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Liguria - Strada del Latte di Iole Piscolla ![]() Strada del Latte C/o Comunità Montana Valli Stura e Orba Via Convento 8 16013 - Campo Ligure Genova www.cmvallisturaorba.it Per le visite IAT Valli Stura e Orba: Tel: 010921055 - prolococampo@yahoo.it Consorzio Valle Stura Expo: Tel: 010924256 ![]() Tranquillità, tanto verde, aria salubre e acqua. Tanta acqua. Qui il fresco elemento sgorga abbondante e purissimo tutto l'anno. Le fontane in pietra scolpita caratterizzano i borghi e gli incroci delle strade sterrate. Così si presentano le Valli del Latte, uno dei tratti di Liguria più lussureggianti. Un areale ampio, protetto alle spalle dalle montagne e attraversato da torrenti che scorrono tra prati incontaminati. Una macchia mediterranea fatta di lecci nani, eriche arboree, corbezzoli e ginestra spinosa. In due parole una valle rimasta sostanzialmente immutata nel tempo. Un bucolico paesaggio della Liguria dei colli, in cui forte è l'equilibro della flora e della fauna. La strada del Latte insiste in una terra ricca di pascoli e di corsi d'acqua, sita alle spalle dei monti che abbracciano la riviera del Ponente genovese. Le Valli del Latte abitano qui e il settore zootecnico è ovviamente l'elemento che caratterizza e differenzia queste Valli da ogni altra realtà regionale. In questa terra di confine, ci si sente più vicini al mare che alle montagne del Piemonte; le tradizioni locali, infatti, rimandano ad una legame assai stretto con la terra ligure: questi luoghi, infatti, un tempo, erano sotto il dominio di Genova. Da qui passava una delle vie del sale, tramite la quale i mercanti della Repubblica comunicavano con la pianura padana e il Nord Europa. Una vicinanza che ha quindi origini antiche e che nello scorrere dei secoli ha condizionato la stessa gestione del territorio, nonché le modalità di sfruttamento dello stesso. Umile rappresentante dell'agricoltura locale rimane la patata Quarantina Bianca Genovese, tornata in auge negli ultimi anni grazie ad un Consorzio di tutela che ne protegge la qualità e ne promuove l'immagine, contemporaneamente cercando anche di effettuare un reale recupero dell'agricoltura di montagna. Un'ottima patata, la Quarantina, adatta per fare la torta baciocca, lo stoccafisso, gli gnocchi o da aggiungere alle trenette al pesto, oggi viene ricoltivata da tanti piccoli produttori, dai quali è anche possibile acquistarla. Anche i dolci, qui, sono a mezzo tra due regioni. Gli amaretti, i dolcini a base di mandorle, sembra che siano stati inventati addirittura nel Settecento, da tal Francesco Moriondo, pasticciere di corte. E poi i canestrelli e i baci di dama, coppie di biscottini emisferici fatti con mandorle, zucchero, farina, uova, uniti tra loro da uno strato di cioccolato. Molti sono i forni artigiani che producono e vendono questi dolci, a Natale il pan dolce, la torta di riso e i goffi, una specie di brutti e buoni con il cioccolato. Iole Piscolla |