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L'Acino Brillo Piazza di Sant'Eurosia 2b - 00100 Roma Tel: 065137145 Chiuso:Llunedì Data recensione: 05/2007 Approdiamo all'Acino Brillo la sera di una domenica piovosa. Avevamo letto da tempo la recensione positiva (oscar qualità prezzo) del Gambero in cui ci aveva incuriosito il fatto che lo chef (Stefano Preli) fosse stato allievo di Igles Corelli che è il nostro mito e nella cui cucina abbiamo avuto l'onore di passare un intero Week End. Il posto è alla Garbatella in uno di quegli angoli di Roma decantati da Nanni Moretti nell'episodio dedicato ala Vespa del suo caro Diario. Si raggiunge facilmente dal centro con la metro B (ed una camminata di un quarto d'ora) oppure con il 714. Noi da inquinatori pigri andiamo in macchina convinti di parcheggiare facile in piazza e effettivamente troviamo posto facilmente proprio davanti alle finestre della cucina, ma, con mia grande sorpresa (ho frequentato il quartiere da bambino), la piazza (Sant'Eurosia) che era una sorta di grande parcheggio illegale, ora è stata pedonalizzata e ripavimentata con un lavoro di arredo urbano che l'ha davvero recuperata. Le vetrine del ristorante/wine bar danno sulla piazza e di questa risistemazione hanno beneficiato. L'arredamento è minimalista con tavoli e sedie di plexiglas. L'apparecchiatura è di carta come i tovaglioli, le posate di acciaio. I tavoli non grandi. Insomma, minimalista. Abbiamo prenotato nel pomeriggio, comunque la sala non è piena. Ci viene data la scelta del tavolo e ne scegliamo uno che era apparecchiato per tre ma si adatta meglio a due ospiti. Il menu è equilibrato fra carne e pesce con poche cose tutte interessanti. Due menù degustazione, uno di pesce ed uno di carne entrambi a 40 € comunque noi andiamo alla carta. La carta dei vini è interessante con vini medio buoni da tutte le regioni e qualche monumento dell'enologia italiana (es. il Kurni). I ricarichi sono talmente bassi da essere incredibili (esempio Chardonnay di Planeta a 29 €). Il sommelier è un po' severo ma estremamente competente e ci guida bene attraverso la carta. Con il suo aiuto scegliamo Bienne Germano Ettore 2005 Riesling e Chardonnay raccolti assieme e fermentati direttamente in botte di rovere dove poi sono tenuti per 10 mesi (86/100 secondo Veronelli). Ad occhio e olfatto è il classico vino bianco del nord dal colore chiaro e dai profumi lievi, appena accennati; ma in bocca è gradevole, anzi più che gradevole anche per noi che amiamo i bianchi corposi del sud. La signora di sala è gentile ma non aggiornata al punto che per le cose che abbiamo scelto ha dovuto chiedere in cucina; ci spiega che è appena tornata da un periodo di assenza. Ci viene offerto un preantipasto al bicchiere: spuma di mozzarella con farro, origano e pomodorini, semplice e delizioso. Igles fa il gelato di mozzarella ma il suo allievo ha fatto tesoro delle lezioni e evoluto il concetto con personalità. I due antipasti, cosa curiosa, sono entrambi, anche questi, al bicchiere. Il primo antipasto è tartare di salmone con olio affumicato, pistacchio di bronte, salsa ai piselli e mousse di burrata. Incredibile bilanciamento di sapori per una realizzazione perfetta in cui si esalta la freschezza del salmone senza che soffochi la delicatezza dell'insieme. Voto dieci. Crudo di tonno, riso venere, germogli di porro con crema tiepida di topinambur. È notevole come la spuma anziché coprire esalti il tonno. Il riso nero è una buona controparte che ha l'effetto della chantilly nello zabaione: aggiungere aria e leggerezza ad un composto altrimenti troppo energico senza togliergli sapore ma allungandone il piacere. Anche questo è monumentale. La sicurezza con cui Stefano realizza accostamenti insoliti e difficili da tenere in equilibrio è da veterano. Stentiamo a credere che nel giudizio complessivamente positivo il Gambero avesse criticato i piatti di pesce che secondo noi sono perfetti; meglio di molte delle cose mangiate qualche sera prima da Moreno Cedroni. Saltiamo i primi, noi cerchiamo di farlo quasi sempre, ma questa volta con grande rimpianto. Come secondi prendiamo: cubi di salmone in crosta di sesamo nero sul letto di asparagi bianchi e germogli di porro con taccole (fagiolini corallo) caramellate, e filetto di tonno macerato in una soia hawaiana (teriyaki) su salsa di topinambur con pure di patate e asparagi all'olio di oliva. Tonno e salmone per antipasto e tonno e salmone per secondo pesci comuni, quasi ovvi (anche crediamo per contenere i costi) ma freschi e preparati in maniera magistrale. Anche questi non possono che prendere dieci. Ci viene offerto un predessert: cucchiaino di sorbetto di sambuca, perfetto fresco ed elegante. Non voglio sembrare irriverente ma il mio ricordo vola ancora alla Madonnina ed al gelato di anice servito col caffè che nessuno dei due ha trovato mangiabile; mentre qui il gusto dell'anice è etereo quasi retrostante, deve pulire la bocca (e ci riesce) non fare una dichiarazione di guerra. Come dessert prendiamo Crostatina al cioccolato bianco profumata al sigaro toscano con tartare di ananas e vaniglia; e Gelato alle nocciole del Piemonte con cialda conica di cacao su zabaione alla sambuca. Sulla crostatina un dubbio: a Federica piace molto (ma Lei non ama il cioccolato bianco) a me (che adoro il cioccolato bianco) sembra un po' formagiata; è buona certo ma per essere la cena perfetta è una sbavatura. Il gelato è buono, davvero fresco, davvero ben fatto ma più normale. Chiediamo di conoscere Stefano e Lui carinamente viene a salutarci noi ovviamente lo sommergiamo di complimenti e lui si dimostra modestamente incredulo. Al suo rientro in cucina ci manda un piatto di minipasticceria, dove troviamo tartufo nero, sbrisolona, meringa al limone, pasta frolla con crema al limone, brutti ma buoni, pasta frolla con crema al caffè, bavarese cioccolato e yogurt, tortino al cioccolato fondente. Semplicemente fantastico. In complesso una cena meravigliosa, con equilibri incredibili e freschezze inaspettate. Un posto che merita con uno chef giovane che merita tutta l'ammirazione e il rispetto dei grandi! Il conto è la nota più lieta: 96 €, tolti vino e acqua 35 € a testa. Questa qualità e questi prezzi a Roma sono inusitati. A&F |