Vini
di Francia

Vini di
Francia è la rubrica di TigullioVino.it dedicata alla scoperta
di cru, terroir e storia di luoghi, vini e vitigni francesi. Inaugurata
dal collega Pierfranco Schiaffino e poi ripresa da Mike Tommasi, umile
- fin troppo - esperto di vini di Francia, e non solo.
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Vini di Provenza
di Mike Tommasi
Continuando il nostro viaggio di scoperta dei vini francesi, vi propongo
almeno per ora di coprire le zone vicine alla frontiera, accessibili in
poche ore di macchina dall'Italia. Dopo la Linguadoca, passiamo quindi
ai vini di Provenza, che èla regione dove ho scelto di abitare.
Quando i Romani arrivarono in Provenza, scoprirono che i Greci avevano
già insegnato alle tribù locali come si fa il vino. Oggi la regione Provenza
conta 104,000 ha piantati a vite, in cui dominano i vitigni grenache (39%),
syrah (14%), carignan (11%) e cinsaut (8%). Secondo la tradizione meridionale
francese, i vini di Provenza sono quasi sempre uvaggi di tre o più vitigni.
La produzione è prevalentemente di rosati (quantità), mentre i grandi
vini sono i rossi ; esistono pure dei bianchi.
La Provenza come regione vinicola viene definita, paradossalmente, escludendo
il vino provenzale più famoso e rinomato, lo Châteauneuf-du-Pape, considerato
invece come facente parte del Rodano Settentrionale. Ebbene in questo
articolo conto riconoscere solo le frontiere amministrative, e quindi
parlerò anche di Châteauneuf, che con i vini di Bandol rappresenta il
meglio della viticoltura della Provenza, e di Vacqueyras, Gigondas, Coteaux
de Pierrevert, Côtes du Luberon, Côtes du Ventoux, Rasteau, anch'essi
esclusi da questa strana classificazione.
Bianchi
La produzione di bianchi è piccolissima (4%) con pochi vini degni di nota,
segnalo l'eccellente Domaine de la Janasse nella AOC Châteauneuf-du Pape.
Purtroppo i bianchi della AOC Côtes de Provence si basano su uve che raramente
conducono a risultati interessanti (trebbiano, detto ugni blanc, e clairette).
Il vermentino, qui chiamato rolle, potrebbe migliorarsi, magari seguendo
l'esempio ligure si arriverebbe a qualche bianco degno di nota. Qualche
simpatico bianco si trova nelle vigne a strapiombo sul mare à Cassis (pronunciato
"cassì"), per esempio da Domaine du Paternel.
Rosé
I rosati costituiscono il 75% della produzione della regione, e probabilmente
l'8% della produzione mondiale. In gran parte si tratta di vinelli semplici
da bere d'estate in loco, ma esistono rosati eccezionali, principalmente
quelli della AOC Bandol, piccola e antica zona di qualità affacciata al
mar Mediterraneo situata tra Marsiglia e Tolone. Nella loro migliore espressione,
i rosati provenzali, pur conservando il loro tipico colore rosa pallido
quasi aranciato, sono degni di attenzione e possono perfino invecchiare
per una decina d'anni con una bella evoluzione aromatica. Questi rosati
"di carattere" spesso contano sulla partecipazione del vitigno mourvèdre
magari con grenache e cinsaut ; si tratta di rosati fatti con la tecnica
della "saignée", ovvero prima della torchiatura le uve rosse vengono lasciate
a macerare per un breve periodo senza rimontaggi, estraendo quindi un
po' di colore ; il mosto viene poi separato dalle bucce e fermentato come
per un vino bianco. Alcuni rosati vengono vinificati come un rosso, ma
con macerazione breve ; un rosato in Francia non può mai essere prodotto
assemblando vino bianco e rosso (con l'eccezione della Champagne, dove
infatti si fa quasi sempre così!).
Un ottimo rosato ha la particolarità di aprire un certo numero di strade
nuove negli abbinamenti con i cibi. Praticamente tutte quelle delizie
che normalmente, secondo il dogma, "non si posssono abbinare a vino",
si prestano alla sperimentazione con un rosato di buona estrazione : e
quindi olive, carciofi, spinaci, sardine, bagna cauda, stuzzichini speziati
trovano buona compagnia con questi vini a metà strada tra bianco e rosso,
con l'acidità di un bianco e un po' di tannino e aromi di frutti rossi.
Ovviamente sono l'accompagnamento ideale della cucina provenzale (pesce,
verdure, formaggi caprini) e della famosa bouillabaisse.
In un mare di rosati, meglio scegliere bene, cercare quindi Bandol AOC
di Domaine de Tempier, Domaine de la Tour du Bon, Domaine de Terrebrune,
Château de Pibarnon. Nelle AOC Côtes de Provence e Coteaux d'Aix si possono
trovare rosati buoni, cito quello del Château de Revelette.
