La Sardegna va vista in maggio o in un mese nel quale le temperature del
mare (freschino) ti i invogliano a digressioni interne (per la verità
quest'anno a inizio giugno le considerazione meteo sono un po' rischiose,
dato che non esistono più le stagioni, intere. Le mezze erano scomparse da
anni assieme ai rincari portati dall'euro). Sono le zone interne i cui abitanti
i romani chiamavano barbari (da cui, ho imparato, Barbagia). Genti che, con
tecniche che oggi definiremo di guerriglia, resistettero secoli nascosti nei
loro nuraghes, a questi e ad altri colonizzatori.

Non che i colonizzatori medesimi se ne avessero a male di non potersi
addentrare, dato che si sono tutti sempre rigorosamente limitati ad
attestarsi lungo gli ospitali litorali, ignorando quasi completamente
l'entroterra: dai commercianti cartaginesi del VI secolo a.C., fino ai
Briatori smeraldi dei giorni nostri, tutti rigorosamente lungo costa.
Addentrandosi, invece, si dischiudono in serie villaggi molto poco da
cartolina, ma genuini e veraci e contemporaneamente si accede alla cucina
sarda "delle origini", quella di terra, dei pastori e dei contadini.
No rece, ma qualche ricordo spot dei miei approcci con il "fiero orgoglio
sardo" custode di alcune tradizioni gastriche imperdibili:

Su Gologone
Loc. Su Gologone - 08025 Oliena (NU)
Tel: 0784 287512
Data recensione: 06/2008

Il porchetto di "Su Gologone", vicino a Oliena. Un classicone che si
squaglia sulla via dell'esofago. I maialini da latte (o comunque a me
sembravano molto piccoli) figli di maialoni cresciuti in libertà, cotti
nelle vicinanze della pira, ma lontano dal fuoco e relativamente lontano
anche rispetto alla brace.

Santa Rughe
Via Carlo Felice n° 2 - 08020 Gavoi (NU)
tel: 0784 53774
Data recensione: 06/2008

La treccia o "cordula" di Santa Rughe di Franco Podda a Gavoi: una treccia
di interiora (stomaco e intestino) di agnellino arrostita sulla brace. Un
piatto dal fascino arcaico, grezzo e raffinato, che non stonerebbe in una
dalveriana frattaglialonga, ma forse neanche da Blumenthal.

Gli anni son passati anche in Sardegna, l'entroterra si spopola, le battigie
s'affollano di agakhani e casalinghe di Voghera, e sono spuntati da un po'
mastri di fourneaux con il cuore ancora nell'entroterra, ma l'occhio ittico
ben sviluppato.

Le mie memorie:
Il Giardino
Via Brunelleschi, 4 - 09049 Villasimius (CA)
Tel: 070 791441
Data recensione: 06/2008

Gli spaghetti agli anemoni di mare di Virgilio Marini a Villasimius

Da Nicolo (con la "o" e senza accento)
Corso Cavour, 32 - 09014Carloforte (CA)
Tel: 0781 854048
Data recensione: 06/2008

Il Fior Fiore di tonno in manto di erbe aromatiche con caviale di melanzane,
invenzione di Nicola Pomata, il più originale e suonato dei cucinieri sardi,
in quel posto strano e affascinante che è di per se Carloforte

Andreini
Via Ardoino, 45 - 07041 Alghero (SS)
Tel. 079 982098
Data recensione: 06/2008

La pasta (per l'esattezza i maccarones lados), gamberi e scampetti crudi,
con la purea di finocchio, la salsa di bufala e l'arancio. Una sinfonia tra
le mura aragonesi.

Il tutto quasi sempre in posti affascinanti, con un servizio tra il naif dei
posti interni e il poco professionale (ahimè che danni fanno le orde
agostane.), tutto a prezzi da rapina. Nel senso, sia chiaro, che io avevo la
sensazione di rapinare loro!


Glue Nic aka Bostik