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Il Cantuccio
Strada Statale Salaria, Km. 220 - 63030 Stella di Monsampolo (AP)
Tel. 0735-703496
Data recensione: 06/2008


La professionalità di un ristoratore si percepisce dai dettagli. Per
esempio dal fatto di preannunciare al momento della prenotazione
l’assenza del menu di pesce, a causa dello sciopero dei pescatori,
anche con il rischio di perdere un cliente. E così si presenta il Cantuccio,
una vera e propria oasi di piaceri gourmet in una zona dove i ristoranti
degni di portare questo nome si contano sulla punta delle dita.
Il luogo è splendido, una bella villa con un meraviglioso giardino (in
questo periodo dell’anno pervaso dal profumo dei gelsomini) che in un
attimo allontana dal rumore della Salaria.

L’interno è una riuscita commistione di antico (le pareti e le volte
di mattoni) e moderno. Tavoli grandi e molto, molto distanziati.
Dicevamo dell’attenzione al cliente: la musica, all’inizio un filo
alta, viene abbassata senza problemi dopo la nostra richiesta; il
cartizze di benvenuto offerto; gli eccellenti amouse-bouche:
bastoncino di pollo con foglie di parmigiano,  baccalà mantecato con
pomodoro e spuma di rafano con cipolle caramellate.

Ma quello che più conta è trovare il piatto che vale la cena … è un
ulteriore assaggio: le olive all’ascolana. Uno dei giacimenti della
cucina italiana, purtroppo bistrattato e violentato da troppe
preparazioni approssimative e massificate, trova al Cantuccio la sua
massima espressione, con l’aggiunta di un pizzico di originalità.
L’oliva viene ancora tagliata nel modo tradizionale, a spirale, e
riempita con un ripieno di carne di gusto delicato, ma al posto della
panatura, l’oliva, a questo punto allungata, viene avvolta,
abbracciata da una sottilissima cialda di pane. Fantastico, da
applausi.

Lo stesso livello si mantiene anche nel corso della serata. Deliziosa
e molto saporita la tartare di marchigiana con mele annurche; moderna
senza perdere in gusto la rivisitazione della bruschetta (gelato al
basilico, spuma di pomodoro e crostini), molto bene eseguito il flan
di carciofi (non ‘pannoso’) con guanciale croccante e salsa al
formaggio. Secondo piatto della serata, da emozione pura (ed era un
pezzo che non facevo una cena con due piatti emozionanti), il tortino
di misticanza con salsa al topinambur, peperoni e salsiccia, che fa
capire come lo chef riesca ad affrontare e gestire in maniera raffinata
anche prodotti poveri e sapori decisi.

Decisamente buone le fettuccine con il ragù bianco e strepitoso il
lacierto di marchigiana con cipolle di troppa. Carne cotta a bassa
temperatura, ma qui con un motivo: il lacierto e un taglio della
coscia, che quindi lavora molto e tende a essere coriaceo, pur
risultando molto saporito. Qui la sua massima valorizzazione.
Molto buona la fantasia di dolci, almeno una ventina di preparazioni
tra creme di vario tipo, pasticcini, gelati ecc. Abbiamo accompagnato
la cena con un ottimo Quinta Regio 2002 dell’azienda San Savino.

La cucina è sicuramente di livello molto alto, superiore a tutto
quanto si può trovare in zona, per lo meno riguardo alla da noi
provata carne. Il posto è bello, il servizio adeguato, la cantina è
giustamente incentrata sul meglio della produzione locale e regionale
(marchigiano – abruzzese). I prezzi sono popolarissimi: il menu che
abbiamo preso noi viene servito a 44 euro! Un locale da visitare
assolutamente per chiunque si trovi in zona (e anche per chi non
vi si trova ma vuole assaggiare il meglio della cucina marchigiano-ascolana).


Luca e Paola