


Il vino del mese - Ottobre 2001
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Arzimo 1997
Az.agr. La Cappuccina
Via S.Brizio 125 37030 Costalunga di Monteforte d'Alpone (VR)
Tel. 045.6175036
E-mail: lacappuccina@lacappuccina.it
Sul conto del Soave girano tanti luoghi comuni. Due in particolare: che non sia
possibile - o sia comunque molto difficile - fare un vino decente in luoghi diversi
dalle colline ("vocate" per definizione) e che i migliori Soave escano in particolare
dalla zona Classica.
La famiglia Tessari, proprietaria da generazioni dell'azienda agricola "La Cappuccina"
in quel di Costalunga di Monteforte d'Alpone (cuore della produzione classica del
Soave, paese a notoriamente alta concentrazione di aziende da cui provengono
i migliori Soave di tutta la zona) sembra esserci apposta per smentire questi
pregiudizi. Non solo, infatti, i loro vigneti si trovano in pianura, non solo non
appartengono, sia pure per pochi metri, alla zona classica: per colmo di masochismo
sono anche coltivati con metodi che escludono pesticidi, diserbanti, pasticci
chimici di qualsivoglia specie, così che i loro vini vengono certificati
"biologici".
Come complicarsi la vita, si dirà. Eppure, proprio La Cappuccina è stata giudicata
da Burton Anderson, illustre wine writer internazionale, una delle migliori aziende
italiane produttrice di vini bianchi. Merito della "biologia"? Certo il rispetto quasi
maniacale della "materia prima" ha la sua importanza: i Tessari, e in particolare
Sisto, l'agronomo di famiglia, nel vigneto lavorano sodo, con certosina pazienza
ed encomiabile passione. A lui si affianca l'abilità del fratello Pietro, enologo,
che in cantina segue tutte le fasi della vinificazione fino all'imbottigliamento
con gli stessi rigorosi criteri atti a garantire un prodotto finale più sano e
più buono.
Tra i vini della loro gamma (che comprende anche alcuni ottimi rossi) abbiamo
scelto "Arzimo 1997" uno splendido esempio di Recioto di Soave.
Il colore è un oro ambrato di lucente intensità, al naso rivela il miele e l'uva passa,
l'albicocca e i fichi secchi. In bocca è pieno, morbidissimo, setoso, rotondo;
torna l'uvetta immersa nel miele, un accenno di tostato, il legno delle noci.
Bel corpo, buona la persistenza, finale lungo e gentile.
Agli arditi lo consigliamo abbinato alla soppressa locale, ai formaggi piccanti,
al cioccolato extra-fondente; a tutti gli altri rigorosamente da solo, è perfetto
anche così.
Elisabetta Tosi