La Madonnina del Pescatore
Lungomare Italia, 11 - 60017 Marzocca di Senigallia (AN)
Tel: +39 071.698267
Fax: +39 071.698484
Data recensione: 10/2008
Il mare increspato lambisce indifferente la spiaggia di Marzocca,
due ottuagenari passeggiano e poche auto sfrecciano sulla strada
antistante il ristorante, un timido sole e una lieve brezza rendono
l’atmosfera assai piacevole. Il lungomare Italia, poco dopo le idi
di Ottobre, appare desolante come mi aspettavo, le strutture
alberghiere si alternano alle leggermente più gradevoli villette
private; nulla è più rilassante di una passeggiata guardando le onde.
Al piano terra di una palazzina a due piani con vista mare e dipinta
di un discutibile color arancione, troviamo l’obiettivo del nostro
peregrinare fin dall’alba: la Madonnina del Pescatore.
Per i pochi di voi che ancora non lo conoscessero Moreno Cedroni è
uno dei cuochi italiani che hanno saputo trasformare la nostra cucina
grazie alla conoscenza del maestro di Cala Montjoi e ad un estro con
pochi eguali. Membro dello Jre, l’associazione che raggruppa tutti i
giovani cuochi d’europa, di cui è stato presidente e promotore della
sezione italiana. Varcando la soglia, accolto dalla gentilissima Mariella
Organi (compagna anche di vita dello Chef), pochi minuti prima delle
tredici, rivedi “Il film” già visto tante altre volte: uno stellato semi-
deserto il sabato a pranzo… …e invece la porta nel giro di una mezz’ora
si apre senza sosta, ti ritrovi in una sala piena di clientela variegata, dai
tre ragazzi che si chiedono cosa sia il sushi a gruppi più numerosi
(anche sei) di avventori affezionati.
Capisci allora che la cucina di Cedroni non è amata solo dagli
appassionati, ma dalla clientela del territorio, da chi certamente non
associa il gelato al parmigiano ad Adrià o il complesso dolce finale a
Quique Dacosta, tuttavia coglie l’unicità di sedere a questa tavola.
Sul locale, sul suo arredo minimalista si è già detto tanto,
aggiungerei che appare studiato per essere illuminato dalla luce
artificiale quando il sole ha lasciato l’orizzonte per questo vi
consiglio di visitarlo alla sera.
Per iniziare il gelato al parmigiano tra due cialde, una bollicina
(Ca’ del Bosco Cuvèe Prestige) e il pane servito in una porzione per
ogni singolo commensale. Troviamo il pane bianco, al nero di seppia,
una tipologia secca e grissini ai semi. Ci affidiamo alla cucina per
un’ampia degustazione e dopo alcuni minuti ci viene comunicato
che seguiremo il percorso “menù creativo” integrato da un paio di
sorprese. Ecco la prima: Hot Dog di calamaro con Mayonese di
senape (2006). Il piatto, ormai celeberrimo per l’idea geniale della
lavorazione del calamaro con il budello sintetico, mi è parso più
di effetto che di sostanza, in quanto lo stupore che suscita agli
occhi è assai minore di quello che lascia al palato. Riporto al fianco
dei singoli piatti l ’anno di creazione che si trova sulla carta.
Pinzimonio di germogli (2008). Alla base philadelphia profumato al
pepe di Szechuan, verdure baby e spuma di sale, pepe ed olio
extravergine. Accompagnata da uno shot di centrifuga di arancie e
vodka. Un entrèe con note fresche prima di una sequenza di antipasti
eccezionali. I l mare coreografia di crostacei e molluschi (2008). Alla
base patata viola e sfere preparate con il brodo di cottura della stessa (a
rappresentare la sabbia). I crostacei vengono cotti a bassa
temperatura e accompagnati da una maionese al limone ed una salsa di
prezzemolo. Sinfonia di colori stupendi con in evidenza la materia
prima sublime utilizzata. Dopo la bollicina, iniziamo un percorso di
assaggio di vini marchigiani con un Colli Pesaresi Roncaglia 2007
Fattoria Mancini (Albanella 75%, Pinot Nero 25%).
Tre cucchiai di assaggi (altro fuori menù):
-Scampo crudo all’arancia con vinaigrette di pomodori (1995)
-Assaggio di scatoletta di pesce gusto simmental (2002)
- Capesanta in tempura al nero di seppia, salsa di zucchine e vongole
con paranzola croccante (1997).
Hamburger di gambero rosso, granita al lemon grass e salsa al cocco.
Per quanto mi riguarda il piatto che nella pur splendido susseguirsi
di sapori della degustazione ha sovrastato gli altri, riuscito alla
perfezione il contrasto caldo/freddo tra il gambero con chiara nota di
grigliatura e la gelida granita.
