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La Balena Di Macis G. & C.
Via Di S. Gilla, 125 - 09122 Cagliari
Tel: (+39) 070288415 (in estate meglio prenotare)
Data recensione: 07/2008

Magari può essere utile per chi si trova in zona ed ha voglia di
mangiare dell'ottimo pesce e spendere pochissimo, lontano dai ristoranti
modaioli, discontinui e deludenti come spesso capita qui, soprattutto in
estate. Giovedì 10 luglio, serata solo tra signore, decidiamo di fare una
trasferta in città ed andare in una trattoria di Cagliari (in cagliaritano,
una piòla) che da tanto tempo sentiamo nominare. Zona (periferica)
di fronte allo stagno di S. Gilla e strada di grosso transito, però a pochi
metri dal locale c'è una piazzola sterrata e troviamo un parcheggio molto
comodo. Entriamo. Il locale è molto alla buona, come previsto; siamo
arrivate presto, è quasi  vuoto, ma si riempirà velocemente.

La sala assomiglia in modo imbarazzante a quegli stanzoni delle colonie
che si vedono nei film degli anni '50 - '60. Le sedie, per fare il paio,
sono proprio quelle da bar con la struttura in metallo e la seduta e la
spalliera fatte con fili di plastica colorata intrecciati. Sulle pareti
le classiche presenze ingenue e al tempo stesso kitsch di molte
trattorie, nasse, reti ed addobbi marinari, nodi compresi. Tantissimi
fogli di carta con vari disegni e dediche (in poesia) molto elementari
fatti dai clienti. Spicca un avviso del titolare, minaccioso quanto un
Papè satan aleppe, che non saranno servite pasta, caffé, pane
abbrustolito e che il pesce non vi sarà servito pulito, ovvero sarà
cucinato con le interiora.

Ad occhio e croce una quarantina di coperti; i tavoli abbastanza
ravvicinati tra loro, apparecchiati con tovaglie di tessutonontessuto,
tovaglioli di carta e bicchieri di vetro spesso, quelli tipici da
osteria. Ambiente molto familiare e alla buona, a momenti un po'
"caciarone" nel quale non cercare menu o "cose strane". L'insieme del
locale ha, purtroppo, l'aspetto triste e rassegnato di quelle cose mai
cambiate nel tempo e, per di più, trascurate. I piatti sono esclusivamente
di pesce, poche cose semplici, tradizionali ma cucinate divinamente.
Riporto quelli che abbiamo preso.

- Insalata di polpo che con una consistenza così perfetta non avevo mai
assaggiato, morbida senza essere gelatinosa eppure soda, condita in
maniera impeccabile.

- Una burrida a sa casteddaia (alla cagliaritana) delicatissima, ovvero un
antipasto fatto con gattuccio di mare lessato in acqua salata, aceto e
alloro e poi lasciato marinare (minimo un giorno) in una salsa fatta con
il fegato del pesce, aglio, cipolla, noci, aceto (questo in maniera molto
semplificata, tanto per dire gli ingredienti).

- Zuppetta di cozze ed arselle eccezionale, con bivalvi di gran qualità e
sapore.

- Insalata di tonno e cipolle, in cui queste ultime non si sentono se non
per esaltare il sapore pieno del pesce.

- Fritto di calamari, ghiozzi, trigliette (freschissimi) che rasenta la
perfezione nella cottura e nel colore (uniformemente dorato) e
assolutamente privo di qualsiasi traccia di olio, perfino nel piatto, il
che è tutto dire.

- Una spigola, un'orata, due muggini (arrostiti e, dopo cottura, bagnati
con salamoia) indimenticabili per sapore (l'essenza stessa del mare) e
cottura.

Non abbiamo chiesto contorni, presente qualche verdura tipo ravanelli,
sedano come nella più spiccata tradizione sarda. Da bere un bianco della
casa (un vermentino decoroso) e minerale naturale. Del caffé s'era già
detto.  ;-). Il conto, 58 euro in tre. Da ricordarsi che può anche chiudere
intorno alle 10 di sera o, comunque, quando finisce il "materiale di consumo".
Da non perdere assolutamente per il cibo. Peccato, veramente peccato per
l'ambientazione ed il resto.


Annarita_pll