Rossi
Solo un quarto della produzione è di vino rosso, eppure sono proprio i
rossi che alzano il livello qualitativo della produzione provenzale. In
un clima spesso troppo caldo per bere rossi (d'estate, neanche sognarselo),
con una cucina di pesce e verdure comparabile a quella ligure e che mal
si adatta al vino rosso, ebbene questi vini sono perfetti per abbinamenti
non-indigeni, dall'agnello arrosto alla cacciagione ai funghi.
Le AOC che mantengono la buona reputazione dei rossi provenzali sono Châteauneuf-du-Pape
(3500 ha) e Bandol (750 ha), ambedue si distinguono per l'influenza
del celebre Mistral, il vento freddo e violento che spazza via le nuvole
e l'unidità da questa regione favolosa, mantenendo le uve sane con un
minimo di trattamenti. In ogni caso si parla di vini che vanno dai 13°
ai 16° e più (le indicazioni sulla bottiglia tendono ad essere pessimiste...)
ma dove l'alcool è ben integrato ed equilibrato, dove non si deve mai
sentire il bruciore dell'alcool.
Châteauneuf-du-Pape, vicina ad Avignone, autorizza l'uso di 13 vitigni
senza limiti sulle proporzioni, ma in generale dei 13 vitigni tradizionali
ne vengono usati solo 3 o 4, primo fra tutti il grenache, talvolta in
purezza, ma più sovente assemblato con syrah, cinsaut e mourvèdre. Le
vigne locali si distinguono per la presenza di grossi sassi calcarei bianchi
("galets") che coprono e proteggono il suolo argilloso. Purtroppo questi
vini sono la passione di Robert Parker, che spesso attribuisce i suoi
punteggi più stratosferici proprio a questi vini, il che spiega come i
prezzi siano saliti a livelli meno accessibili. E comunque si trovano
ancora ottimi affari, ad esempio un grande vino come quello di Pierre
Usseglio rimane intorno ai 15€. Mitici della appellation sono Château
Rayas, distinguibile dal suo rosso poco carico, e Domaine de Beaucastel.,
distinguibile al contrario per il suo colore carico, dovuto alla prevalenza
del mourvèdre. Cito pure Domaine de Mont-Redon, Clos des Papes, Clos de
Mont-Olivet, Château Fortia, Château la Nerthe, Domaine de la Solitude,
Domaine du Vieux Télégraphe, Domaine de Marcoux, Domaine de Villeneuve,
Château de la Gardine. Per un panorama completo della appellation, contattare
la federazione dei produttori Vinadéa http://www.chateauneuf.com/boutique/index.html
.
Bandol punta sulla presenza di almeno un 50% di uve mourvèdre (corpo,
struttura, colore, aroma), con presenza obbligatoria di almeno due altri
vitigni, grenache (corpo) e cinsaut (finezza), e uso facoltativo di carignan
(acidità). Il vino prese il nome dal porto d'imbarco di Bandol, mentre
le vigne sono tutte nei comuni circostanti. Bandol viene considerato come
il terroir per eccellenza del vitigno mourvèdre, che si trova qui praticamente
al suo limite settentrionale. In queste vigne spazzate dal Mistral, dove
non piove quasi mai da maggio a settembre, i nomi più conosciuti non sono
necessariamente i migliori produttori, sarà sufficiente quindi concentrarsi
su : Domaine Tempier, fondatore della appellation che vinifica certi terroir
pregiati separatamente (La Tourtine, La Migoua, Cabassaou), Domaine de
la tour du Bon, unico per avere tutte le sue vigne su un'unica parcella,
con vista del mediterraneo (e produttore anche di alcuni rari vini rossi
fortificati), Domaine de Terrebrune, Domaine Lafran-Veyrolles, Château
de Pibarnon, Domaine de Suffrène, Domaine Jean-Pierre Gaussen, Château
Sainte Anne. Altre informazioni sono leggibili su http://vinsdebandol.com/
Esistono ottimi rossi da altre appellations, ne cito alcuni :
- Côtes de Provence AOC : Les Vins Dupéré Barrera per is suoi vini Nowat,
e Domaine Richeaume, Château Font du Broc, Domaine de Jale ; attenzione
a non lasciarsi ingannare dalla dicitura spuria "cru classé de Provence",
raggruppamento immutabile di 18 domaines che nel 1956 ottenne il diritto
di usare questa frase senza alcuna garanzia o impegno di qualità, oggi
assai deludente salvo forse Château Ste Roseline.
- Baux-de-Provence AOC : il mitico e caro Domaine de Trévallon, che
non ha diritto ad entrare nella AOC perchè usa un 60% di caberbet sauvignon
con syrah ; più accessibili sono l'ottimo Domanie Hauvette, e Domaine
Henri Milan.
