Il Palagio Four Seasons Hotel
Borgo Pinti, 99 - 50121 Firenze
Tel:
055 26261
Data recensione: 10/2008
La ristrutturazione del complesso di immobili del Palazzo della
Gherardesca
che costituisce l'attuale Four Seasons è iniziata
anni or sono, e a giudicare dai risultati deve essere costata
una vera fortuna. L'ingresso dell'hotel è in Via Borgo Pinti 99,
a due passi dai viali. Lo stile Four Seasons è sicuramente
riconoscibile, a partire dal ragazzo in livrea fuori della porta.
Un impiegato ci riceve e ci scorta fino al ristorante, bellissimo il
chiostro principale coperto da un tetto di cristallo da cui si accede
alla reception e all'attiguo bar (anche questo ricavato in una corte
coperta da
una lastra di cristallo).
Gli arredi sono monumentali, le sale tutte affrescate, si nota la
storicità dei Palazzi utilizzati per creare questo ambiente.
La sala è ampia e ben illuminata da ampie vetrate che danno su due
bellissimi giardini, uno con il pratino rasato, l'altro ornato di piante e
fiori. Nel complesso non risulta però particolarmente attraente, sembra
anzi una quasi sobria sala colazioni di un grande albergo... sono certo
che con pochi piccoli accorgimenti la si potrebbe aggrazziare notevolmente.
Siamo in quattro, il nostro tavolo è accanto ad una delle grandi vetrate.
L'apparecchiatura non è delle più eleganti, solo una tovaglietta da
colazione in tessuto con su il coperto... Una bella tovaglia non ci
sarebbe stata male, anche se avrebbe coperto il cristallo del tavolo,
quasi me la sarei aspettata... Alle 12,30 siamo i soli ospiti in sala,
numerosi altri tavoli si riempiranno solo dopo le 14. Ci viene chiesto
se vogliamo un aperitivo, optiamo per un calice di Champagne.
Viene servito un copioso calice di Paillard, buono. La carta prevede
una piccola lista di proposte del giorno (2 piatti per settore) e un menu
alla carta con 5/6 proposte per settore. Non sono presenti menu degustazione.
La carta dei vini è quasi completamente italiana, con pochissime bottiglie
straniere (di cui numerose con quotazioni da emiro). Peccato non vedere
neanche un Riesling Tedesco o Alsaziano... Il Maitre al quale esprimiamo
la nostra sorpresa ci assicura che che sarà presto ampliata. Un piccolo
omaggio della cucina viene portato con lo Champagne, un cucchiaino
con una mousse di formaggio e un biscotto di finissima pasta sempre al
formaggio. L'apparecchiatura con i fiori al centro del tavolo rende poco
agevole il servirsi da un unico piattino, ma non ci formalizziamo e spostiamo
uno dei due vasetti di orchidee a centro tavola.
Io prendo una tartare di chianina, molto ben presentata e anche troppo
abbonfante, ma davvero buona. I miei commensali prendono un vitello
tonnato (vitello rosa, salsa di tonno molto ben fatta). una Ceasar Salad
moderna, dei filetti di triglia con verdure e frutta. Tutto buono. Il mio primo
piatto sono degli gnocchi di patate con funghi selvatici e gamberi, ottima
la materia prima, appena troppo cotti i gamberi, ma deliziosi nel loro complesso.
Lorenzo scelie un risotto con piccione al miele, anche questo molto buono ma
non caldissimo. Ottimi anche i ravioli del plin al buro e salvia con crema
di Castelmagno (sembra di notare una mano piemontese, lo chiediamo ma
lo Chef è del sud).
Molto buono e tenerissimo la mia porchetta di Cinta senese, ma anche questa
non caldissima. Ottimi i due agnelli (deliziosa la piccola cipolla ripiena),
molto buono anche il filetto di vitella con verdure. La carta dei dessert offre
otto diverse preparazioni oltre a gelati e sorbetti. Il Maitre ci dice che "se
ci piace il cioccolato" ci consiglia la loro specialità... Ne nasce una risata
collettiva con la spiegazione della nostra ilarità... Poco dopo il Maitre torna
e simpaticamente ci dice che se vogliamo lo Chef ha appena finito di fare
una torta di cioccolato al peperoncino... ovviamente scherza, si è appena
documentato su Google e ha capito il perchè della nostra battuta.
Io scelgo la specialità al cioccolato, mia moglie dei sorbetti, Lorenzo una
selezione di formaggi per finire il vino rosso. Il dessert al cioccolato è
davvero buonissimo, una croccante cialda al cacao a forma di cilindro
racchiude una deliziosa mousse al cioccolato con nocciole, a chiudere
una buonissima mousse di nocciole dal netto profumo di cappuccino.
Da mangiarnne tre o quattro... Con il caffè (selezione della Torrefazione
Mococa) due friandises a testa, pochi ma di ottima fattura. Dalla carta dei
vini abbiamo scelto un Kolbenhof di Hoftatter ed un Cos D'Estournel 98.
Con il dessert un piacevolissimo Moscato Naturale Vigna Senza Nome di
Braida.
Il conto:
Cucina 299 euro (quindi sui 75 a testa dessert esclusi)
Cantina 462 (ma qui si poteva anche spendere molto meno).
Gentlissimamente offerti il vino bianco, i dessert, il moscato ed i caffè.
Il locale ha aperto da poco e senza dubbio ha bisogno di rodarsi.
Il servizio è preciso ed attento, molto discreto ma puntualissimo e
competente in tutto. La cucina è senza dubbio di ottimo livello,
una maggiore attenzione alle temperature dei piatti ed un leggero
ampliamento della scelta saranno sufficienti a renderla adeguata al
livello Four Seasons. L'ambiente, datosi i costi e le aspettative, potrebbe
(deve) essere migliorato nell'arredamento di sala e nella mise en place
del pranzo. Speriamo anche in un ampliamento della carta dei vini ;-))
Claudio