


Il vino del mese - Marzo 2002
Segnala questo articolo ad un amico
Az. Agricola la Cadalora
38060 Santa Margherita di Ala (TN) Via Trento 44
Tel.0464.696443 Fax 0464.696540
Majere 1997 - Rosso Vallagarina IGT
Cosa bisogna chiedere ad un (buon) vino? Personalità e racconti.
La prima può consistere in un riflesso del carattere del winemaker o dell'enologo,
essere la sua cifra distintiva, espressione della sua concezione della vite e del vino.
I secondi devono essere, inequivocabilmente, le voci del territorio.
Un vino, anche il più semplice, diventa "qualcosa" quando si fa specchio del luogo
d'origine, degli uomini che lo abitano, della loro cultura e storia.
Per questo sempre più spesso si avverte un senso di saturazione di fronte a tanti,
peraltro ottimi, vini "internazionali": sono così preoccupati di piacere a tutti che
finiscono per lasciare annoiati e insoddisfatti, perché il loro multiforme carattere
non presenta più alcuna nota veramente territoriale. Sono vini buoni sotto tutti i soli
e tutte le latitudini che non dicono più niente, avendo sacrificato ogni incognita
della loro anima originale sull'altare dell'omologazione del gusto. Grazie a Dio, non
è questo il caso del vino di questo mese.
Majere 1997 - Rosso Vallagarina IGT è anzi un tipico vino della Vallagarina,
splendido lembo di terra dominato dal percorso sinuoso dell'Adige che si allunga tra
le province di Verona e Trento. Un territorio da sempre attraversato da genti e
influenze dal nord come dal sud dell'Europa e al tempo stesso capace di sviluppare
un'identità propria che si presenta come una curiosa mescolanza - un blend, per dirla
con un termine enologico - tra i caratteri trentino e veronese. Tempo fa in questo
spazio avevamo presentato un altro vino del posto, il Foja Tonda di Albino
Armani: Majere è un po' un suo fratello, nascendo dallo stesso vitigno
autoctono - il casetta, o foja tonda, o maranela come la chiama la gente del
luogo - che da poco ha ottenuto l'iscrizione nel catalogo nazionale delle viti.
Un risultato che premia la testardaggine di produttori come Armani e Tiziano
Tomasi, (quest'ultimo anche ricercatore presso l'Istituto di S.Michele all'Adige),
che da anni credono in questo antichissimo vitigno e si battono per strapparlo
alla clandestinità.
Il vino di Tomasi, Majere (dal latino major =maggiore, superiore) prende il
nome dal vigneto posto a 200 m d'altezza e composto da viti di oltre sessant'anni.
Composto al 70 per cento di casetta e al 30 per cento di cabernet sauvignon,
ha un colore rubino scuro denso e profondo, con un'unghia violacea, profumi
caldi e invitanti di cuoio invecchiato, legno stagionato, tabacco e spezie con una
punta di fruttato rosso. In bocca presenta un sorprendente equilibrio acido-amaro,
tornano il tabacco e il cuoio ingentiliti da note di piccoli frutti rossi, prugna matura e
un ricordo di cioccolato. Di buona persistenza, ha stoffa calda come la lana,
ricorda un che di piacevolmente ruvido, è franco, elegante ma non lezioso, con
un finale pulito che incoraggia a berne ancora, regalando alla fine quella sensazione
di pigro benessere che si arriva a provare in una casa di montagna, o davanti
ad un accogliente camino, in compagnia di pochi ottimi amici.
Elisabetta Tosi