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Il vino del mese - Aprile 2005
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Valcalepio Doc Il Calepino 2003 Az.Vitivinicola "Il Calepino" F.lli Plebani Via Surripe, 1 - 24060 Castelli Calepino (BG) Telefono: 035 847178 Fax: 035 4425050 E-mail: info@ilcalepino.it Web : www.ilcalepino.it Alcool: 12,5% Vitigni : Cabernet, Merlot Il nome è decisamente evocativo: Valcalepio, valle del "bel bere" (dal greco kalòs = bello, e pino= bevo), e in effetti la documentazione del posto riferisce che il letterato Girolamo Muzio scriveva, nel 1500, "La bontà e l'abbondanza del vino hanno dato il nome a Calepino, terra più fertile di quella di Alcinoo", dove quest'ultima è l'odierna Corfù. Malgrado la vocazione vinicola sia dunque d'antica origine, è solo verso la metà degli anni '70 che si può parlare di rilancio dell'enologia locale, con l'istituzione della Doc Valcalepio, dove largo spazio hanno vitigni internazionali come merlot, cabernet sauvignon, pinot bianco e grigio, chardonnay, mentre agli inizi degli anni '90 la revisione dei disciplinari torna a mettere in primo piano anche cultivar autoctone con l'introduzione della tipologia Moscato Passito. La zona di produzione è compresa nella fascia collinare che va dal lago di Como al lago di Iseo. L'azienda di questo mese fonde già nel suo nome i valori enologici e culturali dell'area collinare in cui si trova. Fondatore e iniziatore di tutto, nel 1972, fu Angelo Plebani, che elesse il famoso frate agostiniano Ambrogio da Calepino, autore di un enciclopedico dizionario di latino (noto anche come "Il calepino") a nume tutelare e ispiratore della sua azienda. I vigneti di quest'ultima si estendono su terrazzoni d'origine morenica (detti surìe, sulle ripe) per 15 ettari, nove dei quali coltivati a pinot e chardonnay e sei a merlot e cabernet sauvignon. Proprio l'uvaggio classico merlot-cabernet al 50 per cento per entrambi da' vita a questo "Calepino", le cui uve vengono affinate in legno grande per un anno e sei mesi in bottiglia; il colore è un rubino brillante non troppo denso con riflessi violacei, il naso si apre su ricordi fruttato-floreali rossi (rosa, viola, fragola, mora, lampone, altri piccoli frutti di bosco) attraversati da un che di nervoso: note balsamiche, verdi di erba tagliata, minerali (ferro dolce) seguite da sentori di rovere. In bocca si presenta morbido e di una certa eleganza, con una freschezza sostenuta da un'acidità forse un po' invadente. Tornano le note fruttate e il legno e si affaccia persino un ricordo di cioccolato amaro: buona la persistenza, mentre il retrolfatto ripropone i profumi prima avvertiti, con una leggera prevalenza per le note più "verdi". Lo trovate intorno ai 10 euro in enoteca. Voto di TigullioVino.it (da 1 a 5 chiocciole) : @@@ Elisabetta Tosi |