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Sora Margherita Trattoria
Piazza delle Cinque Scole, 30 - 00185 Roma
Tel: 066874216
Prenotazione consigliata
Data recensione: 09/2007

Qualche tempo fa avevo letto su questi lidi di una trattoria a Roma in
pieno Ghetto con una robusta cucina romana a prezzi popolari ma praticamente
introvabile se non si sa l'ubicazione esatta o non si ha in dote un buon mix
di fortuna e sfacciataggine, il tutto perchè è assente qualsiasi insegna e
l'ingresso è coperto da una di quelle specie di tendine a lunghe trecce pelose,
in questo caso rossa. Un'indizio però sono le sedie in legno piegabili adagiate
al muro ai due lati della porta messe all'uopo di far accomodare i clienti in attesa fuori.
Ebbene oggi trovandomi a fare da "cicerone" ad un'amica torinese e
passando per il blindatissimo Ghetto ( giorno di preghiera ) ho appunto avuto
la fortuna di trovarla e provarla.

Una volta varcata la soglia si entra in un mondo ormai quasi impossibile
da trovare a Roma se non nelle case private, in famiglia, proprio come ci si sente
ai tavoli da la Sora Margherita, viste le limitatissime dimensioni dell'unica sala, dove
trovano posto una trentina di coperti; altamente probabile ritrovarsi gomito a gomito
con il vicino di tavolo. Il servizio è gestito da tutti i membri della famiglia eccetto la Sora
Margherita che sta in cucina; tovaglie di carta, tovagliolo di stoffa, due bicchieri per
coperto con fondo spesso due centimetri; penso per questioni igienico sanitarie
( preparano tutto loro pane pasta e affini in un cucina minuscola ) sono formalmente una associazione culturale, per cui appena seduti, se non si ha già la tessera,
ve la faranno compilare. E' gratuita.

Il menù è scritto a pennarelli su carta gialla alimentare e comprende
cinque, sei primi o meglio cinque o sei condimenti per maltagliati tagliatelle o agnolotti,
altrettanti secondi, una decina di contorni e i dolci del giorno che variano. Sono
tutti piatti della cucina romana ma all'occorrenza vengono preparati primi senza
condimento o con sughi semplici. I due must del locale a sentire sia la figlia della
Sora che ci ha serviti, sia i clienti affezionati sono:

- Tagliatelle cacio e pepe con letto ricotta: l'apoteosi della pasta,
tagliatelle lunghissime e spesse con un sugo deliziosoe abbondante,
salato al punto giusto, porzione decisamente generosa;

- Carciofo alla giudia: io che abito a roma ormai da anni non l'avevo mai
mangiato, la mia amica non immaginava cosa fosse. Ci arriva un piatto
carciofone marrone e bollente, adagiato capovolto sullo stesso tipo di
carta del menu, da mangiare rigorosamente con le mani petalo per petalo
per poi mangiare a morsi il cuore tenendolo per il gambo. I petali
croccantissimi, un sapore non bene identificabile tra salato e amaro ma
buonoooo; il cuore croccante fuori e tenerissimo all'interno fa venir
voglia di mangiarlo in sol boccone.

Sazi abbiamo concluso con un caffè e una Grappa. Quest'ultima non so di
cosa fosse ma è decisamente la più forte che abbia mai provato, abituato
a quelle da pizzeria o media trattoria ne butto giù una sorso abbondante
appena adagiata sul tavolo. Sono diventato color fantozzi che mangia il
pomodorino ripieno. Con mezzo litro di vino rosso sfuso e un bottiglia d'acqua
naturale abbiamo speso 17 euro a testa.


Luca