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Il Portogallo e "Le Strade del Vino"
7 inebrianti percorsi per un viaggio nella terra del Vinho do Porto
di Elsa Mazzolini

Nasce attorno alla popolarità del Porto la storia più recente dei vini portoghesi: dal 1986 la nazione ha subìto una turbinosa modernizzazione. Nel 1985 esistevano solo dieci regioni vinicole a denominazione controllata, oggi se ne elencano cinquantacinque.

Porto, Dão, Bairrada, Oeste, Ribatejo, Costa Azul e Alentejo: sette itinerari e un viaggio irripetibile per gli appassionati di degustazioni e per quanti vogliono assaporare un bicchiere di storia del Portogallo.

Si tratta di alcuni percorsi ad hoc che propongono un modo straordinario per conoscere il Paese, alternando soste culturali a visite alle numerose quintas, tenute dove si producono e si gustano alcuni tra vino del mondo”. Da nord a sud del Portogallo, le “Rota do Vinho” disegnano il tragitto su per le colline fitte di terrazzamenti coltivati interamente a vite. Un’antica tradizione, la viticoltura, che si respira nella calda atmosfera delle cantine di produzione, degustando i profumi e i sapori di vini sempre migliori.
Le “Strade del Vino” del Portogallo rientrano in un ampio progetto rivolto alla valorizzazione del turismo enogastronomico. Nel settembre del 2000 il Governo Portoghese, con il “Programma di Sviluppo e promozione delle strade del vino”, sottoscritto a Lisbona, ha previsto uno stanziamento di più di un milione di Euro per gli anni 2001/2003, creando un marchio identificativo che meglio servirà a far riconoscere le strade del vino sia nel Paese che all’estero.
Le strade del vino in Portogallo

Le “Strade del Vino” del Portogallo rientrano in un ampio progetto rivolto alla valorizzazione del turismo enogastronomico. Nel settembre del 2000 il Governo Portoghese, con il “Programma di Sviluppo e promozione delle strade del vino”, sottoscritto a Lisbona, ha previsto uno stanziamento di più di un milione di Euro per gli anni 2001/2003, creando un marchio identificativo che meglio servirà a far riconoscere le strade del vino sia nel Paese che all’estero.
Tale è l’interesse del Governo Portoghese che la gastronomia è stata dichiarata Patrimonio Culturale Nazionale (tutti conoscono il piatto nazionale del Portogallo, il baccalà, in realtà importato dalla Norvegia; altrettanto famosi sono i formaggi e la pasticceria), con un decreto legge che permette di utilizzare strumenti capaci di difendere e promuovere le tradizioni enogastronomiche, parte integrante dell’eredità culturale del popolo portoghese. Queste iniziative, attraverso il Ministero del Turismo, hanno lo scopo di sostenere e divulgare i prodotti enogastronomici del Portogallo, proponendo un modo tutto nuovo di viaggiare attraverso i sapori e gli aromi del Paese.


La rota do Vinho do Porto
Gli inglesi scoprono il "Porto".... ed è subito vino!

Biisogna risalire agli inizi del '700 e ai mercanti della fiorente colonia inglese della città di Viana do Castelo, a 90 km a nord di Porto, per svelare i segreti di un vino cui gli anglosassoni diedero fama e prestigio internazionale.
Un vino straordinario, dalle origini ben più antiche, nato da una miscela di ingredienti particolari: la terra, il clima e le uve di un posto unico al mondo, la Valle del fiume Douro in Portogallo.
La regione vinicola del Vinho do Porto comincia a circa 100 km ad est della città di Porto e si estende per 120 km. da Barqueiro a Mazouco, sulla frontiera spagnola. Recentemente l'UNESCO ha proclamato l'area Patrimonio Mondiale dell'Umanità, titolo attribuito unanimemente alla zona delimitata nel 1756 dal Marchese di Pombal, classificandola al quinto posto tra le più prestigiose aree vinicole europee dopo la Val du Loire e Saint Emilion in Francia, le Cinque Terre in Italia e Wachau in Austria.
I tre itinerari della Rota do Vinho do Porto: Baixo Corgo, Cima Corgo, Douro Superior, conducono tra le terrazze ondulate delle vigne e i villaggi dalle casette bianche.
A questi tre percorsi corrispondono tre aree della Valle del Douro: il Basso Corgo, I'Alto Corgo, e il Douro Superiore.
Il Basso Corgo è la parte più occidentale, fino al XVIII secolo la maggiore produttrice di Porto e che tuttora copre il 50% della produzione.
Nell'Alto Corgo, ovvero nella zona centrale, si concentrano la maggior parte delle quintas raggruppate intorno al caratteristico villaggio di Pinhao, con la folkloristica stazione ferroviaria decorata di azulejos che raccontano le storie della vendemmia: da qui proviene il 36% del vino prodotto.
Infine il Douro Superiore, che parte dalla frontiera spagnola fino alla gola chiamata Cachao de Valeira, zona rinomata per la superba qualità del suo vino, eccezionalmente corposo e concentrato.
La particolarità della Strada del Vino di Porto è quella di poter essere percorsa sia in automobile che con imbarcazioni, in un viaggio affascinante nello spettacolare scenario dei vigneti, che si perdono a vista d'occhio lungo il corso del Douro e dei suoi affluenti. Chi sceglie la via d'acqua sperimenta l'emozione di risalire il fiume, completamente navigabile da Porto a Salamanca; ma non meno allettante è l'itinerario via terra, con le stradine sinuose che costeggiano il Douro, tra monumenti e luoghi della "Terra do Vinho"; infine anche i treni, guida alla mano, costituiscono una valida alternativa per il Tour della regione.
Tre itinerari diversi, Uniti dalla bellezza suggestiva del fiume invitano a scoprire il gusto di un vino di alta qualità.


