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Piemonte - Strada del Barolo e Grandi Vini di Langa
di Iole Piscolla

Archivio generale Strade del Vino


Strada del Barolo e Grandi Vini di Langa
Piazza Falletti 1 12060 Barolo (CN)
Web : www.stradadelbarolo.it
E-mail : info@stradadelbarolo.it


Strada del Barolo e Grandi Vini di Langa

Anche un distretto vinicolo unico al mondo come quello del Barolo e dei grandi vini di Langa oggi coincide, per la promozione integrata del territorio, con una Strada del Vino.
Obiettivo primario è di promuovere, oltre al Nebbiolo Doc, della stessa famiglia del Barolo perché proveniente dal medesimo vitigno, la Barbera Doc, il Dolcetto Doc, il Verduno Pelaverga Doc, ma soprattutto la Docg prodotta con uve Nebbiolo della sottovarietà Michet, Lampia e Rosè, in quell'area ristretta delle Langhe facente capo al comune di Barolo, in provincia di Cuneo.
I comuni interessati alla produzione dell'importante vino sono, oltre a Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d'Alba (per l'intero territorio), Cherasco, Diano d'Alba, Monforte d'Alba, Novello, Grinzane Cavour, Roddi, Verduno e La Morra.

La città che da il nome al vino che per primo è stato in grado di competere con i grandi rossi francesi di Bordeaux e che oggi attraversa un periodo di rinnovato interesse grazie anche alla Strada del Vino, risulta di particolare valore se abbinata alla visita dell'Enoteca Regionale presso il Castello di Barolo.
Costituita per volontà degli undici comuni della Docg, l'Enoteca ha sede nel Castello Falletti, dove nell'800 fu vinificato per la prima volta il Barolo.

La storia del Barolo ha infatti profonde radici tra le mura del castello dei Marchesi Falletti, che già nel Quattrocento avevano acquistato la signoria di Barolo disponendo quindi anche di quanto era appartenuto ai signori da li Volta dal cui strategico fortilizio si controllava un vasto orizzonte.
La dinastia dei Falletti aleggiò sul paese fino alla fine dell'Ottocento, quando con l'ultima marchesa Giulia Colbert di Maulèvrier, sposa nel 1807 al Marchese Carlo Tancredi Falletti, si estinse la casata.
Qui botteghe del vino - di cui questo distretto è la patria - musei (si ricorda fra gli altri il Museo dei Cavatappi, l'Associazione culturale Ca dj'Amis, il Museo etnografico della civiltà contadina di Grinzane cavour, il Museo etnografico-enologico del Castello Falletti di Barolo, il Museo d'arte moderna e religiosa "dedalo Montali", il Museo Ratti dei Vini di Alba e il Museo storico archeologico Giuseppe Gabetti), esposizioni e collezioni private riguardanti la civiltà rurale, rimaste ai posteri come testimonianze di assoluto pregio, si sciolgono fra manieri, castelli, torri medievali, borghi tutti viuzze e angoli caratteristici.

Fra le tante emergenze storico architettoniche meritano una visita il Castello di Serralunga d'Alba, nato inizialmente come semplice torre di avvistamento e trasformato da Pietro Falletti, signore di queste terre, in tre campanili. Per questo fu definito "Castello tre Ciòchè"; il Castello di Roddi (la città in cui fu fondata, alcuni anni or sono, la prima "università del cane da tartufo" per l'addestramento dei cani specializzati nella ricerca del tubero), da cui si gode una vista che si apre su molti paesi delle Langhe e da cui si ammira la valle del Tanaro, con un'ampia veduta su Alba.; il Castello di Grinzane, che fra i tanti Castelli delle Langhe, è sicuramente quello meglio conservato tanto più che tra le sue mura, oltre all'Enoteca Regionale dei Vini albesi, ha sede anche l'Ordine dei Cavalieri del tartufo e dei Vini d'Alba.
Il Castello fu testimone del susseguirsi di tutta una serie di nobili casate: dai suoi fondatori, i Del Vasto, ai Marchesi di Busca, fino ai Marchesi del Monferrato che lo vendettero, infine, ai Cavour. Attualmente ospita anche il Museo etnografico che raccoglie, a fianco di cimeli cavouriani e dei reperti romani rinvenuti, la ricostruzione di ambienti contadini.

Da un punto di vista naturalistico, invece, è degno di segnalazione il tracciato denominato "Le vigne del Barolo e il loro sentiero", percorribile a piedi o in bike, che si snoda per oltre 14 chilometri attraverso i vigneti, i bricchi, le borgate, le testomonianze storiche e monumentali del territorio lamorrese.


Iole Piscolla