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l Birichin
via V. Monti, 16/A - 10100 Torino Tel. 011 657457 – 334 8740797 Data recensione: 02/2008 Sono stata al “‘l Birichin”, un po’, devo essere sincera, attratta dai giudizi contrastanti che avevo letto su numerosi siti. L’ho trovato in tutta sincerità al di sotto delle aspettative. A cominciare dall’accoglienza (freddina), fino al conto (in un totale di 154 euro in due, non si possono pagare 20 euro per un cognac, peraltro lasciato alla scelta del maitre, quando una bottiglia di vino si aggira sui 14-20!). L’ambiente è accogliente, con la giusta dose di atmosfera creata da una prevalenza di colori caldi e scuri, come il rosso delle tende e i colori scuri alle pareti. Il ristorante ospita opere di artisti più o meno conosciuti, monografie di particolare interesse e molto diverse tra loro. La cucina è a vista e immediatamente di fronte all’ingresso, così come una scrivania a uso del maitre, posta proprio davanti alla porta di ingresso, e forse un po’ troppo in mezzo alla sala. Io e il mio compagno abbiamo optato per il menu degustazione da tre portate: Piccolo hamburger di pagaro cotta con gamberi al vapore, passatina di ceci di Morella per antipasto, Risotto nel ostia cotta con i topinambour e la “Mica”, fonduta di toma di Cevrin per primo, Lampuga del Mediterraneo croccante al pane di Maria speziato, su carciofi al verde per secondo. A parte la gaffe del maitre, che avrebbe almeno dovuto dirci, sapendo che optavamo per una cena di pesce, che nel risotto avremmo trovato della carne (visto che non era specificato nel menu), l’antipasto era abbastanza insipido (e uno dei miei due gamberi addirittura cattivo), il primo molto buono, il secondo inesistente (l’ ho misurato: un quadratino di 4×4 cm di pesce: come si fa a giudicarlo?!). In tutto ciò la totale latitanza del maitre, almeno per versare il vino (se si opta per il sistema di non lasciare il vino ai commensali, lo si dovrebbe loro versare nei giusti tempi, no?) al punto tale che tre volte su quattro (!) il mio compagno ha dovuto chiamare il personale di sala (visto che il maitre non si trovava mai) per rintracciare qualcuno che ce lo servisse perché avevamo già da tempo la portata calda… Le portate non sono mai state presentate (a differenza delle pre-portate), salvo che per il dessert, presentato come semifreddo di caki con crema inglese calda che invece era un semifreddo di pistacchi con crema fredda, anzi freddissima (mah..). E’ seguita della piccola pasticceria e dei piccoli biscotti presentati in una scatola vintage in accompagnamento al caffè. Se quanto alla cucina posso riconoscere delle piacevoli sorprese (mi riferisco al risotto) e certamente ho trovato in Nicola Batavia, con cui ho avuto il piacere di scambiare poi due chiacchiere, una persona di grande umiltà e di grande senso della misura nel voler crescere, e crescere “bene” (a parte qualche errore riscontrato ancora nelle varie portate), rimane assolutamente ingiustificabile il comportamento del personale di sala e nello specifico del maitre, che in ultimo ha persino cercato di conquistarsi gli avventori distribuendo delle caramelle al cioccolato sotto forma di pastiglie di aspirina per lui ammissione acquistate in farmacia insieme alle Zigulì. Siamo usciti senza parole. Tiziana |