La rota do Vinho da Bairrada
Bairrada, terra di creta.

Bairrada deriva da "barro", che in portoghese significa creta.
Il terreno di questa regione è, infatti, composto quasi esclusivamente d'argilla, mescolata con calce oppure sabbia. E' da questa ricetta magica che nascono vini rossi pregiati, di alta qualità, prodotti con una sola varietà d'uva, la BAGA. L'argilla, unita alla calce, costituisce un ottimo substrato per la BAGA e i vini, una volta invecchiati, sviluppano complessità e raffinatezza eccezionali. Ma non solo rossi; anche bianchi e rosé, ricavati da differenti varietà d'uva, aromatiche e piene di corpo. Tra queste, la MARIA GOMES, identica alla FERNÃO PIRES del Portogallo meridionale, danno prodotti che incontrano il gusto dei palati più raffinati e coprono il 60% dei vini spumanti, prodotti in Portogallo. 40.000 acri di terreno adibiti a vigneti occupano la regione, che si estende per 41 km. dal fiume Agueda a Nord, fino alla città di Coimbra a Sud. Una terra capace di sedurre i suoi visitatori con la straordinaria ricchezza di paesaggi e scenari, che si susseguono con dolcezza dall'interno verso la costa.
Nella zona montuosa Buçaco richiama i turisti, attratti dall'esteso Parco forestale, verde oasi alberata di 105 ettari, dimora di un antico convento di Carmelitani del XVII secolo. All'interno si erge lo scenografico edificio neomanuelino del Palàcio-Hotel do Buçaco, costruito alla fine dell'800, punto di partenza per avventurose escursioni, attraverso i sentieri del bosco, in una vegetazione lussureggiante di specie locali ed esotiche.
Ai piedi della Serra do Buçaco, la località termale di Luso accoglie i visitatori e offre distensivi e rilassanti soggiorni tra splendidi alberghi d'inizio secolo; il viaggio continua lungo la costa, dove fiumi e laghi colorano il panorama. Tra questi il lago Fermentelos, diventa ostello dei numerosi uccelli acquatici.
Tre gli itinerari della Rota do Vinho da Bairrada, per scoprire le meraviglie della regione vinicola: Trilhos do Monte, Caminhos de Barro, tradas de Areia.


