La Pineta
Via dei Cavalleggeri Nord, 27 - 57020 Marina di Bibbona (LI)
Tel/Fax: 0586/600016
Chiuso: da Ottobre al 10 Novembre, Lunedì e Martedì a pranzo
Data recensione: 04/2008
Per festeggiare degnamente il compleanno di mia moglie, da tempo ero
alla ricerca di un ristorante sul mare di un certo livello, ma fuori
dalla “solita” cerchia dei rinomati e costosi locali dell’amata Versilia.
E mi sono ricordato di aver letto su un quotidiano locale un breve
articolo che elogiava l’escalation qualitativa de “La Pineta” a Marina
di Bibbona (LI) che, soltanto dopo, ho scoperto essere un ristorante
citato nelle più autorevoli guide gastronomiche con giudizi più che
positivi.
Decido di prenotare per una domenica a pranzo. Grazie alle indicazioni
non abbiamo problemi a raggiungere il parcheggio riservato ai clienti
(praticamente on the beach) in cui si sbuca dopo aver attraversato la
pineta su una strada sterrata. Una bella giornata di sole,
fortunatamente, risulta fondamentale per apprezzare la magnifica
posizione proprio sulla battigia di Marina di Bibbona visto che “La
Pineta” è anche stabilimento balneare e punto di ristoro per i
bagnanti. Dall’esterno, quindi, il locale non fa una gran figura,
mostra un po’ i segni del tempo e, soprattutto, del vento e della
salsedine.
Ma la doppia porta che ci introduce alla sala ristorante (ai
lati della quale compaiono le targhe dei vari riconoscimenti
‘stellati’) ci fa scoprire un locale pregevole, adeguatamente sobrio e
curato, forse con qualche quadro e accessorio appeso al muro di
discutibile fattura, ma nel complesso gradevole, decisamente
accogliente (una trentina i coperti in tutto). Il figlio del titolare
(che è il competente Luciano Zazzeri) controlla la prenotazione, mentre
un solerte cameriere (attenzione!! Ci sono due gemelli che si alternano
ai tavoli e si rischiano.....figurette) ci fa accomodare proprio alla
finestra e ovviamente lascio la vista sul mare alla moglie: la
galanteria in questi casi è d’obbligo....
Praticamente subito ci viene servita una carta musica eccellente e
calda e il vassoio coi pani. Uno dei gemelli-camerieri ci porta l’acqua
(a temperatura ambiente come avevamo richiesto) e ci preannuncia un
aperitivo (Ristori, credo, non messo in conto) che però arriva soltanto
dopo un po’, quando avevamo tranquillamente letto il menù. Già il menù:
ci sono due proposte degustazione a 60 e 70 euro, ma le ordinazioni
sono per due persone minimo quindi una coppia non può ordinare piatti
diversi con questa formula. Optiamo per le scelte libere tra le varie
proposte in carta, molte allettanti, altre forse un po’ convenzionali.
Nell’attesa ci viene servita un’entreè: un bicchierino con una
delicata purea di patate con scaglie di bottarga di muggine e
rosmarino. La carta dei vini è una vera sorpresa. Non ce l’aspettavamo
così ricca e dettagliata, soprattutto per i bianchi e per gli
champagne: ben organizzata e con ricarichi a mio avviso molto più
onesti che altrove...e che quindi invitano a bere. C’è veramente l’
imbarazzo della scelta e l’offerta è per tutte le tasche: ci sono buoni
vini bianchi anche a 12 euro a bottiglia. Scelgo il “Campanaro” di
Feudi di San Gregorio 2005 (ci arriva invece l’annata 2004, forse
migliore, ma in conto ci sono 5 euro in più rispetto al prezzo in carta
che è di 25).
Visto che è tutto pesce, decidiamo di trattarci bene ordinando
entrambi antipasto, primo e secondo. Ostriche per la moglie a cui il
gentile Luciano Zazzeri fa aggiungere, su suo suggerimento, anche
alcune cozze pelose: piatto freschissimo che è poi quello che uno sia
aspetta dal crudo di mare. Io vado sulla trippa di mare: che consta di
un panino farcito con straccetti di rana pescatrice ed insalata e un
pugnetto di trippa di baccalà con fagioli zolfini: pietanza sublime,
originale, dall’ottima preparazione. Il panino si mangia
tranquillamente con le mani...ma dopo due o tre morsi è già finito,
purtroppo.
Per i primi, entrambi eravamo attratti dai ravioli di baccalà con
bottarga di muggine e cipolle. Lo prova mia moglie, mentre io ordino
gli spaghetti con il polpo novello e capperi. Meglio e più particolari
i ravioli ma, per quanto mi riguarda, comincio un po’ ad irrigidirimi
perché le porzioni sono precise, per non dire scarsine. E la conferma
arriva con i secondi, soprattutto il mio. Certo, siamo sempre su una
qualità culinaria di buon livello e le successive pietanze non ci
deludono, anzi. Seppie sul proprio nero con triglie alla livornese e
catalana di pescatrice (tre micropezzetti di pescatrice e il resto era
tutta verdura.......a 25 euro...), gustosa ed originale la prima con un
mix di contrasti apprezzabile e gusti calibrati, più ordinaria ma
comunque buona la pescatrice adeguatamente condita con olio
di discreta qualità.
C’è spazio anche per un dolce: tra le varie proposte scelogo la pera
cotta speziata al vino con gelato di vaniglia e anice stellato.
Dessert superbo, per niente stucchevole ed equilibrato nei contrasti di
consistenza. Avremmo anche sorseggiato un vinellino dolce, un moscato o
un passitino ma....qui lo staff de La Pineta ha un po’ “ciccato”:
nessuna proposta verbale, né una carta di vini da dessert. Sorvoliamo.
Concludiamo con un corroborante caffè, veramente squisito, servito con
un vassoietto di ciccolatini all’arancio e spumini con pinoli della
serie....”uno tira l’altro”.
La sensazione finale è comunque di piacevolezza. Siamo stati bene
nonostante il locale pieno. Zazzeri e il suo staff sanno il fatto loro,
mettono a proprio agio il cliente e credo che mancherebbe poco per
scalare qualche gradino tra i ristoranti di pesce specializzati. Il
giudizio è personale, come sempre, e qualcuno – a seconda di com’è
abituato e dei termini di paragone di cui dispone – può anche trarre
conclusioni molto diverse.
Il conto finale è di 162 euro (di cui 30 di cantina). Il rapporto
qualità-prezzo è quindi solo accettabile, a nostro avviso. Va
sottolineato che la posizione è superlativa e la sera indubbiamente si
possono fare cene intime e romanticissime quasi fossimo su una
palafitta in mezzo al Mediterraneo. La qualità delle pietanze rimane
alta, con alcune punte di vera eccellenza, ma abbiamo assaggiato piatti
di mare migliori altrove, quantomeno di quelli che ti fanno ululare e
gridare al miracolo. Dove? In Versilia, ovviamente....
Awanagana