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          Il vino del mese - Dicembre 2000


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          Bricco delle Béssole 1996
          Azienda Agricola Stefano Accordini

          Piccola storia di un pianoforte e di un bricco molto
          speciale

          C'era una volta un pianoforte.
          Solitamente suonava per conto proprio, come solista, a volte 
          con altri strumenti. 
          Un giorno arrivò Francis, aggiunse l'orchestra e compose
          un concerto. La prima esecuzione entrò nella storia: fu a
          Venezia, nel 1932. E fu lo stesso Francis a suonare il pianoforte.

         ....Molti, molti anni dopo - ma siamo sempre in Veneto - un giovane 
          enologo realizzò un vino. 
          Poteva chiamarlo "Concerto", come sarebbe stato più
          appropriato, invece gli ha dato un nome  buffo.
          Bene. Lui non lo sa, ma ha composto il primo movimento del 
          "Concerto per pianoforte  e orchestra" di Francis Poulenc 
          (1899-1963), l'Allegro non troppo.
          O, almeno, questa è la mia impressione nel bere il suo vino, un 
          passito bianco del '96 (vorrei chiamarlo con il suo nome, Recioto, 
          mi dicono che non si può. Per legge). 
          Dove sta il parallelo? 
          Prendi il concerto: si apre con un dialogo tra il pianoforte e gli archi, 
          subito sostenuti dal resto dell'orchestra. Il tema è sorprendentemente 
          moderno, sembra una canzone, ma presto si stempera in maliziose 
          citazioni "colte", con fraseggi che rifanno il verso alla "tradizione": il 
          Settecento dei minuetti, il tardo romanticismo impressionista, fino a 
          giungere al sinfonismo classico-leggero contemporaneo. 
          Così è il vino: neoclassico con buonumore. 
          Si annuncia al naso su note chiare come la voce di un clarinetto 
          francese, pregne di sole come il suo colore - un oro ramato caldo - 
          e si allarga poi su un'orchestra di profumi di miele, nocciola, fiori d'estate. 
          Dal naso alla bocca mantiene le promesse, tutte e di più: rieccheggia la 
          tradizione - l'inarrivabile tradizione dei recioti della Valpolicella, tutti i 
          recioti, bianchi e rossi, e al diavolo la legge - e la reinventa secondo il 
          gusto attuale che vuole legno sempre e comunque e dappertutto. 
          Si apre sontuoso, come il pianoforte di Poulenc sui violini e i fiati, 
          ma senza barocchismi o eccessi, nel legno (giusto un tocco) come 
          negli zuccheri: è elegante, misurato, sicuro di se'. Soprattutto allegro, 
          giovane, un po' il ritratto del suo "architetto" - si può dire così di un 
          produttore che forgia i suoi vini come opere a tutto tondo?  

          Ascolto Poulenc nella mente e brindo al suo genio musicale con il suo 
          straordinario "gemello" enoico, questo piccolo grande Bricco delle
          Béssole 1996, dell'Azienda Agricola Stefano Accordini di
          Pedemonte (Verona).
          E' una sera d'estate, a casa mia, siamo a tavola. 
          Una cena tra amici, presente anche il personaggio in questione: Daniele 
          Accordini, con la famiglia . 
          Stappiamo il "Bricco"; un'amica, al primo sorso, rimane folgorata: "Dio,
          che meraviglia!" (E sì che l'avevo servito con una mousse fredda al
          cioccolato, per metterlo alla prova, 'sto vino, in difficoltà, in crisi. 
          Beh, niente da fare. Dalla sfida esce vincente, e alla grande).

          Daniele sorseggia la sua "creatura", sorride e tace. 
          ...Il ricordo di Francis e del suo pianoforte continua a cantarmi dentro. 
          Il vino, pure.


                                              Elisabetta Tosi (elisa.tosi@tiscalinet.it)
             In collaborazione con la rivista "Ex Vinis" - Veronelli Editore