La rota do Vinho do Oeste

Con due itinerari, la Rota do Vinho do Oeste dà vita ad un avvincente viaggio nella regione vinicola, per un assaggio dell'art de vivre alla lusitana e per cogliere gli aspetti più caratteristici del Portogallo. I due percorsi, Caminho entre Vinhas e À Beira do Atlântico offrono ai visitatori la veduta di due scenari molto diversi ma altrettanto accattivanti.
Il Caminho entre Vinhas scopre coste e insenature che creano forme e figure forgiate dal mare. Si passa dalla straordinaria bellezza della penisola di Peniche e dell'isola di Berlenga a Óbidos, bella cittadina bianca, murata. L'area chiamata dagli antichi "regione oltre la serra" è caratterizzata da un clima atlantico temperato, propizio a una lenta e regolare maturazione delle uve.
I vini bianchi, dall'aroma delicato, si ottengono dalle varietà VITAL, ARINTO, FERRAO PIRES e RABO-DE-OVELBA.
I rossi, mediamente corposi, sono gradevoli e armoniosi, ricavati dalle varietà: TRINCADEIRO, BASTARDO, CAMARATE e TINTA MIùDA.
Lungo il percorso À Beira do Atlantico, d'obbligo la visita alle saline di Rio Maior e alla cittadina di Torres Vedras, dove la viticoltura, a partire dal XIX sec., ha avuto uno straordinario sviluppo.
Le piacevoli soste nelle quintas invitano a degustare gli aromi dei vini locali: i bianchi, dal citrino al paglierino chiaro, sono freschi, fruttati, equilibrati; i rossi, molto gradevoli, sfumano dal granàta al violaceo, con un sapore che acquista morbidezza col passare del tempo. Tra i Vinhi do Oeste o Vini dell'Estremadura bisogna citare i "vini leggeri", molto apprezzati dagli estimatori. A bassa gradazione alcoolica (circa 9,5% vol.), provengono da vigne piantate in pianure vicino alla riva di fiumi o alla costa e per aroma e freschezza sono compagni indispensabili di pranzi leggeri.
Due percorsi diversi e sorprendenti, che fanno rivivere i momenti della storia portoghese. Chi sceglie la Strada do Vinho do Oeste passeggia tra le vestigia di un tempo trascorso: le imponenti fortezze militari, costruite al tempo del Duca di Wellington, si immergono nell'atmosfera incantata e cheta delle vigne, lontane dalla furia del passato.


La rota do Vinho do Dão
Dão, un paese dal sapore “mediterraneo”

Ebbene le coste del Portogallo si affaccino tutte sull'Oceano Atlantico, questa regione viene considerata mediterranea per il suo clima, ideale per una lenta fermentazione dei vini vellutati e dai forti aromi. L'area vinicola del Dão, attraversata dal fiume omonimo e dal Mondego, ha ottenuto la classificazione DOC e il riconoscimento di regione produttrice di ottimo vino fin dal 1908. 50.000 acri di vigneti producono vino in quantità, di cui l'80% rosso e il 20% bianco.
I Tre diversi percorsi - Caminhos de granito, entre o Vouga e Paiva, entre o Dão e o Mondego - che costituiscono la "Rota do Vinho do Dão" si inoltrano nella regione, per quanti vogliono immergersi nella cultura e nella magica atmosfera del Portogallo e godere dei monumenti, dell'incanto di Viseu, vera capitale del Dão, delle rilassanti acque termali di Sao Pedro do Sul (zona attigua a quella del Dão), del panorama mozzafiato della Serra da Gralheira, con i pittoreschi villaggi di case che hanno conservato le tradizionali tegole di ardesia e le leggendarie storie di santi e draghi. Le chiesette arroccate sulle pendici delle montagne scandiscono ogni tappa del percorso, vive testimonianze della più suggestiva architettura religiosa, riflesso di stili e influssi di tutto un millennio.
Per gli amanti dell'arte, da non perdere il Museo Grão Vasco a Viseu, con opere dei più importanti pittori del '500 e dei più famosi artisti dei secc. XIX e XX.
I vini fruttati, vivaci e di fine qualità, si fanno padroni di casa e regalano ai visitatori sapori di antiche tradizioni.


La rota do Vinho do Ribatejo
La storia potrebbe cominciare così: “c’era una volta un fiume che tutto fa, tutto vuole...”

