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Terzo numero
Rinascimento ligure
E' difficile per un piemontese come me, e per di più commerciante, far
capire quanto in quindici anni di vita in Liguria, questa mi sia entrata dentro,
soprattutto attraverso il mio mestiere di bottegaio, aprendo alla mattina alle
donne del borgo ( o del sestiere) che giorno dopo giorno con le loro richieste
mi arricchiscono di informazioni sugli ingredienti di un pranzo ligure e mi
regalano via via nuove parole da ricordare e suoni da imitare, oppure dando
il benvenuto al turista che mi imbarazza con richieste di informazioni e mi
incita a visitare luoghi nuovi intorno a me per non trovarmi più disorientato,
allo straniero che come un bambino mi magnifica anche i più sconosciuti
angoli del "mio" villaggio che solo un occhio ospite può notare, e poi si perde
davanti alle bottiglie che gli elenco di vini e di olii di questa terra.
Quanto fascino vederli lì sullo scaffale del mio negozio, gli extravergini, pare
di schierare tutti questi frantoiani a mostrare il loro lavoro; il "foresto" ascolta
che l'olio di Giuseppe Ronco di Balestrino, (l'unico paese in Italia dove nascono
spontanee ben 14 varietà di olive diverse, dalla taggiasca alla rossa, alla
carparina, fino alla urivotta), è creato dall'intuizione di questo frantoiano nel
miscelare fino a 7 dei tipi di olive che ogni raccolto si trovano per le fasce di
quelle vallate e che fresche di giornata vengono frante in un frantoio veramente
lillipuziano.
Poi è la volta di Franco Boeri da Badalucco ai piedi della verde Valle Argentina,
che nel suo centenario frantoio detto "Roi", cura con tenacia una produzione
assolutamente autentica da sola oliva taggiasca, più conosciuta all'estero che in
patria, e che per primo ha scelto internet come finestra sul mondo, cogliendone
appieno lo spirito (www.olioroi.com), e che nel delicatissimo e raffinato Carte
Noire racchiude un frutto esemplare della produzione ligure.
Le giovani leve si sono alzate, come Franca e Roberto Ranise che appena
sposati hanno deciso di mettere a frutto la ricchezza di famiglia; uliveti ed una
casa nel borgo di Dolcedo da attrezzare ad agriturismo: olive dunque anche di
proprietà da portare al miglior frantoio dove Roberto ordina che siano frante con
i criteri di qualità che lui ha ponderato, per ottenere un olio che sta facendo parlare
di se, da sola oliva taggiasca sotto l'egida della DOP europea. (www.ranise.it)
Sono da notare e da cercare poi Baglietto e Secco di Villanova d'Albenga, un
frantoio all'antica, di veri maestri del lavoro, pacati, liguri ma sicuri ed ambiziosi;
poi l'esemplare Dino Abbo di Lucinasco ormai un classico della qualità ligure,
una famiglia unita consapevole di un successo ormai dichiarato dai palati più
sopraffini, ma che non smette di meravigliarsi e di raccontare come anni fa
nessuno credesse nell'olio extravergine di qualità, quello "medicinale" come lo
chiamano loro, e come fosse difficile far conoscere un monumento come il
loro Oeiu de S-ciappa. E poi ci sono i Benza di Dolcedo, un'altra certezza, nel
loro moderno frantoio che vi invitano a visitare con orgoglio; Roberto Noceti a
Carasco, polemico, forte, ma produttore di due esemplari cru levantini: il
Colline di Paggi ed il Colline Litoranee, e la dolce Franca Damico di Zerli che con
le sue 500 mezze bottiglie di olio da sola oliva lavagnina ha già convinto il grande
vecchio Luigi Veronelli.
Provate ora a cercare questi gioielli, collezionateli nella vostra dispensa ed esibiteli
come un vanto di casa Liguria, poi uno ad uno andateli a scovare e vi meraviglierete
di come la bistrattata ruvidità dei liguri, quando si parla della loro vita e del loro
lavoro, si sbrini, e diventi racconto, cura, gote rosse dall'imbarazzo per tanta
attenzione, tazzine di caffè e biscotti in scatole di latta.
Una bella curiosità da scoprire, anche se studiata per centauri stranieri, ma che
può stimolare una gita fra le valli di liguria, l'hanno creata un ligure di Alassio che
da sempre riconosce la bellezza della sua terra con rabbia, e la sua compagna
modenese : si chiama www.levolpiciccione.it .
Volevo ancora parlare di vino, quello di Walter De Batté di Riomaggiore,
introvabile, ma preciso nelle sue interpretazioni e portabandiera della rinascita
delle Cinqueterre, di Walter stesso e delle sue idee confessatemi durante un
viaggio Riomaggiore-Treviso intenti a portare alla concia il formaggio Avevano
con le sue vinacce di Sciacchetrà per far nascere il Trarcantu annata 2000, a
fine Aprile, anche lui frutto di una nuova presa di coscienza dell'Agricoltura di
questa terra.
Ed intanto il 17 Dicembre 2000 è nato in Liguria, a Montoggio, "Mandillo da groppo",
dedicato a tutti quelli che l'hanno usato e a coloro che ricominceranno ad usarlo….
Guido Porrati
Bottega dei Sestieri