Abacanto
Via Nazionale, 2741 - 24060 Ranzanico (BG)
Tel: 035819377
Data recensione: 06/2007
Erano anni che volevo provare questo ristorante di cui sentivo molto
raramente parlare, una sorta di fantasma della ristorazione bergamasca;
ancor più inquietante l'assenza di una benchè minima recensione on line
nemmeno nel sito dei mangioni. Si pone rimedio alla lacuna in una sera
di
giugno, il ristorante si trova sulla statale che porta al Tonale, in
località Ranzanico ad una trentina di chilometri da Bergamo, il piccolo
lago
d'Endine ci accompagna serenamente nell'ultimo tratto di strada.
Veniamo ricevuti da Catia, patronna del ristorante, gli interni sono molto
curati,
nulla è lasciato al caso, forse fin troppo appesantito ma ovviamente è
un
puro senso del gusto e questa è casa Del Bello , noi ceneremo sulla terrazza
a pochi metri dalla statale che obbiettivamente poco disturba. L'Abacanto
è l'astice
blu delle coste nordiche della Spagna ma Catia e Ivan pensarono ad altro
quando
diedero il nome al loro ristorante. Dalla cucina arriva il saluto dello
chef Alberto
Zanoletti, è un robusto amuse bouche: un trancio di spada appena scottato
con
taggiasche, basilico , pachino con filo di extra vergine.
Il cestino dei pani è composto da quattro tipi di pane con grissini e
una
gradevole focaccia; tutto home made. La copiosa carta dei vini che volutamente
propone solo vini italiani ci invita ai confini sloveni in casa Gravner
con il suo Breg
Anfora 02, un vino così complesso che o si ama o si odia, alziamo i calici.
Gli antipasti che arriveranno al nostro tavolo:
- Tonno rosso del Mediterraneo con purea di seno rapa e germogli di soia,
che
mi dicono eccellente.
- Cuore di salmone affumicato da noi con salsa tzaziki e pan brioche,
anche
per questo piatto plauso per i giochi di acidità e affumicatura.
- Foie gras d'anatra in torchon con gelè al frutto della passione, è di
ottima
"morbidezza" e di grande equilibrio con una nota di amaro che passeggia
allegramente sul mio palato accompagnato dal Breg.
- Il primo piatto: Tagliatelle al nero di seppia con ostriche, limone
e
cipollotto: piatto leggermente scomposto per eccessiva acidità del limone.
Nel frattempo Denis che ci segue diligente sta stappando il Trebbiano
più
turbo d'Italia quello di Valentini, è un 2001, io associo i profumi di
questo vino ad una femmina, i miei commensali approvano, in bocca ho la
sensazione di poterla masticare. Eccellente.
- I secondi: Millefoglie di sogliola con asparagi di terra e di mare :
un
piatto semplice e ben curato con la salinità dell'asparago di mare che
ben
s'assebla con la sogliola particolarmente sapida.
- Fritto di pesce e di verdure in tempura. è un buon fritto, forse qualche
pescetto in più e qualche verdura in meno...
Dall'Abruzzo di Valentini pochi chlometri e si spazia in Umbria con il
Cervaro della Sala del Castello della Sala, chardonnay che ben accompagna
entrambi i secondi. Si chiude con i dolci ai quali io non trovo spazio.
- Crema bruciata e piccolo clafoutis ai mirtilli.
- Crema di melone con raviolini d'ananas.
La mia valutazione è solo visiva si presentano molto bene; i piatti verranno
spazzolati con gusto. La serata è stata piacevole, la cucina di Alberto
Zanoletti
si è dimostrata di buon gradimento senza voli pindalici ma con ottime
radici, gli azzardi
sugli abbinamenti ci sono, la brigata di cucina è molto affiatata dovendo
collaborare a ritmi stretti durante i matrimoni che si svolgono nel
sovrastrante salone. Un luogo dove sicuramente fermarsi non solo per le
buone note della cucina ma anche per un carta dei vini con ricarichi
veramente bassissimi.
L'Abacanto oltre ad essere un crostaceo è anche un pub di Palma di Maiorca.
Ivan e Catia ne fecero il loro luogo prediletto nelle vacanze alle Baleari
prima di sposarsi, tanto fece l'amore e il luogo che l'Abacanto è diventata
la loro casa in riva al lago d'Endine. Ci si diverte con 50 euro, cantina
esclusa.
Guyciman
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