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Toscana - Strada del Vino Terre di Arezzo
di Iole Piscolla

Archivio generale Strade del Vino



Strada del Vino Terre d'Arezzo
Associazione Strada del Vino Terre d'Arezzo
Sede Operativa
Via Ricasoli, 38/40
52100 Arezzo
Tel. 0575/294066 - Fax. 0575/294066
www.stradadelvino.arezzo.it
info@stradadelvino.arezzo.it




200 km attraverso la campagna toscana; oltre 150 esercizi (cantine, ristoranti, agriturismi, ecc.) e 7 vini a Denominazione d'Origine (Chianti DOCG, Chianti Colli Aretini DOCG, Colli d'Etruria Centrale DOC, Valdichiana DOC, Cortona DOC, Vinsanto del Chianti DOC e Vinsanto del Chianti dei Colli Aretini DOC). Questi i numeri importanti della Strada del Vino Terre di Arezzo.

Un percorso che si snoda tra cantine e punti di ristoro, attraversando la campagna toscana tra olivi e dolci colline, ricchissimo di arte e di storia, dagli Etruschi ai borghi medievali, dalle manifestazioni in costumi d'epoca all'artigianato tradizionale. Ottimi i vini delle Terre di Arezzo, che sono il Chianti Colli Aretini (DOC nel 1967, DOCG nel 1984), il Valdichiana (originariamente Bianco Vergine della Valdichiana DOC nel 1970, modificato in Valdichiana e comprendente una gamma di vini rossi e bianchi nel 1999) e il Cortona (DOC nel 1999 per una gamma di varietà di vini e Vin Santo).

La Strada del Vino attraversa il Valdarno caratterizzato da un'incredibile varietà di paesaggi: ai filari di viti su terrazzamenti con muri a secco, borghi e castelli si contrappone un paesaggio lunare di buche ed escavazioni, lasciato in eredità dall'attività mineraria a cielo aperto. Il percorso prosegue poi nel cuore della Valdambra con antiche abbazie e borghi incastellati sulle colline di oliveti centenari. La Strada si snoda poi lungo Valdichiana, teatro di splendidi panorami, ricca di bellezze artistiche, per un viaggio nel tempo dagli albori della civiltà, ai capolavori pittorici del Rinascimento, tra le estensioni di vigneti ed oliveti e tra le imponenti case leopoldine, che raccontano le storie di questa valle bonificata dal Granduca Leopoldo.

Quello delle foreste casentinesi è un ampio e vasto comprensorio che abbraccia circa 40.000 ettari, cui partecipa oltre la Romagna, il Casentino, ed un ristretto areale del Mugello, comprendendo ben quattro province: Forlì, Cesena, Arezzo e Firenze. Rappresenta, a detta di molti, il cuore dell'Appennino ed un livello di salvaguardia che ha pochi eguali in Italia.

In primis tra le sue peculiarità c'è un fitto bosco, verdissimo d'estate per poi acquistare in autunno una serie di variabili cromatiche che lasciano stupefatti. La particolare orografia, il clima, il tipo di vegetazione ed altitudine ci porta a parlare di boschi e non di bosco: molto particolare è la vegetazione della foresta di Abeti bianchi altissimi (arrivano a oltre 30 m di altezza) anche per il particolare valore mistico che i monaci di Camaldoli riservavano a tali essenze boschive.

Altresì i giganti del Parco, ovvero i secolari faggi in colonna che arrivano a coprire i monti sin sui crinali di faggete. Si abbinano a tali "giganti" una quantità multiforme di boschi misti: dall'acero riccio, al frassino, all'agrifoglio, al maggiociondolo alpino, all'olmo montano.

Nascosta da tali e tanti boschi la flora non è da meno in quanto la foresta conta ben oltre mille specie di cui numerose rare ed alcune rarissime: molte di tali specie le ritroviamo nella Riserva Naturale Integrata di Sasso Fratino, la prima istituita in Italia. Un'area selvaggia tutelata già dal 1959. Sasso Fratino è un luogo privilegiato di osservazione, una sorta di "laboratorio naturale" a cielo aperto.

Altra realtà non minore è la riserva della Pietra, porzione dell'antica foresta granducale, dove rocce e dirupi ospitano numerose ed indisturbate piccole creature.
Il capriolo c'è sempre stato in tali foreste e non è difficile osservarlo in prati e radure, altresì l'imponente cervo, reintrodotto nel 1840. In tardo autunno non è difficile imbattersi in piccoli branchi in direzione del fondovalle in cerca di quelle libagioni che, in alta quota, non trovano.

Il territorio del parco è caratterizzato in una serie di sentieri che si sviluppano in ben 300 km di strade sterrate, ben segnalate, o vecchi tratturi di montagna con luoghi di sosta e piccole aree attrezzate, rifugi adatti agli escursionisti ed una serie di tabelle cartografiche ben poste ed esaurienti.

In questo areale è presente ovunque il castagno, che nella denominazione Marrone del Mugello ha ottenuto la Igp (la cui principale area di produzione si trova nei comuni di Londa e San Godenzo); molto praticato è l'allevamento bovino, con le vacche di razza Chianina sul versante toscano e la Romagnola sull'altro versante. Qui sono stati ripristinati gli allevamenti di alcune razze rustiche indigene a rischio di estinzione e alcune razze suine pregiate.


Iole Piscolla