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Campania - Strada del Vino in Terra di Lavoro
di Iole Piscolla

Archivio generale Strade del Vino



Strada del Vino in Terra di Lavoro
Assessorato Agricoltura e Foreste
Regione Campania
Napoli


E' tra i monumenti più visitati d'Italia e sicuramente uno dei più fastosi d'Europa.
La Reggia di Caserta, voluta da Carlo III e da lui commissionata a metà Settecento al grande architetto olandese Luigi Vanvitelli (che lavorò al grandioso progetto fino alla sua morte, ovvero al 1773, lasciandone poi l'eredità allo stesso figlio) è diventata con il tempo il simbolo di quella che storicamente era denominata Campania Felix e Terra Leboriae, per i Leborini che anticamente vi abitavano.

Una terra particolare e ricca da come ce la raccontano Catullo e Orazio, fra le fonti più autorevoli del passato; tanto fertile che nelle "Georgiche" Virgilio la colloca al primo posto dipingendola come "la terra che esalta una nebbia leggera e vapori alati, che assorbe l'umidità e quando vuole da sé la restituisce, che si copre spontaneamente di un prato sempre verde, che non si attacca al ferro né lo rode .".
Su questa terra e in questi luoghi si sono avvicendate le più disparate vicissitudini e diversi popoli, dagli Etruschi, ai Sanniti, ai Romani; cui sono seguiti, dopo il declino, le invasioni barbariche e la malaria, i Goti, i Bizantini, i Longobardi, i Normanni, e infine gli Angioini ed i Borboni.

Questi popoli hanno creato con il tempo una fitta rete di grandi e piccole arterie viarie, dall'Appia ("regina viarum"), alla Domiziana (che prendeva il nome dall'Imperatore che la realizzò nel '95 d.C.), alla Via Latina o Casilina (nata ed utilizzata nel medioevo come alternativa all'Appia, se resa inaccessibile dalle paludi).
Grazie a questi sapienti interventi abbiamo ereditato un sistema di comunicazione esteso e capillare, che raggiunge oggi le testimonianze di un passato importante. Un passato fatto di anfiteatri (iniziando proprio dall'anfiteatro di Capua), castelli, campanili, abbazie (bellissima quella medievale benedettina di Sant'Angelo in Formis), borghi, chiese e regge; un insieme di scorci in cui si intrecciano l'architettura normanna, angioina ed aragonese e i vari monumenti in sovrapposizione, a testimonianza della vivacità di un tempo.

Le vie di collegamento, poi, connettevano i mercati agricoli di questi luoghi, funzionavano da passaggi per gli eserciti, da tappe negli itinerari dei pellegrini, o in tempi più recenti, da vere e proprie "stazioni postali" sulla direttrice tra Roma e Napoli, che sappiamo essere stata ampiamente frequentata da mercanti e viaggiatori.
Questo straordinario passato viene oggi valorizzato dalla Strada del Vino in Terra di Lavoro che tutela e promuove la storica zona di produzione del Falerno, che nasce in terre vulcaniche, dai vigneti di cinque comuni di Carinola, Cellole, Falciano del Massico, Mondragone e Sessa Aurunca, che oggi sono raggiungibili grazie alla autostrada A1 attraverso le uscite di Caianello (per chi viene da Nord) e Capua (per chi arriva da Sud).

Nella gastronomia di questi luoghi spiccano le zuppe saporite, come la zuppa di cardi di Sessa Aurunca, gli ziti ripieni, le mozzarelle di bufala, i sanguinacci, i mostaccioli di Capua, il castagnaccio di Rocca Monfina, territorio famoso per le sue castagne, la cacciagione cucinata alla maniera locale ovvero rosolata in pancetta e cipolla (a Mondragone aveva sede una grande riserva di caccia dei Borboni), le "laine" ovvero larghi tagliolini fatti a mano, la pastiera di tagliolini, i "guanti" ovvero le zeppole fritte e le "scrippelle", sorta di krapfen fatte di un impasto di farina, acqua, lievito, cannella, pepe, zucchero, avvolto a spirale e poi fritto.

A Ferdinando IV di Borbone, figlio di Carlo III e successivamente diventato Ferdinando I Re delle Due Sicilie, si deve la destinazione del sito di San Leucio a colonia per la lavorazione della seta. Realtà proto-industriale, molto avanzata per quei tempi, il cui funzionamento era regolato da un vero e proprio codice; un esempio, anche per noi, di laboriosità e meritocrazia.


Iole Piscolla