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Piccolo speciale Barcellona

Gaudì e frutti di mare. Così potremmo riassumere le giornate trascorse
a Barcellona, una città viva e vivace, attenta custode dalla propria
tradizione e allo stesso tempo non timorosa del futuro, come
testimoniano i numerosi cantieri aperti e i moltissimi nuovi edifici.
Ma veniamo alle esperienze gastronomiche da ricordare (grazie a tutti
per i consigli).

ROSAL 34 – Carrer Roser, 34 – www.rosal34.com
E’ un ristorante di tapas, ci incuriosiva provare questa formula.
L’ambiente è dominato dagli scaffali con le bottiglie sul soppalco.
All’ingresso a sinistra un grande bancone, sulla destra e in fondo i
tavoli, non molti ma piccoli e parecchio ravvicinati. Per fortuna a
noi hanno riservato un tavolo isolato sul fondo, non lontano dalla
cucina. Si possono scegliere varie tapas o lasciare mano libera (due
menu, uno piccolo a 45 euro e uno più grande, scelto da noi, a 55).
Come vino scegliamo uno Ysios riserva 2004, 100% tempranillo, discreto
ma abbastanza segnato dal legno. Iniziamo con mozzarella di bufala
e pomodorini. Esotico (forse) per uno spagnolo, deludente (come
qualità) per un italiano. Il secondo piatto ci fa temere di essere
capitati nel posto sbagliato: pane olio e pomodoro. Ancora una volta,
buono, ma inferiore a quanto siamo abituati a mangiare a casa nostra.
Buono, seppur già visto, il mi-cuit di fegato grasso con marmellata di fichi.

Si sale decisamente con la qualità dell’alice, bene accompagnata dal
pomodoro secco, e inutilmente appoggiata su una mattonella di formaggio
fresco. Miglior piatto della serata: fondo di carciofo fritto con uovo di
quaglia e caviale. Oh, finalmente. Frutti di mare con frutto della passione.
L’acidità del frutto arricchisce e completa lo iodato dei frutti di mare. Ottimo.
Baccalà con pomodoro confit, olive nere ed erba cipollina. Eccellente
la qualità del baccalà. Spiedino di scampo ricoperto di arachidi e
crema al formaggio. Incomprensibile. Crema di patate, aglio affumicato
e peperoncino. Si riprende a risalire. Ravioli di foie gras e salsa di noci.
Mi sembra di essere a Genova … Yogurt con salsa di mango e pallina
croccante. Gradevole. Sfera di cioccolato, con gelato al cioccolato, biscotto
all’arancia e cointreau. Buona conclusione. Una esperienza divertente
ma che non ripeterei. I piatti sono semplicemente assemblati, si sente
poco la mano dello chef. Troppi rimandi all’Italia di cui, in terra iberica,
non sentivamo il bisogno. Un po’ costoso.

BOTAFUMEIRO – Gran de Gracia 81 – www.botafumeiro.es
All’ingresso vetrine refrigerate con pesci, crostacei e frutti di mare
in bella vista. Un lungo bancone sulla sinistra, dove vengono servite
a ritmo frenetico tapas di pesce (e altro), tavolini minuscoli sulla
destra. Sul fondo altre sale, per un numero imprecisato di posti a
sedere. Camerieri in livrea anni Settanta, pareti tappezzate di foto
di artisti famosi (per la maggior parte americani). Ci sediamo temendo
di essere finiti in una trappola per turisti (in verità al bancone sono
tutti spagnoli), ma ci alzeremo con estrema soddisfazione.
Al tavolo ottime olive e pessime patatine. Scegliamo il piatto
cantabrico (70 euro, il piatto è per due persone), una alzata di
frutti di mare crudi e crostacei di ogni tipo. Tutto dall’ottimo
(gamberi) all’eccellente (un granchio enorme, ostriche freschissime,
coquillage di ogni forma e tipo). Assaggiamo per la prima volta
i buonissimi lepadi (percebes). L’accompagnamento con l’albarino
è perfetto. Il servizio è un po’ pressante ma anche assai efficiente. Da
consigliare, anche perché aperto ininterrottamente dalle 12 in poi.

AGUA – sul lungomare Barceloneta.
Locale moderno, a livello della spiaggia. Menu anche in italiano
(utile). Servizio informale, eccellente per un pranzo non impegnativo.
Buoni i gamberi all’aglio. Eccellenti i cannolicchi alla griglia,
carnosi e saporiti, con un filo di olio, aglio e prezzemolo. Da non
smettere più. Di livello anche il carpaccio di baccalà e il gazpacho.
Nulla da eccepire. Servizio efficiente, costo sui 30 euro a testa (con
una bottiglia di albarino)

SENYOR PARELLADA – l’Argenteria 37E – www.senyorparellada.com
Noi non eravamo in forma (era l’ultimo giorno), ma neppure loro.
Ambiente gradevole, tavolini piccoli e ravvicinati. Lunga attesa per
ricevere il menu. Faccia strana alla richiesta di un solo piatto a
testa. Acqua naturale invece che gassata. Problemi per sostituirla (e
comunque la troveremo addebitata nel conto). Discreta la cocotte di
fagiolini e formaggio di capra, immangiabile l’exquisada di baccalà
(ne ho lasciata oltre metà, ma a nessuno è importato alcunché).
Abbiamo pagato (una quindicina di euro a testa) e ce ne siamo andati.

ALKIMIA – Industria 79E – alkimia@telefonica.net
La nostra stella Michelin a Barcellona. Nei pressi della Sagrada
Famiglia, una vetrina come tante rivela un piccolo gioiello. Il
ristorante si trova all’interno di quello che potrebbe essere un
negozio. Un lungo corridoio bianco, con pochi tavoli e qualche quadro
alle pareti. Molto minimal ma gradevole. Personale di servizio molto
giovane e cortese (un po' incerto sul vino ...). Abbiamo scelto il menu
Alkimia, in carta a 68 euro, per lasciare esprimere lo chef. Piatti
interessanti, ben costruiti con accostamenti talvolta ai limiti. Su tutto,
visivamente, il mar adentro, con ostriche e frutti di mare. Viene servito
un piatto con un ostrica al centro e qualche frutto di mare ai lati. Poi
il cameriere versa un brodo azzurro, ricavato dall’acqua dei frutti di
mare stessi, ricreando l’effetto dell’acqua marina. Notevole. Un po’
sottotono lo spiedino di scampo e il piccione con fichi e pan di spezie.
Rinfrescanti i dolci. Una bella esperienza, anche se si tratta di una
cucina che tende a mescolare piuttosto che a esaltare i sapori delle
materie prime, come io prediligo. Prezzi nella norma, molto convenienti
i menu degustazione (32, 54 e 68 euro).


Pumpkin