- Rasteau AOC : Domaine Gourt de Mautens, notevoli rossi, potenti nelle
prime annate ma oggi di grande eleganza.
- Palette AOC : minuscola appellation vicino ad Aix-en-Provence, provare
Château Simone rosso, vino eccellente. Esiste anche in bianco, purtroppo
marcato da legno eccessivo.
- Bellet AOC : salvo questa minuscola appellation vicino a Nizza, le
prime zone vinicole sono a un'ora di macchina dalla frontiera (verso
Saint Raphaël). I vini di Bellet sono piuttosto cari (l'effetto Costa
Azzurra).
Indicazioni gastronomiche
La regione Provenza include 6 dipartimenti (province).
Alpi Marittime (Nizza e Costa Azzurra) : praticamente esente da viticoltura,
ma la menziono a causa della prossimità con l'Italia, purtroppo caratterizzata
da un rapporto qualità prezzo bassissimo dovuto al gran numero di stranieri.
A Nizza un (raro) ottimo bistrot per mangiare a mezzogiorno con una cantina
originale (vini da consumare a pranzo o da asporto) e ben fornita è Vin
sur Vin, sulla rue Biscarra a fianco del centro commerciale Etoile. Alloggiare
all'albergo Laperouse, situazione magnifica e prezzi tutto sommato ragionevoli
per la zona. Eventualmente prendere rifugio nell'entroterra, dove a pochi
chilometri dalla costa si ritrova una certa normalità.
Vedere Eze, Monaco, Gorbio, e la Valle delle Meraviglie.
Var : prende il nome dal fiume che sfocia a Nizza (l'antica frontiera
con l'Italia, ma che non fa più parte del dipartimento...), è il cuore
delle Côtes de Provence, con una enorme produzione di rosati. Sede anche
della eccellente appellation Bandol AOC. Netto contrasto tra il litorale,
bello e meno frequentato da stranieri, ma dove in genere è difficile mangiare
bene, e l'entroterra, relativamente isolato e dove si possono fare alcune
belle scoperte. Sulla costa visitare Bormes les Mimosas con la sua spiaggia
di Cabasson, una delle rarissime vere spiaggie di sabbia, visitare pure
St Tropez, bellissima fuori stagione, e Sanary, paese di pescatori molto
bello. Nell'entroterra vedere Les Arcs, Le Val, Le Thoronet. Evitare Tolone.
Questo dipartimento è poco conosciuto e quindi luogo ideale per un turismo
intelligente lontano dalle folle. La appellation Bandol si presta anche
a qualche bella scoperta turistica.
Bouches du Rhône : include Marsiglia, la bella Aix-en-Provence, e la stupenda
Arles. Provare l'incredibile ristorante L'Atelier di Jean Luc Rabanel
ad Arles. Terra da vino che include i Coteaux d'Aix AOC e Baux de Provence
AOC. Litorale interessante, vedere la stupenda Cassis con i suoi fiordi
a picco sul mediterraneo (ma da evitare il weekend), entroterra ben noto
per i paesaggi di Van Gogh e di Cézanne.
Vaucluse : terra del mitico Châteauneuf-du-Pape (visitare la federazione
dei produttori), questa è la più provenzale delle provincie provenzali,
con decine e decine di paesi da visitare : Isle sur Sorgue col suo mercato
d'antiquariato ogni domenica, Fontaine de Vaucluse paese del Petrarca
con una sorgente di straordinaria bellezza, Sénanque con la sua abbazia,
Gordes, Vaison la Romaine con la cittadella medievale sulla collina e
la parte romana in pianura, la celebre Dentelle de Montmirail, vero merletto
roccioso, e per i fanatici di ciclismo il Mont Ventoux con la cima bianca
pelata quasi lunare. Tappa obbligatoria ad Avignone, città difficile ma
sede del magnifico palazzo dei papi. Prevedere una sosta a Carpentras
per l'esperienza della fromagerie Vigier, con una scelta incredibile ed
affinamenti precisissimi. Vedere pure la zona del Luberon e il paese di
Lourmarin.
Alpes de Haute Provence : bella provincia che include Forcalquier col
suo bel mercato del lunedi - cercare lo stand di Joel Corbon, artefice
dei migliori formaggi di Banon, e prenotare a Le Lapin Tant Pis per una
cucina provenzale decisamente contemporanea, inoltre visitare l'Université
des Senteurs et des Saveurs ; vedere anche Moustiers nelle stupende Gorges
du Verdon, e il giardino medievale del Prieuré de Salagon. Qualche vino
interessante.
Hautes Alpes : piccolissima produzione di vino, ma stupendi paesaggi alpini
fino alla frontiera italiana, visitare Dignes per la sua Réserve Géologique.
Produzione di ottimi formaggi nel Queyras.
Rimango disponibile per evenetuali consigli su alloggi, ristoranti e aziende
vinicole.
Mike Tommasi
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