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Vissani Localita' Cannitello, 294 - 05020 Civitella Del Lago - Baschi (TR) Tel: 0744 950206 Data recensione: 08/2007 Come ogni anno (e speriamo ancora per molti anni a venire) abbiamo festeggiato il nostro anniversario di matrimonio 'regalandoci' una cena in quel di Baschi. E' al pari delle occasioni precedenti, anche questa è stata una serata di emozioni, che ci ha resi una volta di più assai felici. Così come ci piace scoprire luoghi nuovi (e la curiosità spesso vince quando dobbiamo scegliere un ristorante) esistono tuttavia dei luoghi "del cuore" dove tornare è sempre piacevole. La vista del vialetto d'ingresso alla villa dei Vissani è sempre un momento particolare. Il rumore delle ruote sul ghiaietto, fermarsi accanto alla targa dorata con la firma del maestro, il cancello si apre, e si entra nello splendido parco. Un'oasi di pace e di eleganza. Entrando nel ristorante notiamo sulla sinistra lo splendido tavolo di legno grezzo con gli sgabelli utilizzato per la nuova proposta, un pranzo a menu fisso al prezzo incredibile di 30 euro. Purtroppo quest'anno per motivi logistici non abbiamo potuto provarlo ma, sperando che la proposta rimanga in vita nonostante le difficoltà che a detta del personale di sala sta incontrando, credo proprio che l'anno prossimo sfrutteremo questa opportunità. Siamo come nostro solito in anticipo (il servizio inizia verso le 20.30), così veniamo fatti accomodare nella sala dove si degustano i dolci. Ci viene offerto un calice di franciacorta e ci vengono portati i menu, che possiamo così studiare con tranquillità. Un altro piccolo piacere è rivedere le scritte a mano, nomi di piatti affascinanti evocatori di chissà quali meraviglie. Nel frattempo la sala si anima ed è piacevole venire ormai riconosciuti e salutati da quasi tutto il personale di sala (quest'anno un paio di nuovi ingressi, sempre assai professionali e cordiali). Questo è un luogo dove tutto è teso al piacere dell'ospite (sì, ho detto ospite e non cliente, perché è così che ti fanno sentire). Nella sala pranzo, sempre splendida nel suo candore, veniamo fatti sedere allo stesso tavolo dello scorso anno (ce lo indicano come 'il nostro tavolo') e, con le idee ben chiare e la mente rilassata dallo spumante, ci accingiamo a goderci la cena. L'appetizer, come spesso capita in questo luogo di meraviglie, è un vero e proprio piatto. Involtino di salmone affumicato ripieno di panzanella e salsa al vitello tonnato. Ora, io non sono un appassionato del salmone in genere, e di quello affumicato in particolare, un prodotto rovinato da una eccessiva commercializzazione. Ma questo era un'altra cosa. Come spesso accade, la qualità fa la differenza. Nel frattempo arriva la nostra bottiglia. Tignanello 1993, in carta a un prezzo che mi sembra davvero corretto, se non di più (80 euro). Aperto, non scaraffato ma versato direttamente nel bicchiere, si lascia andare dolcemente alla diffusione di profumi terziari che lasciano il posto alla viola, e si avvertono anche a bicchiere posato. Una meraviglia, che nel corso del pasto rivelerà tutta la propria stoffa. Osserviamo rapiti, insieme alle altre due coppie presenti in sala, il balletto dei cuochi alle spalle delle grandi vetrate, incorniciate come quadri. Eccellenti, come sempre, i pani serviti, così come i grissini. Quest'anno ci siamo imposti di limitarci per riuscire ad arrivare alla fine . ma che fatica! I piatti di pasta sono molto soddisfacenti. Gnocchi di patate ripieni di caviale in salsa di burrata con banane fritte. Il caviale nel piatto non si vede affatto, ma basta aprire un gnocco (chiuso a guisa di raviolo) per entrare nel paese delle meraviglie. Un piatto eccezionale, dall'esecuzione impeccabile. Geniale il contrasto con la banana. Completamente diversi ma ugualmente soddisfacenti (del nostro lato più animale) sono i rigatoni al ragù di cacciagione e fegatini, presentati a forma di tortino avvolto in foglie di spinacio, e accompagnati da foie gras e pan brioche. Come secondo piatto, in onore al Tignanello che riempie la bocca di tannini dolcissimi, arrivano il piccione e la quaglia. I piatti vengono preparati in sala, proprio di fronte ai nostri occhi, valorizzando così anche il lavoro del personale, davvero molto bravo e sicuro. Il piccione viene porzionato scaloppando il petto e servendolo poi con la sua salsa, contornato da verdurine baby. La quaglia, indicata come diversi piatti del menu solo con il nome dell'ingrediente principale, per dare spazio all'improvvisazione del momento della cucina, viene presentata completamente disossata e farcita. In questo caso la preparazione del piatto è ovviamente più semplice ma il risultato non è meno gradevole. Tutto buonissimo, ma il matrimonio tra Tignanello e piccione è stato uno dei miei migliori abbinamenti vino-cibo. Prima dei dessert Paola viene tentata dallo straordinario carrello dei formaggi, una vera cornucopia (e pensare che d'estate non ci sono i freschi!), e per rovinarsi definitivamente il palato, sceglie una selezione di erborinati (Cabrales, stilton e gorgonzola naturale). Ma tanto aveva deciso di non prendere il dolce! Quando ci spostiamo nella saletta attigua ci viene come al solito servita ancora dell'acqua minerale, giunge la piccola pasticceria, con preparazioni varie ed eccellenti. Poi arriva una torta preparata appositamente per il nostro anniversario, con candela di prammatica! Dopo tutto ciò, ecco il dolce che avevo ordinato, una indescrivibile crepe di creme brulée con salsa al tabacco. Uno dei dolci più buoni e meglio eseguiti e presentati che mi sia capitato di mangiare. La serata si conclude continuando con le chiacchiere con il personale di sala, coordinato come sempre dall'ottimo Peppe. Ce ne andiamo già pensando a quando torneremo il prossimo anno. Un ristorante straordinario, senza se e senza ma. E in continuo miglioramento (quest'anno sono state realizzate le nuove camere, e per il prossimo anno ci sono già stati preannunciati lavori ai soffitti, per l'ulteriore abbellimento delle sale). Un'ultima nota: da quattro anni i prezzi dei degustazione sono invariati (100 e 155 euro). I singoli piatti: da 40 euro in su. Pumpkin |