Becco della Civetta
Vico I° maglietta, 7 - 85010 Castelmezzano (PZ)
Tel: 0971-986249
Data recensione: 09-2008
L'escursione a Castelmezzano del 21 settembre 2008, apprezzato per le foto su Internet, ha fatto pensare alle pietanze particolari che si sarebbero gustate in zona. Cercato il ristorante, Il Becco della Civetta sembrava essere appropriato al luogo ed alle aspettative, per cui, opportunamente consultato, si procedeva alla prenotazione per due persone; lo scrivente e sua moglie. Mi è stato detto anche che per quel giorno ci sarebbe stato esclusivamente il menu degustazione. Alle 13,15 eravamo nel locale che non rispecchia, a nostro avviso, le caratteristiche della zona, in quanto, si presenta con una sala prettamente moderna. Devo però dire, che la grande vetrata del locale, affaccia sullo scenario delle Dolomiti lucane e sul volo dell'angelo; questo ha confortato lo sguardo. Appena tolte le giacche, siamo stati quasi "investiti" da una solerte cameriera, che a raffica, ha elencato quanto previsto nel menu degustazione. La mia consorte, non tanto convinta, si è fermata sull'antipasto, per poi decidere con più calma.
L'antipasto è stato servito in un piatto unico, per cui, l'insalatina all'aceto posta al centro, ha leggermente alterato gli altri assaggi. Buoni i salumi, la fettina di pane al finocchietto come anche lo sformatino di patate ed alle melanzane, anche se, per apprezzarli meglio, avremmo preferito fossero almeno tiepidi. Il primo piatto, due assaggi di pasta fresca: dei maccheroncini alla salsiccia e funghi e tre ravioli di numero, alla ricotta. (Ad altre tavolate sono stati serviti i ravioli nella sperlunga ed in numero decisamente superiore) A parte le misere porzioni, le pietanze sono arrivate completamente fredde. Ho manifestato la cosa alla "solerte cameriera" che, scusandosi, "ha tamponato" l'accaduto con delle scuse banali che un ristorante, citato più volte dalle guide italiane della ristorazione, non può permettersi. Gli occhi seguono le portate dei camerieri e scoprono che, ad un tavolo di circa dieci commensali, veniva servito un piatto diverso da quelli elencati in maniera spasmodica.
Chiedendo cosa fosse, ci è stato detto di essere un " filetto di maiale marinato in aglianico". Due pesi e due misure quindi? Mi sono appellato al menu proposto, mentre ci veniva detto che a "quel tavolo" avevano programmato delle pietanze diverse. Avremmo potuto farlo anche noi, ma come sapere cosa si può o non si può avere? Comunque, una porzione è stata data anche a mia moglie, che così ha potuto mangiare qualcosa. Il secondo piatto, come da scaletta è arrivato bollente, da ustione: comprendeva dell'agnello al forno con patate (a dire il vero era più osso che carne, ed un solo pezzetto) ed una barchetta con pezzettini di vitello. Il tutto era gustoso, ma le porzioni sempre misere. Il dolce, il mio un tris: una chiacchiera di carnevale con miele, una piccola mousse di ricotta ed una di nocciola (dimensioni: una noce, per la mousse di ricotta, una cento lire alta 1 cm per la nocciola; da precisare che la mousse alla nocciola era servita agli altri tavoli in un canestrino di cioccolata, questo non è accaduto per me).
Per mia moglie un dolce sempre di mousse con pan di Spagna, confezionato in un vasetto ermetico. Graziosa la composizione. Conto finale 53 Euro; è un pò troppo per quanto servito. L'impressione che abbiamo avuto è quella di essere stati "trascurati" e non per la quantità di clienti, ma per mancanza di organizzazione. Esperienza insegna, di non dover mai più scegliere "menu degustazione" ma esclusivamente alla carta. Decisamente, le recensioni servono a migliorare la qualità del gusto e del servizio, combinazione ideale per far ritornare nel ristorante il cliente, che soddisfatto, sarà la migliore pubblicità gratuita che si possa avere.
Francesco