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Veneto - Strada dei Vini del Piave
di Iole Piscolla

Archivio generale Strade del Vino



Strada dei Vini del Piave
c/o C.C.I.A.A.
Via Toniolo 12 31100 Treviso
Tel. 0422.591277 Fax 0422.412625
Web : /
E-mail : consorzio.piave@tv.camcom.it




A destra e a sinistra del Piave si snoda un lungo percorso enoturistico di oltre 150 chilometri, che dalla laguna di Venezia si addentra nei territori della Provincia di Treviso arrivando fino alle Prealpi, un percorso che va per la precisione da Roncade a Portobuffolè, da Conegliano a Motta Livenza.
Si tratta della pianura che accompagna il corso del fiume Piave, dove le caratteristiche orografiche del territorio con sabbie, ghiaie e argille particolarmente irrorate da vene d'acqua profonde, hanno da sempre favorito la coltura della vite, che nel tempo ha accompagnato le storiche specializzazioni nell'allevamento del bestiame e in quello del baco da seta.

La cultura tradizionale è stata invece impregnata dalla dominazione veneziana, che ha lasciato le sue testimonianze nelle ville e nei patrimoni architettonici di quest'area un po' nascosta della provincia di Treviso, dove nasce la Denominazione Piave (Cabernet, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Merlot, Pinot Nero, Bianco e Grigio, Raboso, Tocai, Verduzzo).

Vera bandiera di queste terre è il Raboso del Piave, questo vino che ben si accompagna con i tipici antipasti all'italiana, ottimo - invecchiato - con la selvaggina; la cui storia sconfina spesso nella leggenda cui è legata anche l'origine del nome, che non si comprende ancora se ripreso dall'omonimo affluente del Piave o dall'aggettivo "rabioso", usato nel dialetto veneto per indicare un frutto particolarmente acerbo.
Si tratta comunque di un vitigno autoctono, le cui prime tracce di coltivazione risalgono all'inizio del XVII secolo, ma che sicuramente ben convive con la pianura sabbioso-argillosa e con i letti ghiaiosi costituiti da ciottoli di diversa misura derivanti dalle alluvioni del Piave.

Questa terra, così particolare e ampiamente fruita nel corso dei secoli dai veneziani che qui amavano fare le loro battute di caccia, è stata ben descritta dalle parole di Tommaso Tommaseo Panzetta "chi abita in golena sa bene che ogni tanto il fiume presenta il conto: è quello da pagare per il privilegio di vivere tra gli argini e il corso d'acqua, su una terra tanto infida quanto seducente, subendone agguati e incantesimi.
La golena, ora sassosa, ora sabbiosa, è ricca di aree boschive alternate a campi coltivati, a vigne rigogliose, a verdi radure in declivio. In autunno i vigneti si fanno rossicci, i faggi e i pioppi ingialliscono a cominciare dalle fronde più alte, s'accartoccia il fogliame ramato dei carpini e le siepi stinte mostrano, qua e là, la rossura delle bacche…"

Ed ecco allora gli itinerari fra le ville lungo la dorsale delle Prealpi, che fa da sfondo al panorama sul versante Nord, mentre alla destra scorre il Piave.
Fra le Ville di valore: Villa Perocco, i cui vigneti sono ben visibili di fronte alla costruzione, Villa Gitta Caccianiga, costruita intorno al 1700 sulle rovine di un monastero, Villa Valier Loredan con i suoi splendidi affreschi, le Barchesse di Villa Pastega Manera, dove è nata una scuola di comunicazione e grafica contemporanea, e poi Villa Tieopolo Passi a Lanzago, costruita all'inizio del Seicento e circondata da un folto Parco.

Merita una visita anche il Castello di Roncade, regalato da Ottone II alla famiglia dei Collalto e distrutto da Cangrande della Scala per essere infine ricostruito dalla famiglia Giustiniani. Se ci si ferma a mangiare, poi, da non perdere gli asparagi di Cimadolmo che vengono proposti, seguendo la tradizione più classica, accompagnati dalle uova sode o conditi con erbe odorose.


Iole Piscolla