


Il vino del mese - Agosto 2001
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Valpolicella-Valpantena 2000
Cantina della Valpantena scarl
Via Colonia orfani di guerra, Quinto di Valpantena, 37034 Verona
Tel.045-550032
Quando si discute di vini rossi importanti, l'enologia italiana schiera i suoi
cavalli di battaglia nei vari Barolo, Brunello e Amarone; grandissimi prodotti,
d'indiscussa fama internazionale, con pochi rivali sotto tutti i cieli. A Verona è
precisamente sull'Amarone che i produttori stanno giocando tutte le loro carte da
alcuni anni a questa parte, sfruttando l'onda lunga di un successo peraltro meritato
ma che, come tutte le cose di questo mondo, non è destinato a durare in eterno,
per quanto uno si auguri che resista il più a lungo possibile. Sarebbe perciò
opportuno, per non dire saggio, cominciare già ora a interrogarsi sul "dopo Amarone";
e, già che ci siamo, avviare una riflessione contestuale sul presente del
Valpolicella. Non parliamo qui del Valpolicella Superiore, che nella sua versione
ripassata comincia a conoscere un boom di vendite e di consensi a livello
mondiale: è figlio minore dell'Amarone, in un certo senso brilla di luce riflessa o
comunque gode della fortuna di questo. Parliamo piuttosto dell'umilissimo
Valpolicella-base, superiore o d'annata, ma che non ha subìto il ripasso sulle vinacce
di Amarone o Recioto. Piaccia o no, è questo il vino-bandiera dell'omonimo territorio
da cui nasce, è il vino quotidiano, da "buona tavola", compagno della normalità.
Siamo onesti: come non ci nutriremmo di soli aragoste e caviale (per chi piacciono)
pur potendo permetterselo, così non si può pensare di pasteggiare ad Amarone o a
Valpolicella ripassato tutti i giorni.
Cosa bere allora nel resto del tempo, quello cosiddetto ordinario?
Un onesto, versatile, cordiale Valpolicella-base. Che è sempre più raro a trovarsi.
Il perché è facilmente intuibile: le uve migliori finiscono in fruttaio per ricavare i
succitati vini, al povero Valpolicella "semplice" restano (quando restano) uve
di seconda o terza scelta, o comunque in quantitativi minori. Insomma, il
Valpolicella-base è un vino che rischia di sparire dal mercato.
Ecco perché rappresenta una lieta sorpresa imbattersi ogni tanto in un Valpolicella
ben fatto, con un ottimo rapporto qualità-prezzo (5000 lire/bottiglia), come
succede con questo Valpolicella-Valpantena 2000 della Cantina della Valpantena.
Nato da uve della "valle di tutti gli dei", quindi nella Doc Valpolicella, questo
Valpolicella fresco è un ottimo esempio di quello che uno si aspetta che sia il vino
"da buona tavola" quotidiana: il profumo è fruttato e vivace, con una nota evidente
di ciliegia fresca, il colore tipico di un vino giovane, rubino lucido ma non
esasperatamente carico. Il sapore è accattivante nella sua semplicità, torna in
evidenza la ciliegia, l'acidità è buona, i tannini gentili, la sensazione complessiva
è di piacevole morbidezza, buona la persistenza.
Un Valpolicella, per dirla con Hemingway, grande estimatore di questo tipo di vino,
"cordiale come la casa di un fratello con cui si va d'accordo".
Elisabetta Tosi