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          Il vino del mese - Giugno 2002


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          Dolcetto d'Alba 2001  Treiso 
          Tenuta Fontanafredda, via Alba 15 - Serralunga d'Alba (CN), tel.0173-613161
          Web : www.fontanafredda.it

          Non c'è dubbio che, parlando di vini, nell'immaginario collettivo il Piemonte si presenti 
          circondato da un'aura di regalità autentica; troppa storia ha attraversato queste terre, 
          troppe teste coronate hanno "camminato" queste vigne per non riuscire a incutere anche 
          ai nostri disincantati e smaliziati giorni un che di rispetto reverenziale.  
          Emozione, curiosità, ammirazione per la nobiltà e l'armonia dei paesaggi sono perciò le 
          sensazioni che colgono ad un primo approccio con una delle aziende più "regali" - per 
          origini e qualità dei vini - delle Langhe: Fontanafredda*. Una tenuta che si estende sul 
          territorio di tre celebri Comuni (Serralunga d'Alba, Barolo, Diano d'Alba) presentando 
          100 ettari di vigneti di cui oltre 70 a coltura specializzata (in Nebbiolo da Barolo, 
          Barbera, Freisa, Dolcetto, Pinot Nero, Moscato e Chardonnay). 
          L'azienda venne fondata nel 1878 dal conte Emanuele Guerrieri, figlio di re Vittorio 
          Emanuele II e della moglie morganatica, Rosa Vercellana contessa di Mirafiori, e dal 
          1931 è di proprietà del Monte dei Paschi di Siena. Importante  la produzione vinicola, 
          che comprende un'ampio ventaglio di spumanti metodo classico e charmat e di vini 
          tranquilli bianchi e rossi. 

          La tradizione regionale è esaltata ovviamente soprattutto dal maestoso Barolo, di cui 
          la Tenuta Fontanafredda rappresenta il produttore quantitativamente più significativo, 
          e per il quale ha messo a punto una vera "piramide della qualità" che da un prodotto 
          base, nato da uve nebbiolo raccolte in tutta o quasi  la zona di produzione, arriva a 
          quattro Barolo frutto di uve provenienti da altrettanti selezionatissimi vigneti e di una 
          tecnica di vinificazione rigorosamente tradizionale. 
          Purtroppo però - per noi e per loro - ai comuni mortali in genere non è concesso portarsi 
          in tavola tutti i giorni miti di questi (e altri analoghi) calibri; per questo, se proprio è di 
          Piemonte che abbiamo voglia,  benvenga questo Dolcetto d'Alba Treiso 2001:  un 
          dolcetto proveniente dalle colline del Comune omonimo. 

          Ottima annata, anche se  non per tutti e non dappertutto, il 2001 piemontese: alle 
          uve di dolcetto in particolare - la cui raccolta è iniziata poco prima della metà di 
          settembre - ha saputo dare giusta maturazione, grado zuccherino, colore e soprattutto 
          profumi. 
          Il Dolcetto d'Alba in questione riflette bene questo quadro, con un colore rubino lucido 
          di media intensità e profumi intensi di frutta rossa primaverile ed estiva: ciliegia matura, 
          ma anche una fresca fragola, lampone, qualche leggera nota "scura" al naso di funghi e 
          di ferro che sembrano fare a pugni con la dolcezza delle precedenti sfumature fruttate 
          e invece ci stanno benissimo, anzi caratterizzano il prodotto. 
          In bocca il vino appare rotondo, armonico, ancora fresco, giusto di corpo e persistenza 
          per la sua categoria, (da' il meglio di se' se consumato giovane), tornano le note 
          piacevolmente ferrose, la ciliegia selvatica. 
          L'abbinamento ideale? Se ne possono proporre diversi,  e non solo di carni rosse, 
          anche di bianche alla griglia e a base di formaggi non troppo saporiti. 
          Comunque appare perfetto con un piatto di pasta al ragù d'agnello: un'accoppiata "rustica" 
          ma non troppo.

          Elisabetta Tosi