Il Ribatejo, o "riva del Tago" è una fiorente regione ad est di Lisbona, segnata profondamente dalla vita del Tejo, che ne ha impresso il carattere, modellando le forme del territorio. Una regione che ha il nobile compito d'esser il "cuore del Portogallo", prescelta dai re portoghesi per le battute di caccia, dove gli ordini religiosi e militari hanno eretto i loro templi nei primi secoli della storia del paese.
I quattro itinerari della Rota do Vinho do Ribatejo: Tesouro Gótico, Beira Tejo, Touros e Cavalos, Tesouro manuelino-Castelo dos Templários tracciano la strada nell'anima portoghese e aprono le porte a un Paese di antiche tradizioni, dove dalla ceramica artistica di Golegã si passa all'artigianato del cuoio di Coruche, dai panieri fastosamente impagliati di Almeirim alle bambole di panno e di canna di Costância.
Mercatini e fiere sono tutti da visitare, espressione della meravigliosa arte popolare, mentre nel campo coltivato a vite si producono gli squisiti vini locali e l'allevamento del bestiame, nella charneca, è uno dei tratti distintivi della regione.
I vitigni rendono vino prevalentemente bianco e, in misura minore, rosso.
Le varietà d'uva per il vino bianco sono: FERNÃO PIRES, VITAL e TALIA; i rossi vengono fatti principalmente con il CASTELÃO FRANCÊS (PERIQUITA), che ha un'ottima varietà aromatica. Altri vitigni della regione, meno diffusi sono il BAGA, il CASTELÃO e il TRINCADEIRA PRETA.
Dal primo all'ultimo percorso, i monumenti di un passato di grandezza conquistano gli occhi dei visitatori: la chiesa gotica de Graça a Santarém, con la facciata sobriamente ornata e aperta dal rosone, il Museu Rural e do Vinho di Cartaxo, dove si resta affascinati dalla storia del vino, la Casa-Museu dos Patudos ad Alpiarça, in cui è conservata un'eclettica collezione di porcellane, arazzi e dipinti, il centro storico di Abrantes, con il caratteristico castello medievale rimaneggiato nel XIX secolo, il Castello di Almourol a Chamusca, del 1171, in insolita posizione su di un isolotto roccioso in mezzo al Tago.
Ma il Ribatejo è anche “terra di tori e toreri" che creano appassionanti spettacoli, riempiendo le piazze di ogni città.


La rota do Vinho da costa Azul
Una strada sul mare

l blu intenso del cielo, l'azzurro dell'oceano, il verde dei campi coltivati a vite sono i colori della Rota do Vinho da Costa Azul, con un unico itinerario denominato Dentro de Portas. Il percorso segue la via del mare, svelando luoghi d'incanto ai visitatori impazienti di assaporare i dolci vini locali. Tra questi, i vini moscati di Setúbal sono esportati in tutto il mondo. Secondo la leggenda i Fenici introdussero un vitigno chiamato Moscato di Alessandria più di 2000 anni fa, menzionato nei registri di Luigi XIV, che parlano di un Moscato proveniente da Setùbal, conservato nelle cantine reali. Questo vino viene irrobustito con il brandy per ottenere il 18% di grado alcoolico; dopo la fermentazione le bucce sono lasciate a macerare per molti mesi nel mosto, in modo che il vino acquisti un bouquet sorprendentemente vivace, con sentori di arancia, fiori selvatici e mandorle. Ritorniamo al viaggio; la prima sosta è Palmela.
La cittadina in posizione panoramica nei dintorni della penisola di Setúbal, si fregia di un pittoresco castello arabo, rimaneggiato più volte, ora sede di un hotel: ai suoi piedi si erge il convento francescano di Santiago, trasformato in accogliente "pousada", ornata da azulejos.
La tappa successiva è Cabo Espichel, sperone roccioso a picco sul mare che, dal faro del XVIII secolo, offre lo spettacolo di uno straordinario belvedere e sempre a piombo sul mare, la Serra da Arrábida, ricoperta di una meravigliosa vegetazione, invoglia i visitatori a lunghe passeggiate. Mirto, pini e cipressi fanno della zona una delle più note aree paesaggistiche del Baixo Alentejo, tutta da esplorare per chi vuol sperimentare la vita in stretto contatto con la natura. Setúbal e Sesimbra, animati porticcioli di pescatori, regalano ai visitatori il vero spirito portoghese, con i vini che ben si prestano a serate in allegria. Infine, da non perdere, la visita alla Quinta da Bacalhoa nella Vila Fresca de Azeitão.

La rota do Vinho do Alentejo
Storia di una terra come storia di popoli.

