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Osteria La Buca dei Ladroni
Via P.E.Capone,1 - 82010 Arpaise (BN)
Tel: 0824 46699
Data recensione: 05/2008


Ha ragione JF, me ne sono reso conto ieri; esistono dei luoghi di
"culto" della tavola, bellamente ignorati dalla stragrande maggioranza
dei "recensori / giornalisti / gourmet". Premetto che non sono ne un
addetto ai lavori ne un giornalista, semplicemente un appassionato
della buona tavola, soprattutto quella in grado di farmi riscoprire i
sapori semplici legati alle tradizioni della mia terra. E vivaiddio che
esistono ancora posti cosi, ieri ne ho scoperto uno che mi ha fatto
"riconciliare" con il mondo dopo una lunga settimana di lavoro.

Nelle "scorribande" domenicali con un gruppo di amici ci avventuriamo
per le terre del beneventano con "l'animo leggero" sperando di
trascorrere una giornata serena insieme alle nostre compagne e la
speranza di trovare un luogo che ci faccia stare bene permettendoci
divagazioni "filosofiche" davanti ad un bicchiere di vino ed a qualche
piatto della tradizione. E cosi caso ha voluto che ci imbattessimo in
un posto cosi... Il posto si chiama "La Buca dei Ladroni" e si trova ad
Arpaise in provincia di Benevento. Arpaise, piccolo paesino, luogo
ameno nella bassa collina beneventata, vicinissimo a Ceppaloni,
paesotto assurto alle cronache nazionali per altri eventi.

Arriviamo intorno alle 13.00, ci fermiamo un pò tutubanti, il posto al
momento vuoto ci ha fatto tentennare, ma le due salette accoglienti,
un buon odore che veniva dalla cucina ci hanno aiutato a rompere gli
indugi. Il titolare Pino, con un sorriso sornione ci ha fatto accomodare e ci
ha lasciato qualche minuto per ambientarci. "La Buca dei Ladroni", lo
dico subito, non è un ristorante, ma bensì una trattoria ben curata, con
tanta attenzione ad i particolari; è dislocata in un palazzotto basso degli
anni trenta che si affaccia su una strada alberata, centro del piccolo paese.
Le salette piccole ma ben arredate, pareti dai colori rilassanti, un piccolo
camino in sala (ovviamente spento).

Dopo aver preso posto, il patron Pino ci si fa incontro dicendo "non
abbiamo menù" e ci declama a voce quelle che sono le specialità della
casa. Un posto dove non c'è il menù non mi fa mai pensare bene, ma ho
dovuto ricredermi. Siamo in 6 e prendiamo:
- Antipasto della casa composto da:
- Prosciutto di Venticano, profumatissimo, squisito
- Frittata di patate
- Ricottina
- Lardo di maialino nero
- Fagioli cannellini in bianco con origano ed aglio, buonissimi.

Siamo rinfrancati dall'ottimo inizio e devo dire una particolare
menzione per il pane. Sfornato 3 ore prima, morbidissimo l'interno,
croccante l'esterno, saporito. Ma una "standing ovation" va al vino un
barbera locale chiamato "barbetta" fatto dai contadini della zona, servito
come vino della casa in caraffa, colore viola intenso, praticamente
controluce inesistente intensissimo, profumi e sentori di frutta rossa, denso
quasi un cioccolato, "beverino" già di suo con una vena di abboccato
che lo rende ancora più gustoso; credo di non aver mai assaggiato un
vino cosi.

Veniamo ai primi:
- 4 porzioni di rigatoni con un ragu di pomodoro, polpette schiacciate,
salsiccia affumicata e caciocavallo di Castelfranco
- 2 porzioni di pasta fatta in casa in bianco con pistacchi e pancetta.
Personalmente ho mangiato i rigatoni, ed al primo assaggio la mente mi
è tornata indietro al ragù che faceva mia nonna... semplicemente
stupendi, ragù della giusta consistenza, spori perfettamente
amalgamati. Ho assaggiato anche l'altra pasta, dove si percepiva
l'altissima qualità dell'extravergine utilizzato, ma che ho gradito
meno.

I secondi:
- 1 porzione in due di un galletto cotto nello stesso vino con cui
pasteggiavamo
- 1 bistecca di vitello in 2
- 1 bistecca di vitella per 1 persona
- 1 porzione di straccetti di carne con extravergine e balsamico

Ho assaggiato la bistecca di vitello, frollata per più di 15 giorni,
si scioglieva in bocca, cottura ottima, gran sapore. Ho assaggiato
anche il polletto cotto nel vino, uno spettacolo con il fondo di
cottura diventato invitantissimo per una "scarpetta" con il pane
fresco. A questo punto il patron ci ha fatto assaggiare una sopressata
lavorata a mano da suoi amici, profumatissima, giusta presenza di
grasso e pepe, spettacolare, nonostante fossimo già pieni ne abbiamo
fatto incetta.

I dolci:
- 2 Porzioni di crostata di fragole
- 2 porzioni di torta cioccolato e pere
- 1 porzione di biscotti fatti in casa.

I dolci buoni, ma non particolarmente esaltanti, accompagnati da un
liquore di mela annurca che meritava l'assaggio. Il conto ? Totale
200€ circa 33 € a testa, compresi 2 caffè, assolutamente onesto secondo
me. Che dire, questo posto è assolutamente da visitare per chi si trova in
zona, cucina legata al territorio, materie prime di altissimo livello,
rapporto qualità prezzo ottima.


Cacio&Vino