Tigullio Vino Homepage Home TigullioVino.it Blog Blog Vinix

> Operatori
» Registrazione operatori
» Operatori già registrati
» Club
» Pubblicità
» Newsletter
» Annunci vino-cibo
» Aggiungi ai Preferiti

> News e iniziative
» News ed eventi di rilievo
» Eventi locali, degustazioni
» Terroir Vino

> Contenuti e risorse
» Naviga per regione
» Vino & Olio
» Aziende testate
» Rubriche
» Tgv Blog
» Doc e Docg
» Recensioni Ristoranti
» Esperti
» Strade del Vino
» Parchi italiani
» Viaggi
» Video
» Contatti
» Faq

> Interagire col sito
»
Invia campionatura vino
»
Invia campionatura olio
» Segnala eventi
» Invia comunicati stampa
» Associati al Club
» Recensioni ristoranti
» Invia ricette


> Iscrizione newsletter
Iscriviti alla newsletter di TigullioVino.it per ricevere settimanalmente gli aggiornamenti via e-mail con le degustazioni, le news e gli approfondimenti della Redazione.
La tua e-mail :



> Pubblicità

> Siti e blog del Network
TigullioVino (Magazine)
Vinix (Social Network)
VinoClic (Pubblicità)


Aggiungi alla barra di Google
Il Blog Network di TigullioVino.it
VinoPigro
A Modest Proposal, di Riccardo Modesti
Rotfl! il Blog di JFSebastian usenettaro 2.0
Rotfl! il Blog di JFSebastian usenettaro 2.0

TigullioVino.it ©
E' vietata la copia, anche parziale, senza esplicita autorizzazione della Redazione.
Mappa del sito
Chi siamo / curiosità
Links
Privacy
Contatti







          
                      


          Archivio articoli de Gli alberi del viaggiatore


           Torna all'archivio

           Segnala questo articolo ad un amico


          Quarto numero

          C'era una volta un castello,….

          Così iniziano al solito le fiabe, ma talvolta, come in questo caso l'incipit 
          è reale e ci accompagna tra le rovine del castello medioevale di Montèbore, 
          frazione di Dernice nella Val Curone, in provincia di Alessandria; e come in 
          tutte le favole esistono anche qui un principe ed una principessa, un mago 
          ed un malvagio i quali prendono i nomi ed il tempo di un episodio datato 
          1489 d.c., e vedono protagonisti a Milano, Isabella d'Aragona e Francesco 
          Sforza i quali per il loro matrimonio alla presenza di Leonardo da Vinci (il 
          mago) ebbero la loro tavola nuziale imbandita anche del  curioso argomento 
          di questo numero degli "Alberi del Viaggiatore": il Montèbore appunto.
          Malvagia fu invece la memoria che con i secoli condannò questo frutto delle 
          valli tortonesi e la cattiva abitudine dei tempi moderni a preferire i prodotti 
          del supermercato a quelli tradizionali che fecero sì che del Montebore nel 
          1985 d.c. se ne persero le tracce.
          La favola di questo formaggio (finalmente!) oggi ha un nuovo capitolo iniziato 
          a scrivere pochi anni fa da Agata e Roberto Grattone della Cooperativa 
          Vallenostra di Mongiardino Ligure (Al) i quali rifacendosi ai ricordi ed 
           all'esperienza dell'ultima produttrice rimasta, la signora Carolina, sono riusciti 
          dopo vari tentativi a far esclamare a qualche anziano delle valli "istu l'è cul là", 
          cioè "questo è quello là" strappando così all'oblio un  monumento storico 
          caseario delle valli Curone e Borbera.
          Dico monumento perché in realtà il Montébore ricorda una scultura, una trottola 
          rovesciata, o meglio una torta nuziale; esso infatti viene creato mettendo a contatto 
          tre o quattro robiole di dimensioni diverse e decrescenti, ad un certo momento 
          della loro maturazione affinché si fondano e continuino a maturare insieme creando 
          questa insolita ma affascinante forma di piramide azteca in onore del castello di 
          Montébore; I latti ovino (circa il 30%) e vaccino (preferibilmente da vacche di 
          razza tortonese) vengono lavorati a crudo, mantenendo intatto il legame con i 
          pascoli di quelle vallate, e la cagliata, formata con caglio naturale di vitello, viene 
          rotta con un cucchiaio di legno per poi essere messa dentro alle formelle, rivoltata 
          e poi salata.
          Sono orgoglioso di aver iniziato a parlare di questo formaggio e di servirlo nelle 
          poche forme che Roberto mi fornisce per i miei clienti e per i ristoratori amici: 
          oltre che proporre un formaggio che risente dell'influenza ligure in quanto l'aria 
          marina raggiunge i pascoli del Montebore e li rende unici, mi sento promotore 
          della rinascita di un prodotto così tipico, il che vuol dire incitare e spronare 
          l'allevamento bovino da latte in quelle aree, specialmente della rara razza tortonese, 
          dare speranza all'agricoltura ed al mercato di questo antico e nobile formaggio.
          Sono grato ad Agata e Roberto per aver iniziato una piccola produzione di un 
          altro "desaparecido" di quelle zone: il Timorasso.
          Il Timorasso è un vino da uve autoctone a bacca bianca dei colli tortonesi del 
          quale si erano perse le tracce, dal colore paglierino  e dai deliziosi profumi 
          fruttati; col nome di Sassobraglia ne producono solo 1000 bottiglie che vi 
          consiglio vivamente di scovare.
          Non resta ora che mettersi in caccia di questi frutti del nostro territorio, magari 
          andandoli a cercare la domenica passeggiando e visitando quelle vallate 
          suggestive a due passi dalla Liguria.

                                             

                                                                 Guido Porrati
                                                                 Bottega dei Sestieri