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          Il vino del mese - Marzo 2006


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Amarone della Valpolicella Doc Selezione Antonio Castagnedi 2002
Azienda Agricola Tenuta S.Antonio
Via Valfredda, loc. Torre di Mellotti - 37030 Mezzane di Sotto (VR)
Tel. 045.7650383 Fax 045.6150913
Web : www.tenutasantantonio.it E-mail : info@tenutasantantonio.it
Alcol : 15,50 - Bottiglia : 0,75 l - Vitigni : Corvina, Rondinella, Molinara


Quando tra addetti ai lavori ci diciamo - e da tempo lo scriviamo pure - che "il futuro della Valpolicella è a est", nella discussa "zona allargata", siamo perfettamente consapevoli di far venire il mal di pancia a più di un "classico", e di un classicista. Non che nella Valpolicella Classica non siano più capaci di fare buoni vini, per carità. Ma è un dato di fatto che da alcuni anni a questa parte il territorio storico di produzione dei grandi rossi veronesi si è un po' adagiato sui propri allori, e non brilla per particolare dinamismo enologico.

Di aziende nuove ne spuntano fuori in continuazione, di nuovi talenti sui quali scommettere…boh. Viceversa, forse anche perché consci di "partire in salita", nell'area della Valpantena, di Illasi, Mezzane, ecc. si sono sempre dati un gran daffare, spesso con esiti obiettivamente felici. Tra le aziende di riferimento della zona, Tenuta Sant'Antonio è da alcuni anni una delle più interessanti; per questo si va sul sicuro quando si assaggiano i suoi vini, anche quando vengono da annate critiche come il 2002, l'anno della grandine, ricordate?

La sfortuna per i fratelli Castagnedi era tuttavia iniziata addirittura nel 2001, quando alcuni problemi sorti in fase di appassimento li avevano costretti a rinunciare al loro Amarone di punta. Stessa storia per il 2002: niente "Campo dei Gigli", il loro cru, bastonato a dovere da un'estate inclemente. Un certosino lavoro di selezione su più vigneti ha però permesso di realizzare l'Amarone 2002 "Selezione Antonio Castagnedi": l'uvaggio di corvina, rondinella, molinara proviene da vigneti posti in collina ma su terreni differenti, calcarei e argillosi, che danno luogo a vini diversi. Il segreto, a questo punto, sta nell'assemblaggio e in una maturazione in legno oculata: in questo caso, 15 mesi in botti da 350-400 hl, seguiti da un affinamento in bottiglia di almeno un anno.

Ne esce un Amarone di un rubino lucido, intenso e scuro con sfumature violacee, un naso fresco e intrigante ancora floreale (viola), che subito vira sul cioccolato fondente, la prugna californiana, la liquirizia dolce. La bocca non è altrettanto ruffiana: è più balsamico-minerale, ricorda le erbe aromatiche, i tannini abbastanza levigati regalano sorsi di bella persistenza, con un retrolfatto in cui ritorna la prugna. Il suo pregio più evidente? La bevibilità. Certo, non è un vino "emozionante". Ma lo si beve bene, con piacere, e ha un prezzo appropriato (scegliendo bene l'enoteca…), intorno ai 20-25 euro la bottiglia. Di questi tempi, non è poco.

Voto di TigullioVino.it (da 1 a 5 chiocciole) : @@@


Elisabetta Tosi