tropicale, 
          soprattutto lime, piacevolmente dissetanti e serviti in grandi bicchieri pieni di 
          ghiaccio. C’è anche il vino, d’importazione, mentre la birra è la famosa Tiger 
          e quella prodotta in loco dalla Brewerkz; per gustare la gamma completa ci si 
          accomoda nei locali della birreria attrezzati a confortevole bar con i tavoli intorno 
          alle cisterne da cui viene spillata. Per ammirare un panorama mozzafiato sulla 
          Singapore notturna vista dal settantesimo piano del Westin Stamford si cena al 
          Compass Rose, dove si può gustare una raffinata cucina creativa.

          Sentosa

          Il modo più spettacolare per raggiungerla è con la funivia dalle piccole cabine colorate. 
          Una volta a terra ci si immerge nell’atmosfera giocosa del parco dei divertimenti e in 
          quella più emozionante della natura visitando l’acquario che si snoda sottoterra, con i 
          pesci che nuotano sulle teste dei visitatori mentre camminano con il naso all’insù, 
          oppure si assiste al pasto delle tartarughe giganti o si accarezzano i delfini rosa della 
          laguna. Da non trascurare una visita al parco delle orchidee e al museo delle farfalle 
          e una capatina sul Merlion, il simbolo di Singapore, per uno sguardo panoramico sull’isola. 
          Tra i vari ristoranti il più tipico, anche se un po’ turistico, è il Sentosa Seafood con cucina 
          cinese da gustare ai rustici tavoli della terrazza che si affaccia direttamente sul mare. 
          L’isola si gira a piedi o in bicicletta oppure con i bus o il treno a monorotaia, che sono 
          gratuiti; non così l’ingresso alle varie attrazioni.

          Il food festival

          Denso di avvenimenti, vivacissimo e famoso nel mondo, il Food Festival accoglie dal 
          30 marzo al 30 aprile il meglio delle gastronomie asiatiche, internazionali e fusion riunendo i 
          più importanti chef di tutto il mondo. Questa manifestazione coinvolge moltissimi locali 
          che presentano un loro programma gastronomico. Oltre a quelli già citati possiamo ricordare 
          Fort Canning Park, sulla collina sacra ai Malesi, con visita del giardino botanico delle 
          spezie, quindi prima colazione o pranzo orientale nella costruzione coloniale all’at-sunrice 
           illustrati da una dimostrazione pratica dello chef, ma sono previsti anche corsi di 
          gastronomia per adulti e bambini. Corsi di cucina organizzati anche da Violet Oon, 
          una istituzione a Singapore, che al Gourmet Cooking Centre del Cairnhill Community 
          Club presenterà le antiche ricette tradizionali asiatiche svelate dalle “nonne” e da lei 
          rielaborate. A Chinatown, al Far East Square si può assistere a cerimonie nuziali 
          delle varie etnie e partecipare poi al pranzo di nozze. Il ristorante Senbazuru, al sesto 
          piano dell’Hotel New Otani, propone i raffinati piatti della cerimonia giapponese del 
          tè (kaseiki) con dimostrazione della cerimonia stessa. Il Grand Hyatt offre una 
          scelta di menu nei suoi nove locali, ma non bisogna privarsi del piacere di assaggiare 
          gli eccezionali dessert dello chef Gottfried Schuetzenberger. 
          La cucina italiana è interpretata dallo chef romano Enrico Rodati presso il ristorante 
          Pontini nel grattacielo Grand Copthorne Waterfront. Nik & Hanis in Cuppage Road 
          organizzano party a tema all’aperto con musica e danze. Presso il MakanDrama si 
          può assistere perfino a rappresentazioni teatrali dedicate alla gastronomia, a cui 
          fanno seguito delle vere e proprie degustazioni. Nell’ambito del Food Festival si 
          svolgeranno vari concorsi, come quello del riso fritto, e altri avvenimenti tra i quali il 
          più importante è il World Gourmet Summit, coordinato da Peter Knipp, che ha alle 
          spalle un recente e importante passato da chef. In gara chef da tutto il mondo con 
          premi anche ai ristoranti e ai sommelier.

          Notizie pratiche

          Per saperne di più sul Festival si possono chiedere informazioni direttamente a 
          Singapore: telefono 0065-323-5150, fax 0065-224-7879; il sito internet è 
          www.singaporefoodfestival.com. 
          L’ufficio di Milano: telefono 02-584.570.80, fax 02-584.570.70 potrà inoltre 
          darvi ogni tipo di informazione. I collegamenti aerei con l’Italia sono a cura della 
          compagnia di bandiera, la Singapore Airlines. Ma si vola anche Lufthansa e in prima 
          o in business si può già entrare nel clima gastronomico di Singapore grazie al menu 
          di bordo curato da grandi chef internazionali che svelano inoltre la ricetta di un piatto 
          appositamente studiato per i passeggeri. Gli chef si alternano ogni due mesi e tra 
          questi c’è anche Alfonso Iaccarino del Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui Due 
          Golfi, insignito di ben tre stelle Michelin.