Capasanta, fonduta di formaggio e tartufo bianco di Acqualagna
(quest’ultimo leggermente a coprire gli altri due sapori).
Accompagnato dal verdicchio Casal di Serra Vecchie Vigne 2005 di Umani
Ronchi.
Si prosegue con la rivisitazione di un classico: Rigatoni
all’arrabbiata con alice fresche e melanzane (2007), creme di
prezzemolo alla base e di aglio e latte sopra. Dosaggio magistrale
della nota piccante, persistente ma mai troppo accentuata.
Tortellini di carciofi con rombo, fegato grasso e riduzione al
balsamico (2007). Al centro il fois gras circondato dal rombo brasato
e dal tortellino di carciofi e pannocchia.
Baccalà con insalata sbollentata e maionese al cappero (2007). Ultima
degustazione di vino marchigiano, Tardivo ma non tardo 2004 verdicchio
dei castelli di Jesi, Azienda Santa Barbara.
Coscia d’anatra arrostita con cavolo capuccio e ficoide glaciale
(2008). La coscia viene cotta a bassa temperatura per 13/14 ore poi
viene caramellata in superficie. Il risultato è una carne tenerissima
all’interno e croccante fuori. Lo chef se la cava egregiamente anche
con le carni.. (Brunello di Montalcino Poggio all’oro 1988 Castello
Banfi)
Sorbetto di toma con confettura di fragole e timo al limone (2007).
Per la seconda volta un formaggio che diventa gelato, stavolta tocca
alla Dop piemontese, un gustoso pre-dessert.
Bounty di seppia e cocco (2006). Non so cosa mi aspettassi da questo
cioccolatino con l’interno di pesce, ma mi ha terribilmente deluso.
Perchè è cosi noto? Come per l’Hot Dog di pesce non ci trovo nulla che
giustifichi la sua fama, forse che per realizzare un piatto basti
un’idea accattivante? Vi parrà paradossale ma su 15/16 assaggi proprio
questi due hanno deluso il palato..
Il bosco speziato, scenografia dolce con ganache di cioccolato e
cannella, gelato al pepe rosa, tronchetto di pan speziato con sentore
di tartufo, qualche pioppino e gelatine al ginepro (2008). Piatto
altamente scenografico, un trionfo di sapori nel sottobosco; tanti
ingredienti rendono complesso il giudizio su cui i nostri due blogger
stanno ancora discutendo.
Pineau des Charentes A. Jullien ad accompagnare il bosco…
La nostra bellissima cameriera (non le ho chiesto il nome e neanche il
numero, sono proprio un dilettante ) prepara davanti al nostro tavolo
lo zabaione ghiacciatissimo. (-196 gradi). Croccante all’esterno e
gustoso all’interno, questa volta un giochino interessante. Prima del
caffè i cinque cioccolatini del Tropico del Cancro (2007). A
sinistra, per l’Asia Alga Nori e Thè verde, a destra per l’Africa
cioccolato al latte e fondente con spezie, mentre al centro per Cuba
Tabacco e Rum, per il Guatemala pepe rosa e caffè e infine sale
zenzero e mais alle Hawaii. Caffè accompagnato da un sorbetto
all’anice e cremino.
Nel complesso un pranzo che ricorderò negli anni soprattutto per la
sinfonia iniziale di antipasti di mare, vorrei ripassare presto per
assaggiare alcuni piatti storici come il brodetto alla senigalliese o
i tortellini liquidi di parmigiano con carne cruda. La cucina di
Cedroni, ricchissima di sostanza oltre che coreografica, ha pienamente
convinto. Una nota di merito al servizio che, con la sala piena, è
stato sempre sorridente ed efficientissimo; bello anche vedere che non
si lesina il rabbocco dei calici. Infine ringrazio sentitamente la
bravissima moglie dello chef, per averci guidato in una degustazione
ancor più ampia di quella in menù, per aver risposto prontamente alle
nostre domande e soprattutto per aver sopportato la nostra presenza
per quasi quattro ore.
Se volette leggere il menù:
http://www.morenocedroni.it/madonnina/menu.php
Per dare un’occhiata alla carta dei vini:
http://www.morenocedroni.it/upload/news/files/1219654265_carta_vini.pdf
L’Addition: 400 europei (Caffari docet) per: 2 menù degustazione (140
l’uno), acqua (4€ una bottiglia), 2 calici di Franciacorta Ca’ del
Bosco (16€ in totale), 6 Degustazioni di vini bianchi marchigiani
(36€), 2 calici di Brunello Poggio all’oro (24€), 2 calici di vino
dolce (16€), 2 caffè 10€ (5€ cadauno), i restanti 14 per i distillati.
Patatone