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Baan Chocolat
Hua Hin (Thailandia)


Da lungo tempo lurkatore del NG (mi sa che conosco pure di persona
qualche frequentatore) ho deciso di postare la mia prima recensione
riguardante un ristorante che penso saranno ben pochi a poter provare e
quindi contestare eventuali mie minchiate... :-) Al ritorno da un giro nel
Sud Pacifico la scorsa settimana mi son fermato qualche giorno in
Thailandia per ritemprarmi. Per evitare il casino, lo smog ed il rumore
di Bangkok (città che nonostante tutto amo tantissimo), ho deciso di
andare qualche giorno in una cittadina a 200 km dalla capitale e
piazzarmi in un bel resort con SPA.

Il primo giorno di permanenza ricevo la telefonata di un amico che
conosce bene la zona e che mi dice che la sera successiva c'è
l'inaugurazione di un nuovo ristorante italiano abbastanza vicino a
dove alloggiavo. Dopo tre settimane di cibo di tutti i generi cominciavo
a sentire la mancanza della nostra cucina e quindi prendo il telefono
e prenoto per me e mia moglie e i due amici con cui eravamo in giro.
Il nome mi suonava strano, un misto di thai ed inglese. Baan in thai
significa casa e quindi il nome "Casa del cioccolato" mi aveva fatto
pensare alla fantasia perversa del solito italiano trasferito
all'estero... mi sembrava più il nome di una pasticceria che di un
ristorante... mah, chiederò al titolare il motivo della scelta del
nome.

Dato che e' un ristorante nuovo e sicuramente i taxisti non sapevano
dove fosse, sono venuti a prenderci con il monovolume del titolare del
ristorante. Come inizio non c'è male... Arrivati a destinazione notiamo
subito la cura dei particolari nell'arredamento (io ho anche notato il
tavolino con poltroncine all'esterno per i poveri fumatori come me), un
mix tra etnico e moderno, molto caldo ed accogliente. Appena entrati
ci fanno accomodare in un salottino per l'aperitivo e gli "appetisers" e
ci dicono che essendo l'inaugurazione non c'è il menu alla carta ma
ci proporranno un menu degustazione. Va benissimo... Grande sorpresa!!!
Una serie di crostini buonissimi, da quelli toscani "della mamma" (ai
fegatini di pollo) a quelli con crema d'acciughe (cz... con la pasta
d'acciughe Balena!) a quelli con capperi e caprini freschi (se ricordo
bene) ed una selezione di salumi italiani e spagnoli da far invidia
a tanti ristoranti della nostra penisola.

Il tutto io l'ho accompagnato da una fresca birra locale (Singha).
Abbiamo praticamente divorato tutto quanto c'era in giro!
Siamo già sazi quando ci invitano ad accomodarci al nostro tavolo. E'
apparecchiato benissimo, da ristorante di alto livello. Minchia! Se
tanto mi da tanto... nessuno di noi ha chiesto il costo! Beh, chissenefrega,
siamo in vacanza, al limite laveremo i piatti! Iniziano con gli assaggi
dei primi (se quelli erano assaggi non oso immaginare cosa possano
essere le dosi normali). Si parte con uno stupendo risotto agli asparagi
e formaggio (lo chef si scusa di non aver reperito il taleggio con cui è
solito farli e mi dice che ha usato un formaggio di cui non ricordo il
nome) seguito da lasagne da leccarsi i baffi e poi da "penne all'arrabbiata"
come non le mangiavo da anni.

Con i primi ci beviamo un buon riesling australiano che va bene anche
col secondo che ci servono subito dopo, "bocconcini di pollo al
limone". Segue uno strepitoso filetto di manzo australiano accompagnato da
patate arrosto. Lo accompagnamo con un cabernet-sauvignon australiano.
Sembrava tutto finito... siamo pieni all'impossibile ed invece cominciano
i "dessert". Si inizia con un tagliere di formaggi e poi arriva un buonissimo
tiramisù. Chiedo allo chef come ha fatto a trovare il mascarpone e mi
dice che lo fanno in Thailandia... da non credere! Intanto mi ritorna il dubbio...
ma perché il nome "chocolat" al ristorante se di cioccolato non se ne è visto?
Sembra mi abbiano letto nel pensiero... arriva un vassoio con delle
tortine rotonde che conosco molto bene... MAREMMA MAIALA!!!... non è
possibile... sono "torte Pistocchi", tra l'altro servite alla perfezione, cosa che
a me non è quasi mai riuscita!!!

Con i desserts abbiamo aperto due bottiglie di "fortified" australiane:
una di "Black Noble" di De Bortoli, un vino che ricorda tantissimo uno
Jerez: http://www.debortoli.com.au/uploads/media/Black_Noble.pdf
e poi una di "Grandfather" della Penfolds, che non sfigurerebbe al
confronto con i migliori Porto Tawny.
http://www.penfolds.com/library/tasting/grandfather_tawny.pdf
Mancava solo che ci servissero un espresso all'italiana come diocomanda
e mi era venuto il dubbio che forse non mi trovavo più in Thailandia!
Che dire, se la partenza è questa in futuro non potrà che migliorare...
difficilmente mi è capitato di mangiare così bene e così "italiano" al
di fuori dell'Italia. Intanto che aspettiamo il taxi lo chef, che è anche
il proprietario e mi offre pure un single malt di quelli giusti, mi svela
il segreto del nome. Ma dato che è un segreto non ve lo posso svelare...
se lo volete scoprire dovete andarci! :-D

P.S. ah... ma il conto ? Beh, non ce l'hanno dato! Era l'inaugurazione!
:-)))))))))))))


Prosit nb