Alentejo, ovvero terra "al di là del Tago", è una vasta zona del Portogallo sud-orientale, che ha conservato vive nel tempo le tracce delle popolazioni che l'hanno attraversata. Templi romani, castelli moreschi, palazzi rinascimentali, chiese barocche tradiscono le antiche influenze, alternandosi a vaste pianure e immense foreste di querce.
La regione colpisce per vastità e ricchezza, con una produzione di vino molto antica che, in Borba, Reguengos e Vidigueira, trova i suoi principali centri.
Sei le varietà di vini più pregiati: i bianchi - Roupeiro, considerato il miglior vitigno di uva bianca dell'Alentejo, Rabo de Ovelha, di colore chiaro e aperto, Ãntao Vaz, dal profumo inconfondibile - e i rossi: Periquita, fruttato e vellutato, Trincadeira, ad alto contenuto alcoolico e Aragonez, di colore rosso scuro, molto corposo. Fra questi, alcuni sono ancora conservati in anfore di creta seguendo il costume dei romani; altri sono invecchiati in piccoli botti di quercia, per dar loro longevità e complessità.
Tre itinerari guidano i visitatori "al di là del Tago": il Caminho de S. Mamede, l'Itinerário Historico, Nas Margens do Guadiana.
Chi sceglie il primo percorso incontra l'inaspettata e imponente Serra de S. Mamede, da cui si parte verso luoghi pieni di storia come Crato e Avis.
L'Itinerário Histórico svela, a sua volta, la calda atmosfera di Estremoz, le preziose collezioni custodite al Palazzo ducale di Vila Viçosa e l'intramontabile bellezza di Évora, proclamata dall'UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Antica capitale dell'Alentejo, la città si distende sul fianco di una lieve altura, mostrando templi romani e cattedrali di epoca medioevale; una vera città-museo che unisce le suggestioni di importante centro storico-culturale alla vivacità di ricco polo agricolo e commerciale.
Un Alentejo meno conosciuto si rivela a quanti percorrono il terzo itinerario, con cittadine come Moura e Mourao, lungo il corso del Rio Guadiana. Feste popolari e fiere gastronomiche accompagnano il viaggio nelle pianure della regione, dispensando emozioni di fragranze e aromi.


Dolci peccati a Lisbona

Non si può visitare Lisbona e non assaggiare i pastéis de Belém, i famosi dolcetti di pasta sfoglia ripieni di crema: una crema davvero speciale di cui nessuno conosce il segreto. I pasteis, infatti, sono prodotti secondo una ricetta centenaria dall’Antiga Confeitaria de Belém, la celebre pasticceria nei pressi del Monastero dos Jeronimos.
Dopo una visita al Monastero e una passeggiata lungo il Tago perché non continuare con una pausa golosa nella pasticceria e ammirare gli splendidi azulejos del diciottesimo secolo che ne decorano le pareti?
Quello dei pasteis è uno dei segreti meglio conservati della pasticceria portoghese. Tutte le mattine Henrique Almeida prepara nella Oficina do Segredo della cucina della Antiga Confeitaria de Belém, fondata nel 1837 e nota anche come Fábrica de Pastéis, una ricetta unica al mondo. Insieme ad altri due maestri pasticceri della Fábrica è l’unico che sa mescolare sapientemente gli ingredienti nella giusta quantità e secondo gli antichi metodi artigianali.
I pastéis de Belém, come gran parte della pasticceria portoghese, sono nati tra le mura dei conventi e la Fabrica si trova vicino al Monastero dos Jeronimos.Costruito all’inizio del sedicesimo secolo per ordine del re Manuel I con il denaro proveniente dalla “Vintena da Pimenta” (la tassa sul commercio del pepe e delle spezie) è considerato un vero e proprio gioiello di stile manuelino, stile tipico portoghese che associa al gotico contemporaneo l’utilizzo di elementi marittimi. Il Monastero fu poi abitato dai monaci dell’Ordine di S. Girolamo che avevano il compito di pregare per l’anima del re e dare assistenza spirituale a marinai e navigatori lusitani.
Secondo la tradizione, un frate del convento, avendo necessità di denaro, vendette la ricetta dei pastéis a un commerciante nelle vicinanze di Belém. Altre fonti raccontano invece che Domingos Rafael Alves, proprietario di una raffineria di zucchero situata nei pressi del Monastero, diventò amico di un pasticcere che vi lavorava.
Con la rivoluzione del 1820 numerosi ordini religiosi furono sciolti lasciando molti frati e suore senza un’abitazione e molte persone, fra le quali il pasticcere, senza lavoro.
Il proprietario si accordò con il pasticcere detentore del segreto per far preparare i dolci nella propria raffineria e venderli al pubblico. La fama di questi dolci si diffuse talmente tra i lisboeti che la raffineria divenne ben presto “l’unica e vera fabbrica dei pastéis de Belém”. La ricetta venne registrata ufficialmente e il segreto salvaguardato fino ad oggi.
Oggi la Antiga Confeitaria, meta di un vero e proprio pellegrinaggio, sforna quotidianamente circa 10.000 pastéis. Le ampie sale, sempre affollate, accolgono ogni giorno decine di golosi, lisboeti e turisti, per un momento di relax davanti a una bica, il caffè che tradizionalmente accompagna i pastéis, da gustare appena sfornati e spolverati con cannella e zucchero a velo.